Certezza dell’estate musicale milanese, gli I-DAYS anche quest’anno spaziano diametralmente tra i generi, e dopo Florence + The Machine e Rosalìa, questa serata è dedicata agli amanti del rock fatto di chitarre e introspezione. Il palco ospiterà oggi tre band, in un accostamento particolare ma che, alla fine, è trasversale quanto basta.

Fast Animals And Slow Kids

“Siamo i Fast Animals and Slow Kids e veniamo da Perugia”

È una signature, un modo che l’ormai popolare band italiana usa per ricordarci e ricordarsi da dove arrivano, molto più che solo geograficamente. Una rarità che vogliano tenerlo così tanto a mente. Ma i FASK non sono più la band underground che ha realmente bisogno di presentarsi così tante volte durante un live: la loro ascesa degli ultimi due anni è impressionante, determinata sicuramente da “Animali Notturni” (2019), dall’ultimo “È già domani” (2021), e in parte accelerata anche dalla relazione del frontman con la celebre creator Camihawke, che sicuramente ha ampliato la fetta di audience a cui i FASK sono arrivati. 

Considerato tutto, è davvero bello vederli arrivare a un palco così importante con uno show che riescono a tenere senza fatica: Aimone riempie ogni spazio e si protrae costantemente verso il pubblico, insaziabile. 

La setlist è una concatenazione dei pezzi più importanti, per diverse ragioni, della carriera recente della band. Siamo certi del fatto che se qualcuno del pubblico non li avesse mai visti, a fine concerto sia andata a cercare la band di Perugia.

Interpol

I New-Yorkesi portano ancora i loro completi eleganti, precisi e ordinati, i white collar del rock alternativo: gli Interpol fanno ritorno in Italia, e questa è solo la prima delle tre date che compongono il mini-tour italiano che li vedrà anche a Torino e Roma nei prossimi giorni.

Per quanto lo show di questa sera sia un po’ sottotono, per noi è un ritorno graditissimo: ci ritroviamo al cospetto di una band è stata tra i pilastri del rock alternativo globale, con una caratterizzazione dei suoni inconfondibile e delle atmosfere irriproducibili.

Paul Banks non si scompone particolarmente durante il set, complice forse un pubblico non precisissimamente in target, e un set un po’ “sacrificato”. Ma c’è da dire che uno show degli Interpol è bello goderselo nella pace dei sensi, perdendosi tra gli arpeggi e i riff dall’eco new-wave.

Questo set è un viaggio tra le pietre miliari della band statunitense, che porta sia brani tratti dal recentissimo “The Other Side Of Self Belief”, a classiconi come “Evil”, “Obstacle 1” e, in chiusura, una finalmente danzereccia “Slowhands”.

Paolo Nutini

Questa serata si conclude con un set di altissimo livello: il palco viene riempito dalla numerosissima band di Paolo Nutini, per una bellissima ultima ora e mezza di show. 

Paolo ha un nuovo haircut molto grunge, ma rimane il ragazzo della porta accanto, quello che suona agli I-Days in t-shirt bianca e jeans blu e che ha un talento estasiante.

Foto: David Barry

Con una mano alza il bicchiere della sua birra brindando con noi: “Salute”, ci dice in italiano, ricordandoci le sue origini toscane. Più avanti nella serata farà un’altra tenerissima dichiarazione al pubblico che lo sta ascoltando assorto, che è davvero una dichiarazione d’amore: “Vi amiamo”, ci dice.

Quello che è davvero emozionante di questo show è la dolcezza, la gratitudine che il cantautore italo-scozzese mostra con purezza e senza la benché minima possibilità di sembrare posticcio. Il suo timbro caldissimo riempie l’Ippodromo, portandoci in un viaggio musicalmente ricchissimo: c’è il rock, il blues, il funk, l’elettronica.

Foto: David Barry

Siamo ancora ai primi brani quando imbraccia la sua chitarra per suonare “Heart Filled Out”, per poi spostarsi ai synth e alle machine con cui produce gli inserti elettronici del brano: è questo uno di quei momenti in cui emerge la sua natura musicale poliedrica, curiosa e appassionata.

C’è tempo anche per una cover come “Stuck In The Middle With You” e  i singalong da perdere il fiato su brani come “Acid Eyes” o “Candy”, che chiude il set principale. Gli encore coronano questo show eclettico e dolcissimo insiene, chiudendosi con una “Shine a Light” cantata dall’intero parterre. 

Un ottimo finale per questa prima tranche di serate targate I-Days, e chissà se il meglio deve ancora venire!

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