“Maybe romance is a place”
“Romance” si apre con un mantra, un verso che si ripete e si snoda su uno strumentale etereo, lento, a tratti tetro. Cos’è l’amore? Cos’è il romanticismo? . In che modi e con che forme riesce a nascere un amore puro, nonostante le difficoltà e i problemi che affliggono il mondo circostante? Come si fa ad “Innamorarsi alla fine del mondo” – così dice Chatten – e a proteggere quella “fiamma” che è il motore di tutto?
Il quarto lavoro in studio dei Fontaines D.C. è profondo e analitico, slanciandosi in una riflessione che riguarda tanti interrogativi complessi. Sospeso tra sogno e realtà nei temi e nei suoni, “Romance” è un album ambizioso pregno di sonorità grunge ed elettroniche oniriche, un lavoro che determina per la band irlandese una notevole evoluzione rispetto al post-punk che ha contraddistinto i primi album.
Il viaggio partito dall’Irlanda, dalla quale i Fontaines D.C. si allontanano come mai prima con “Skinty Fia”, li fa ritrovare oggi non solo a Londra, ma ovunque nel mondo, un mondo in cui “Romance” prende forma senza rinnegare le proprie radici e definisce una nuova fase artistica curiosa e coraggiosa della band Tra “romanticismo e idealismo” – questi i due pilastri della “filosofia” della band e dell’interpretazione della strada percorsa finora – i Fontaines D.C. si interrogano sulla differenza tra mondo reale e mondo di fantasia, su cosa sia sogno e cosa realtà, e se quest’ultima non sia proprio quella che stiamo visualizzando nella nostra mente.
In un continuo sali e scendi tra euforia e malinconia, “Romance” si rivela un album forte ed emozionante. Con il loro debutto su XL Recordings, dopo aver lasciato la loro storica Partisan Records, i Fontaines D.C. si sono divertiti ad ampliare i propri panorami sonori, sotto la guida del produttore James Ford.
Questo approccio alla produzione sperimentale e audace è lampante già a partire da “Starburster”, primo singolo estratto dal disco, che mette insieme distorsioni, archi e pianoforte a fare da sfondo all’esperienza reale di un attacco di panico di Chatten. Dal primo singolo, all’ultimo: “In The Modern World” è un brano ipnotico, una denuncia alla società moderna, in “Sundowner” possiamo ascoltare per la prima volta la voce solista di Curley, autore di questo brano ode all’amicizia, che ci guida in un sogno. “Death Kink” è poi la canzone più cruda, rappresentando il momento di risveglio da una relazione manipolatrice: “When you came into my life I was lost and you took that shine to me – at what cost”. “Favourite” è la resa finale in cui il sogno sembra arrivare verso la fine: “I can claim the dreamer from the dream”. Chiudiamo così con un senso di beatitudine e di arresa alla fantasia.
Studiato e realizzato in modo impeccabile, “Romance” è un viaggio trascendentale, a cavallo tra realtà e immaginazione, che rappresenta lo stato dell’arte attuale degli irlandesi. I Fontaines D.C. che ci troviamo ad ascoltare in questo lavoro sono artisti evoluti che hanno raggiunto un livello di complessità ulteriore e che stiamo fotografando nel momento di un evidente cambio di passo. Se questo viaggio iniziato quattro album fa li ha portati fin qui, non possiamo che fermarci e godere dei risultati della loro fervida ispirazione, senza costringerci a pensare a dove porterà.
Tracklist
01. Romance
02. Starburster
03. Here’s The Thing
04. Desire
05. In The Modern World
06. Bug
07. Motorcycle Boy
08. Sundowner
09. Horseness is the Whatness
10. Death Kink
11. Favourite