I Black Country, New Road hanno pubblicato il loro album di debutto solo tre anni fa, eppure si potrebbe già scrivere un libro o una sceneggiatura sulla loro tanto breve, quanto intensa carriera. Dopo due album eccezionali come “For The First Time” e “Ants From Up There” e l’abbandono del cantante Isaac Wood, la giovane band inglese ha deciso di andare avanti, mettendo in stand-by quanto fatto fino ad allora e ripartendo da zero, senza prendere un altro cantante.

Rimane un peccato il fatto di non aver potuto vedere la band in Italia nella sua formazione originale, ma, una volta annunciate le quattro date attraverso la Penisola, c’era una forte dose di curiosità nel vedere e capire come se la sarebbero cavata sei musicisti sì dal talento smisurato, ma messi con le spalle al muro già dopo appena due anni dall’esplosione. Si sa che la poca esperienza in certi casi può essere fatale, soprattutto nel momento in cui viene a mancare il membro che, senza nulla togliere agli altri, è il più rappresentativo della band.

Sono probabilmente questi i pensieri e i dubbi che affollano la mente dei fan che nella serata di martedì sfidano il clima rovente raggiungendo il Circolo Magnolia. Si tratta inoltre del primo tour da headliner per i Black Country, New Road in Italia e dunque, a rendere spasmodica l’attesa, oltre alle questioni elencate in precedenza, si aggiunge anche la curiosità di poter finalmente vedere gli inglesi in azione su un palco tutto loro.

Niente band di apertura, alle 21:30 i sei musicisti salgono sul palco sulle note di “You Give Love A Bad Name” e dopo aver preso posto dietro ai propri strumenti, ci introducono al nuovo corso dei Black Country, New Road con “Up Song”, opener del live album “Live At Bush Hall”, pubblicato pochi mesi fa. È il sax di Lewis Evans a dare il via ad un’ora di grande intensità emotiva e fin da subito, nonostante il mix dei suoni non sia particolarmente perfetto, il pubblico presente si lascia andare, ballando senza sosta nonostante le temperature altissime.

Basta veramente poco per accorgersi che i ragazzi ci sanno fare e che stanno affrontando a dovere il colpo subito. L’esibizione prosegue infatti con quasi tutte le canzoni di “Live at Bush Hall”, accompagnate dai due inediti “24/7 365 British Summer Time” e “Nancy Tries to Take the Night”, e i sei suonano, seppur lontani dai precedenti fasti, si muovono bene sul palco. La coesione tra i musicisti è probabilmente il punto chiave dell’esibizione: Ewans, la bassista Tyler Hyde e la tastierista May Kershaw si alternano dietro al microfono, adattando i loro stili vocali ai pezzi in questione, che si evolvono sempre in modo imprevedibile. Sappiamo che anche con Wood la loro musica è sempre stata indefinibile e gli inglesi, pur reinventandosi, proseguono su questi punti fissi concettuali, mettendo insieme elementi post-punk, folk e chamber pop.

Foto: Alex Ingram

Quello che ne consegue è un’ora di luce, colori, felicità, tristezza, un rollercoster in cui il pubblico balla impazzito sui ritmi indiavolati e nell’attimo successivo guarda il palco attonito in un silenzio religioso, lasciandosi cullare dalle dolci melodie del violino e del piano. Lo show tocca probabilmente il suo apice (emozionale e non) nell’esecuzione di “Turbines/Pigs”, pezzo in crescendo semplicemente da brividi, che da solo basterebbe a mostrare chiaramente quanto i Black Country, New Road abbiano ancora da dire. Un brano dall’intensità incredibile, che si sviluppa a partire dal duetto tra il piano e il violino, intervallato dall’angelica voce di Kershaw, per poi esplodere in una seconda parte in cui tutti i musicisti si inseriscono e suonano come una cosa sola.

Non è semplice ripresentarsi dopo aver perso un pezzo fondamentale, ripartire da zero e decidere di suonare solo materiale nuovo, senza affidarsi a due album che hanno ricevuto apprezzamenti unanimi, nel rispetto di un amico che si è perso per strada – e che nel frattempo gli altri stanno ancora aspettando. Se da una parte c’è il rammarico di non poter vedere cosa sarebbero diventati i Black Country, New Road di “For The First Time” e “Ants From Up There”, dall’altra lato usciamo dal Circolo Magnolia con la rinnovata curiosità di come si evolverà la loro carriera: le buone premesse ci sono tutte.

Setlist

Up Song
The Boy
24/7 365 British Summer Time
I Won’t Always Love You
Across the Pond Friend
Laughing Song
Nancy Tries to Take the Night
Turbines/Pigs
Dancers
Up Song (Reprise)

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