Incontriamo con piacere Titan Fox, voce e chitarra degli Hammer King, in occasione dell’uscita del nuovo album della band “König und Kaiser”. Ed è un’ottima occasione per parlare di come il gruppo ha lavorato questa volta, e soprattutto degli obiettivi futuri di una band in rampa di lancio ed in costante crescita. Obiettivi che sono per forza ambiziosi in un periodo decisamente florido per il power metal, ma anche un periodo che potrà prevedere cambiamenti nel prossimo futuro.

Ciao e grazie per essere qui con noi su SpazioRock. Come stai? Immagino sia un periodo intenso, tra promozione ed interviste.

Per prima cosa grazie mille, è un piacere essere qui con voi. È sicuramente un periodo molto pieno. Ho avuto due giorni pieni di interviste ogni settimana ultimamente. Prima iniziavano alla mattina, ed ora al pomeriggio. Guardo fuori dalla finestra e sta venendo buio, quindi siamo verso la fine! (ride, ndr). Quando stai creando musica, producendo musica e certamente promuovendo la tua musica, ogni singola volta che possiamo parlare con chiunque di questo, è sempre una cosa molto positiva, qualcosa di davvero interessante. È qualcosa che ti connette con le persone, entri in contatto con loro come stiamo facendo io e te, ed è bellissimo per me entrare in contatto con la gente, e per questo sto davvero bene.

Può essere noioso a volte fare tantissime interviste? Magari dover ripetere spesso le stesse cose? Oppure trovi sempre qualcosa di nuovo da raccontare e, come mi dicevi, è anche bello parlare del tuo lavoro con persone sempre diverse, anche di differenti Paesi?

Assolutamente, specialmente proprio parlando con persone di altri Paesi diventa davvero interessante. Persone dall’Australia, dagli Stati Uniti. Ho avuto interviste dalla Spagna, poi spesso dall’Olanda, dalla Polonia. In quest’ultima occasione ho avuto molte interviste dalla Polonia, ci sono tante riviste e siti che ne hanno richieste. È un po’ come quando ti chiedono se è noioso suonare sempre gli stessi assoli di chitarra ogni sera per dieci anni, ed io rispondo di no. Perché è sempre diverso ogni sera, ho di fronte a me persone diverse, facce diverse ogni volta e per questo è interessante. Allo stesso modo, parlando delle interviste, ovviamente spesso alcune domande sono sempre le stesse, ma altre volte risultano sempre differenti. E certe volte magari non sono preparato e devo pensare e riflettere sulla mia risposta. Mi piacciono le persone e poter parlare con loro ogni volta, sempre.

Sono passati quasi due anni dall’ultimo album “Kingdemonium”. Cosa hanno fatto gli Hammer King in questo periodo? È stato un periodo intenso, magari proprio per lavorare a questo nuovo album, o sotto il profilo dei live?

Sì, è stato un periodo intenso. Dopo l’uscita di “Kingdemonium” abbiamo suonato ad alcuni festival, siamo stati al Summer Breeze, al Rock Hard Festival. Poi abbiamo fatto altri festival minori e degli show nei club. Abbiamo fatto un tour con i Mystic Prophecy l’anno scorso a maggio ed è stata davvero una bellissima esperienza. Tornare a suonare in libertà dopo la pausa dovuta al Coronavirus è stato magnifico. Siamo una band che ama molto suonare tanti live di seguito, quando suoni più di due live ti senti sempre meglio perché entri in un mood particolare. Quando esci dal tour bus per suonare, è molto diverso da quando arrivi con la tua macchina per una data singola, anche se ovviamente ci piace anche quello. Ricordo bene quando ci hanno chiesto durante l’ultima parte del tour se saremmo stati capaci di fare uscire il nuovo album per la fine di marzo, ed ho risposto: “Certo possiamo farlo! Abbiamo già delle canzoni pronte. Sicuro, nessun problema!” (ride, ndr). Così ci siamo ritrovati tra di noi per mettere insieme tutte le idee e quello che ci sarebbe piaciuto fare. La differenza questa volta è che abbiamo lavorato in gruppi di due o tre, mai tutti e quattro insieme, ma siamo stati in contatto molto più spesso, in modo che ognuno potesse lavorare al meglio ogni giorno. Lavorando in due, riesci a fare le cose più velocemente e poi il materiale è pronto per chi viene dopo. Questo è stato un procedimento molto più rapido. Inoltre non ci siamo dovuti confrontare per troppo tempo, ci siamo sentiti super rilassati e davvero molto ispirati. Ognuno nella band si è ritrovato davvero in un mood estremamente positivo. Il processo di songwriting di conseguenza è stato davvero il più veloce dai tempi del primo album. È una cosa che ogni musicista sogna, che avvenga tutto in maniera molto naturale e veloce, senza doverci pensare troppo. Abbiamo passato davvero dei bei momenti. Abbiamo lavorato molto sui brani anche se i tempi per registrare allo Studio Greywolf erano molto stretti poiché Charles (Charles Greywolf dei Powerwolf, ndr) era in quel periodo molto impegnato con la band, tra concerti e festival. Abbiamo perciò dovuto programmare molto bene le registrazioni, giorno per giorno con precisione perché l’album doveva uscire entro i tempi stabiliti. Normalmente per un vocalist non è una sensazione positiva avere della pressione. Ma questa volta non ho sentito la pressione, mi sono solamente goduto il momento. È stato bello perché mi è piaciuto molto cantare le canzoni, essere in studio con Charles, un mix tra la tua vacanza preferita e un campo militare! (ride, ndr). È stato qualcosa di molto bello da fare, mi piace molto curare i dettagli e provare le cose affinché vengano sempre meglio. È stata una bellissima registrazione, ma sicuramente un periodo molto intenso.

Credo che proprio questo nuovo album possa essere importante per voi e per la vostra carriera, cisto che siete ormai vicini ai dieci anni di attività. È così?

Assolutamente sì. È il terzo album che facciamo con Napalm Records, e si dice sempre che il terzo album debba essere una sorta di passo decisivo. Ed è appunto il nostro terzo in una grande label, e al momento, stiamo attraversando una fase di crescita e di popolarità, tra i fans e i media, che sta aumentando sempre di più e per noi è un ottimo segnale.

Mi ha incuriosito la scelta del titolo, “König und Kaiser”, che ha certamente un richiamo molto epico ma che forse vuole sottolineare l’appartenenza alla vostra terra. È così? Come mai questa scelta?

Per prima cosa voglio dire che è una sorta di punizione per costringere le persone degli altri Paesi a parlare in tedesco! (ride, ndr). È una cosa mia, sto scherzando ovviamente. A parte questo ti dico che le cose belle, come spesso accade nel rock e nel metal capitano senza rifletterci, accadono in maniera naturale. Nel processo di composizione avevamo la struttura per un brano che si chiamava “Infinite King” e non avevamo trovato la melodia per il chorus, perché per una canzone lenta era troppo veloce, e per una canzone veloce era troppo lento. Per cui ogni soluzione che trovavamo era o troppo noiosa, o troppo “gioiosa” e non riuscivamo ad ottenere nulla. Ricordo perciò quando un giorno guidavo la macchina lungo l’autostrada ascoltando la traccia strumentale nella mia radio, e ho avuto all’improvviso un’idea. Per quale ragione non inserire delle parole in tedesco, visto che normalmente non lo faccio mai? E quindi ho tenuto questa idea e queste parole sino a che non sono arrivato in studio per registrarlo sulla demo. Ho parlato con il mio batterista dicendo che forse avevo trovato la melodia. Ma ho specificato che era in tedesco, e in ogni maniera in cui provavo a cambiare le parole in inglese, il suono diventava debolissimo e non funzionava. Quindi ho pensato di poter mantenere le parole in tedesco, perché no? “König und Kaiser” quindi, Re ed Imperatore nello stesso chorus, riflettendo che comunque a livello di significato poteva non avere troppo senso. Ma poi non si poteva avere una canzone con parole in tedesco, ed avere poi il titolo in inglese. Non potevamo fare altrimenti. E abbiamo riflettuto su quale fosse il re in questione, e sicuramente era l’Hammer King. Ma nella storia ci sono state figure che veramente erano sia re che imperatori, e non ne avevo mai sentito parlare. E quindi analizzando il tutto era bello che l’Hammer King fosse anche allo stesso tempo imperatore, non solo un re delle battaglie, ma anche allo stesso modo un imperatore reale. Perciò abbiamo deciso di mantenere anche “König und Kaiser” come titolo, e nella lingua tedesca queste due parole hanno anche qualcosa di mistico, con un’aura di reale e nobile, e come tu dici ha un che di molto epico allo stesso modo. Ci è perciò piaciuta molto l’idea di intitolare la canzone proprio così, perfetta per la melodia e il chorus, ed è diventata una delle canzoni più importanti dell’album. Qualcuno ha proposto che questa canzone diventasse la title-track dell’album, ma non sono stato io, perché sapevo che la label non avrebbe voluto un album in tedesco! (ride, ndr). Ma abbiamo comunque provato tramite il nostro manager a incontrare il ragazzo italiano dei Visions Of Atlantis (Michele Guaitoli, ndr) che lavora nella label e ci ha detto : “Io sono italiano, ma mi piace il sound del titolo in tedesco! Perché non lo provate!?” E alla fine anche la label è stata d’accordo e così abbiamo utilizzato “König und Kaiser” come titolo dell’album. È stata anche una bella coincidenza quando abbiamo visto l’artwork della copertina, che combina il dualismo tra il re e la nobiltà, è stata una cosa fantastica e ci ha resi molto felici.

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Dal punto di vista musicale, posso dire di aver trovato molti lati interessanti e vari lati del power metal. Ci sono canzoni molto epiche come “Kingdom Of Hammer Kings” o cavalcate veloci come “Future King”, fino ad influenze folk mediorientali con “Kings Of Arabia”. Vi piace riuscire ad esplorare tanti lati del power metal?

Sono totalmente d’accordo con te. Qualche giorno fa parlando con qualcuno dicevo, questa è musica, questo è metal, e questo è classic metal o power metal. E in questa piccola scatola, in questa particolare tipologia di musica è fantastico trovare sempre qualcosa di particolare. È per questo che per me il metal rappresenta la mia grande ed unica musica preferita. Ma ci sono delle band che sono fuori dal metal e che hanno comunque avuto un impatto importante su di me. Quando suoni metal, quando scrivi metal, quando fai metal, credo sia molto importante e utile ascoltare anche cose che non sono metal, per poter in qualche modo rinfrescare la tua mente e la tua ispirazione. E ricordo quando abbiamo cominciato a lavorare a “Kings Of Arabia” . Ci siamo chiesti come il sound di “King Is Rising” del nostro secondo album (“King Is Rising” del 2016, ndr) potesse suonare se fosse stata non una canzone di stampo europeo, ma dalle influenze arabesche. Perciò abbiamo cercato di cambiare le melodie utilizzando influenze arabe e mediorientali, e mentre provavamo ognuno di noi sembrava soddisfatto e ci piaceva il risultato. Dolph (il batterista, ndr) ha suonato una parte di batteria che non aveva mai provato prima in altri brani, e l’effetto è stato davvero interessante perché ora grazie anche a questo, il brano non aveva assolutamente più nulla a che fare con “King Is Rising”, ed è diventato completamente un’altra cosa. Abbiamo avuto un solo microfono per registrarci e abbiamo in pratica fatto un jam session per registrare la canzone. E dopo abbiamo provato qualcosa di diverso a metà brano. Ci sono ora tre parti a metà del brano che  sembra non c’entrino nulla con il resto della canzone e sono appunto scaturite da questa jam session, ma non abbiamo cambiato o modificato nulla, ed è realmente quello che è venuto fuori dalla nostra prima registrazione. Ovviamente è stata pulita e sistemata, ma abbiamo catturato questo mood per avere una canzone molto spontanea. Ho poi pensato che fosse necessario all’interno del pezzo un assolo di chitarra che suonasse come Ross The Boss che suona Ritchie Blackmore dei Rainbow. E ho detto: “datemi un secondo e farò qualcosa che non si dimenticherà!”. Anche in questo caso è successo subito, in maniera quasi immediata. Quello che c’è nell’album è esattamente quello che c’era nel demo. È stato messo così perché anche in questo caso era estremamente spontaneo. Per un musicista è una cosa magica, quando fai una cosa per la prima volta e funziona immediatamente. Per noi e soprattutto per me “Kings Of Arabia” è una canzone davvero speciale. La parte strumentale dell’intro sembra un sitar indiano anche se non è un sitar. Abbiamo trovato questi effetti e questo sound che dà un colore molto particolare al brano, e credo sia molto importante avere una canzone così in un album dove ci sono tantissimi brani molto energici, rappresenta un altro colore, un’altra sfumatura della nostra musica.

Come vedi la scena power metal attuale? Ritengo che forse sia un momento davvero positivo. Ci sono band come Powerwolf o Sabaton che ormai sono diventate dei big e ormai sono spesso headliner in molti festival, e tante altre band anche relativamente nuove che stanno facendo ottimi numeri. Senza parlare dei nomi storici come Stratovarius ed Helloween. Per una band come voi, è importante che il movimento sia così vivo e richiami tanto interesse, o magari allo stesso modo è più difficile emergere o trovare le occasioni giuste?

Ora entriamo in una parte filosofica. Perché credo che se tu ti trovi in una buona connessione con quello che alcuni chiamano Dio, alcuni chiamano spirito, altri chiamano universo, se hai una buona connessione con tutto questo, penso che tu riesca a sentire, a percepire quando è il giusto momento per te. E io credo realmente che siamo in una posizione molto fortunata in questo momento. Quando dedichi più di 20 anni alla musica, e al metal, è normale che tu debba rinunciare a qualcosa della tua vita, ma in circa due settimane saremo in tour con la band, avremo l’occasione di incontrare tante persone, di entrare in contatto con loro, vedere i fan e farne nascere di nuovi. È qualcosa mai successa prima e che sta succedendo ora, in questo momento. E sono d’accordo con te che adesso è un ottimo momento per le band che suonano un heavy metal classico o power metal, una conferma e quasi una rinascita. Ho visto gli Stratovarius, non ricordo se quest’anno o l’anno scorso, e sono stati assolutamente fantastici. La prima volta che li vidi era nel 1996 con il tour di “Episode”, e nonostante ci siano stati tanti cambiamenti anche di line up da allora, li ho trovati super in forma, con la voglia di stare sul palco e affamati. Il chitarrista era fantastico e davvero carismatico, tutti nella band sono stati grandi e le canzoni erano fantastiche e Timo Kotipelto ha cantato come non faceva da anni. E anche gli ultimi album sono grandiosi. Sento una grande energia da parte loro, e questo avviene anche per altre band power metal. Tu hai detto che Powerwolf, Sabaton ed altri sono ormai gli headliner del futuro, e questo mi ha fatto riflettere e pensare. Abbiamo atteso tantissimo tempo appoggiandoci sui grandi gruppi del passato, che hanno dominato la scena, senza chiederci chi potessero essere gli headliner del futuro. Ad esempio, pensando da qui a cinque anni, non so se i Judas Priest faranno un altro album, e se lo faranno, al massimo potrebbe essere l’ultimo. Davvero l’ultimo album “Invincible Shield” è fantastico, ma dopo questo tour è probabile che si possano fermare. I Saxon? Magari 5 anni. A quell’ epoca ne avranno 78, e credo siano tanti. Quindi abbiamo bisogno di nuove band che possano essere valide ed in grado di essere headliner nei maggiori festival e che possano attirare tanto pubblico. Pensando agli Iron Maiden, Nicko ha qualche problema di salute, e nessuno sa quanto potrà andare avanti. Abbiamo bisogno di nuove band perché la gente vorrà ancora vedere i live. E questa è una buona cosa. Io non sono un fan dei Sabaton, non è il mio tipo di musica, ma credo che siano persone davvero fantastiche con un ottimo approccio lavorativo e si meritano assolutamente tutto il successo che hanno. E sarò assolutamente felice per ogni band grande abbastanza da essere headliner al Wacken da qui a 5 anni. Quindi magari per noi è una cosa buona perché possiamo crescere. Sono la prima persona a dire che vogliamo suonare tanti show ed essere protagonisti ad alcuni festival. Non posso dire che saremo headliner, ma credo che siamo una band che possa essere capace di fare un’ottima figura ai festival.

Sono assolutamente d’accordo con te. In primavera, tra poche settimane avrete un tour europeo importante con i Warkings. Penso sia un tour davvero interessante per chi ama il power. Quante aspettative hai per questa esperienza?

Avevamo pensato già da qualche anno che i Warkings sarebbero stati un gruppo perfetto per andare in tour. Di sicuro un altro gruppo perfetto sarebbero i Powerwolf, ma credo dobbiamo diventare più grandi per poterlo fare, sicuramente. Sono entrambe band che hanno la nostra stessa direzione musicale. Il tour con i Warkings ha avuto un ottimo responso, alcuni show sono sold out, in altri show rimangono pochi biglietti. Quindi ci sarà davvero tanta gente, e spero che non tantissime persone non ci abbiano ancora  mai sentiti. Queste diventerebbero quindi nuove persone per noi. Ma spero che anche chi non ci conosce possa apprezzare ciò che vedranno, perché non siamo così distanti dai Warkings, e noi siamo il tipo di persone, che come faceva Ronnie James Dio in passato, vogliamo incontrare la gente, parliamo con loro. Finché il tour bus non parte e ci costringe ad andare via, rimaniamo a parlare con l’ultimo fan presente. Quindi sarà davvero un’ottima opportunità per noi per raggiungere tutte le persone.

Prima di salutarci, ti chiedo se hai un sogno per il futuro della band. Magari un concerto particolare, oppure una collaborazione… un sogno che speri possa realizzarsi.

Ci sono due cose. La prima è che sono da sempre un grandissimo fan di Leather Leone. Ha origini italiane, ma viene dagli Stati Uniti. Leather è probabilmente la nostra cantante heavy metal preferita. Ronnie James Dio era sua amica e diceva che lei era la sua versione femminile. Quindi è in pratica Ronnie James Dio al femminile! E spero davvero di poterla avere come ospite nel prossimo album degli Hammer King. Sono davvero un suo fan e sarebbe incredibile per me. L’altro sogno è molto semplice. Vorrei vedere gli Hammer King suonare in tour con i Powerwolf!

Penso che quest’ultimo sia un sogno che si possa realizzare! Penso che possiate essere una band perfetta per andare in tour con loro.

Sono completamente d’accordo con te! (ride, ndr). Vedi quello che sta accadendo è che i Powerwolf stanno cercando di essere più grandi possibili. Se vedi ora il loro gruppo di supporto per il prossimo tour saranno gli Hammerfall, ed è incredibile! Questo vuol dire che gli Hammerfall porteranno ancora più pubblico, e questa è una cosa molto importante sia per gli Hammerfall che per i Powerwolf. E la stessa cosa è capitata per i Sabaton, con gli Accept come gruppo di supporto anche se molti lo hanno considerato quasi come un sacrilegio. Perciò purtroppo attualmente non siamo in una posizione di poter suonare con i Powerwolf in tour proprio perché stanno cercando di crescere sempre di più, ma magari in futuro potrebbe essere possibile essere i loro opening act. Ne saremmo davvero davvero felici, perché amiamo Charles Greywolf, e Attila è un ragazzo fantastico, ho parlato con Matthew ed è fantastico e Roel Van Helden è un ragazzo valido e un bravissimo batterista. Conosco poco Falk Maria, che è l’unico che non ho avuto modo di frequentare molto, ma credo sia anche lui davvero fantastico. Sono ragazzi che quando lavorano con la band sono grandiosi ed è una cosa che amo davvero. Vediamo cosa capiterà in futuro, incrociamo le dita! (ride, ndr)

Ti ringrazio per essere stato qui con noi, e chiedo se puoi mandare un saluto ai nostri lettori e ai vostri fan italiani, sperando che possiate presto fare un concerto nel nostro Paese.

Assolutamente. Per prima cosa grazie per il vostro tempo, e grazie mille per questa chiacchierata. È fantastico che questa sia la mia ultima intervista per oggi ed è stato molto bello chiudere la giornata con te. Ho assolutamente voglia di tornare in Italia. Ricordo che abbiamo suonato in Italia solamente una volta nel 2016 con gli Hammer King.  Sicuramente ho ottimi ricordi degli show che ho fatto con Ross The Boss, credo 5 o 6 shows, non ricordo esattamente. Voglio assolutamente tornare in Italia, e grazie per essere in contatto con noi. Non saremo a breve nel vostro Paese, ma probabilmente in autunno avremo un nuovo tour e spero davvero possiamo venire. Amiamo l’Italia e amiamo il cibo italiano inoltre, e perciò vogliamo tornare il prima possibile. Tenete le dita incrociate!

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