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Bud Spencer Blues Explosion – Next Big Niente

Noi in due facciamo un casino di dio, e tu?”. Ce lo ribadivano giusto cinque anni fa i Bud Spencer Blues Explosion, con un assioma scolpito a colpi di fuzz davanti al portone d’ingresso di “Vivi Muori Blues Ripeti”. Una dichiarazione d’intenti, o meglio, una dimostrazione d’efficacia, la tecnica di due che sotterra la sterile esuberanza di mille.

Eppure, mai come oggi, quanto suddetto assume un vigore ancor più veritiero: il fascino della cassa e delle corde grezze, dei pedali distorsori, dell’arrivare diretti e vibranti all’orecchio dell’ascoltatore, tutto ciò viene ad assopirsi, setacciando la strada per una sorta di viaggio evasivo e atemporale che inghiotte idealmente contaminazioni asiatiche, buca il tetto della dimensione a noi più comune e sfida l’ignoto, provando a musicarlo con audacia, fantasia e tanta, tanta “cazzimma”, come si suol dire.

Questo è il nuovo, stralunato LP dei Bud Spencer Blues Explosion e prende il nome di “Next Big Niente”, un’ulteriore dimostrazione – come se ce ne fosse il bisogno – di come Adriano Viterbini e Cesare Petulicchio fatichino a stare dietro – e dentro – ai canoni e alle categorizzazioni, rifugiandosi all’ombra degli strumenti non appena gli si cerca di appiccicare il delitto di un’etichetta.

Sì, un delitto vero e proprio. Poichè descrivere l’ultimo step discografico del duo romano – e anche il percorso cronologico ed evolutivo che lo separa dal predecessore – attingendo similitudini dai singoli faldoni del rock alternativo o del blues equivarrebbe a non raccontare l’80% di “Next Big Niente”, dimostratosi, alla fin fine, il lavoro più audace e avanguardista dei due.

Un camaleontico trip dentro una giungla di glitch spazio-temporali e istantanei switch di atmosfere, con la costante e straniante sensazione di non sapere con certezza se il tutto sia ambientato in un fittizio passato o in un caotico futuro stranamente ludico, fottutamente incomprensibile, assuefacente.

Chiudi gli occhi e voli, dondolato dagli acquosi ghirigori experimental pop disegnati e vocalizzati da Viterbini in “Insynthesi”, sfreghi il terreno sotto l’indecifrabile peso del rock strascinato di “Stranidei”, saltelli nell’irriverenza di un mondo immaginario con lo schizzato caos strumentale di “Miku 五”, finisci catapultato in qualche strano livello di un un videogioco platform, affrontato con la lucidità equivalente a quella di uno stato post-coma, quando “Camper” decide di tamburellare, stuzzicare, deflagrare in un lisergico delirio di elettronica.

“Medioriente” riacquisisce i tratti somatici della “canzone”, seppur minata da excursus che la traslano sulla via lattea, tra ritocchi trip-hop e puntinismo synth che spostano le coordinate sonore orientaleggianti dell’inizio verso un luogo sfumato e fluttuante, coadiuvato dalle lyrics accennate, forzatamente poco comprensibili, ora divenute un vero e proprio strumento aggiunto all’officina sperimentale del duo – fatta esclusione per “Come un raggio”, dove la voce di Viterbini sibila chiara tra le sinuose trame psych-rock.

Indefinibile, inclassificabile, atipico: “Next Big Niente” è quel film che osservi per tutta la durata con una smorfia da “che diavolo è?”, ma che riguardi mille volte con gli occhi incollati alla tv. Perchè non è frutto di un’urgenza, ma di uno studio lento, attento alle volontà momentanee, privo di qualsiasi vincolo o riferimento.

I Bud Spencer Blues Explosion ci piacciono così, perchè fanno un po’ quel che gli pare. E ci azzeccano sempre.

Tracklist

01. Big Niente
02. Medioriente
03. Insynthesi
04. Stranidei
05. Sabroso Tapas Bar
06. Miku 五
07. Vandali
08. Come un raggio
09. Camper
10. Gerrili

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