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Blue Öyster Cult – Ghost Stories

La classe non è acqua e con “Ghost Stories” i Blue Öyster Cult tornano a dimostrarcelo. Le canzoni dell’album sono inedite per noi, ma non per il gruppo, infatti, sono ripescate tra quelle scartate nel loro periodo di maggior successo, ovvero tra il 1978 e il 1983. L’esito di questo restauro è decisamente riuscito: ascoltare l’album è un piacere, Eric Bloom e Buck Dharma ci hanno fatto un regalo davvero gradito e sfizioso a distanza di quattro anni dall’uscita di “The Symbol Remains”, il loro, apprezzatissimo, ritorno sulle scene.

I Blue Öyster Cult hanno fornito un grande contributo al mondo del rock e del metal, basti pensare ai tanti gruppi da loro influenzati, come Metallica, Iron Maiden, Mercyful Fate, Candlemass e i più recenti Ghost, giusto per fare qualche nome, diventando anche un punto di riferimento per musicisti e amanti del genere stoner. Il loro hard rock racchiude elementi di molti altri generi in uno stile raffinato, a tinte dark, ma ricco di sfumature. Le liriche sono visionare e misteriose, con una line-up composta da ben tre chitarre fin dagli inizi.

“Late Night Street Fight” ci introduce subito nel riconoscibile universo BOC, anche la successiva “Cherry”, un rock ‘n’ roll estremamente godibile, ci riporta, non senza un po’ di nostalgia, negli anni ’70. “So Supernatural” è un brano di grande eleganza, fatto da più momenti, dove risultano infallibili, come sempre, gli arpeggi composti dalla band, per una song che ci porta immediatamente a cantare il refrain con trasporto. Nell’album sono presenti tre cover, “We Gotta Get Out Of This Place” degli Animals, Kick Out of Jams” degli MC5 e “If I Fell” dei Beatles, quest’ultima registrata nel 2016, ovviamente tutte e tre sono perfettamente nello stile della band newyorkese. Mostri sacri che coverizzano mostri sacri, ma quanto era alto il livello artistico toccato nelle decadi passate e soprattutto quanta originalità in ogni band?!

All’inizio di “Soul Jive”, con quelle tastiere, ci sembra di entrare in discoteca insieme a un John Travolta di settantiana memoria, poi il pezzo prende una svolta decisamente più rock. Da “Gun”, ben più verace e accattivante, si passa all’intro old blues di “Shot in the Dark” che diventa mano a mano più grintosa e insistente nel ripetere il ritornello. “The Only Thinghs”, con atmosfere alla Procol Harum, segna il momento più delicato del disco, invece “Money Machine” è un hard rock che spinge che è una bellezza. Sentendo “Don’t Come Running to Me” non ci capacitiamo sul come una canzone di questo livello non sia stata mai pubblicata e sia finita addirittura nel dimenticatoio per tutto questo tempo. Un pezzo intenso che ci tiene in sospensione fino al suo bellissimo climax, nulla gli sarebbe mancato per diventare una hit del gruppo, ottima la prova di tutti gli elementi, voce e chitarre da standing ovation. Dettagli, sfumature, sapienza nel suonare e nell’arrangiare, poi aggiungeteci un marchio di fabbrica stiloso per rendere tutto unico: ecco, questo è hard rock d’autore firmato BOC.

Tracklist

01. Late Night Street Fight
02. Cherry
03. So Supernatural
04. We Gotta Get Out Of This Place
05. Soul Jive
06. Gun
07. Shot In The Dark
08. The Only Thing
09. Kick Out The Jams
10. Money Machine
11. Don’t Come Running To Me
12. If I Fell

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