Sono passati quasi 36 mesi da quel 2 dicembre 2019, ultima serata in Italia degli Alter Bridge al Mediolanum Forum di Assago. Il ricordo di una serata energica e memorabile, per molti ultimo grande concerto prima di un lungo stop forzato a causa della pandemia, è ancora vivido nei pensieri del pubblico che già attorno alle 18 comincia timidamente a riempire proprio la stessa location lombarda, ancora una volta unica tappa nel nostro Paese di Myles Kennedy e i suoi. Ad accompagnare gli americani nel “Pawns & Kings Tour” troviamo anche questa volta due nomi di alto livello, come Halestorm e Mammoth WVH.

È proprio la band di Wolfgang Van Halen ad aprire la serata e il frontman è accompagnato da musicisti che i fan degli Alter Bridge conoscono bene: dietro le pelli troviamo infatti Garrett Whitlock, batterista di Mark Tremonti nel suo progetto solista, mentre la seconda chitarra è affidata a Frank Sidoris, da ormai qualche anno membro fisso dei Conspirators invece a Slash e Myles Kennedy. Il quintetto ha a disposizione circa mezz’ora per suonare diversi pezzi dal proprio omonimo album d’esordio e pur proponendo un hard rock non troppo elaborato riesce comunque a far breccia grazie alla grande esperienza già maturata dai musicisti.

Dopo una breve pausa, è tempo per gli Halestorm di calcare il palco. La band dei fratelli Hale (Lzzy, sempre indemoniata alla voce e Arejay, che suona la batteria come se avesse sei braccia) si presenta in forma smagliante e offre il solito show pieno energia e passione, risparmiandosi ogni compromesso. Il pubblico presente conosce già bene il quartetto – non si tratta del primo tour condiviso con gli Alter Bridge – e mostra immediatamente di apprezzare gli Halestorm quasi quanto gli headliner. I quattro propongono diversi estratti dall’ultimo lavoro in studio “Back From The Dead”, ma non tralascia neanche classiconi del livello di “Love Bites”, “Familiar Taste Of Poison” e la conclusiva “I Miss The Misery”. L’ennesima performance da applausi di una band che non ha mai avuto frenate.

Attorno alle 21 è finalmente il momento di riabbracciare gli Alter Bridge, che compaiono da dietro le quinte e tra i vigorosi applausi attaccano “Silver Tongue”, mettendo da subito in luce il nuovissimo “Pawns & Kings“. La scaletta della serata intervalla in effetti brani dell’ultimo lavoro in studio, come “Sin After Sin” e la title-track, ad un repertorio che premia fortemente gli album più storici della band, da “One Day Remains” (2004) a “Fortress” (2013), con l’unica eccezione di “Wouldn’t You Rather” in rappresentanza dei capitoli più recenti. L’energia e l’affiatamento sono in grande spolvero mentre si susseguono brani del calibro di “Addicted To Pain”, “Isolation” e “Waters Rising”, con la sempre impeccabile voce di Kennedy, supportata dalla solidità della storica e immutata formazione. Molto gradito anche il ritorno in scena di “Shed My Skin”, alla sua prima esecuzione dal lontano 2017, come omaggio al sempre apprezzato pubblico italiano.

Chi conosce il quartetto di Orlando sa però che si deve immancabilmente aspettare anche momenti da lacrimoni, come quello in cui Mark Tremonti decide di regalare la sua chitarra ad una piccola e scatenatissima fan in transenna, tra gli applausi dell’intero palazzetto. I brividi tornano a farsi sentire (manco a dirlo) durante l’esecuzione acustica di Kennedy e Tremonti in “In Loving Memory”, prima che la fidata sezione ritmica, curata dagli irriducibili Scott Phillips e Brian Marshall rientri in scena per un micidiale trittico storico. “Metalingus”, “Blackbird” e “Rise Today” vengono quindi snocciolate (quasi) senza interruzione, accompagnando una platea estasiata ad una breve pausa, rotta nuovamente da un encore di quelli che rimangono in testa a lungo, composto da “Cry Of Achilles” e “Open Your Eyes”.

Una serata quindi che ripaga appieno le attese per il ritorno dei mitici Alter Bridge, magistralmente introdotti da Mammoth WVH e Halestorm. Una serata che ci ha permesso di riprendere esattamente da dove ci eravamo purtroppo dovuti fermare. La perfetta chiusura di un cerchio, dove la costante è rappresentata dalla forma sempre impeccabile dei quattro fuoriclasse dell’alt-metal a stelle e strisce.

Setlist

Silver Tongue
Addicted to Pain
Ghost of Days Gone By
Sin After Sin
Before Tomorrow Comes
Shed My Skin
Wouldn’t You Rather
Isolation
Waters Rising
Pawns & Kings
In Loving Memory
Metalingus
Blackbird
Rise Today


Cry of Achilles
Open Your Eyes

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