A poca distanza dall’uscita del loro prossimo album “Part Time Believer” prevista per il 9 febbraio, abbiamo avuto modo di scambiare quattro chiacchiere con Jimmy Chauveau (voce) ed Isabel Ritchie (violino) del gruppo alternative country/indie folk The Strumbellas. I due ci hanno raccontato qualcosa in più su come siano nate le nuove canzoni, su come si siano conosciuti e sul loro nome, coniando anche un nuovo genere: il funeral pop!

Ciao ragazzi, per prima cosa grazie mille di essere qui e benvenuti su SpazioRock. Partiamo con una curiosità: cosa significa il nome The Strumbellas?

Isabel: Speravo ci fosse una spiegazione migliore dietro il nome The Strumbellas. Semplicemente c’è venuto fuori, suonava carino, ma non c’è nessuna motivazione particolare dietro. Era soltanto un nome che ci piaceva.

Ok, quindi non significa nulla di particolare?

Isabel: No. È tipo “strumming” come la tecnica per la chitarra e “bella” tipo “beautiful” ma non ci abbiamo davvero pensato così tanto.

Capisco! E invece come vi siete conosciuti ed avete iniziato a fare musica insieme?

Isabel: Questa è facile. La band è iniziata su Craiglist, con il cantante che ha messo un annuncio per cercare membri per il gruppo e ha messo un link ad un paio di canzoni. Inizialmente c’erano anche altri strumenti nella band, tipo clarinetto, banjo… Era una cosa tipo “Chiunque voglia suonare con noi può suonare”. Era divertente, suonavamo ai mercati, nei parchi, alle fiere… Abbiamo suonato un po’ ovunque gratuitamente e per divertimento. Poi, piano piano, abbiamo iniziato ad avere un batterista e a diventare una band più standard, con strumenti standard. È così che è iniziata.

Nella vostra band siete in tanti. È più difficile trovare un equilibrio quando si è in più elementi?

Jimmy: No, l’importante è che vi sia comunicazione tra tutti i membri. È esattamente lo stesso che per gruppi meno numerosi.

Parlando della vostra musica… Avete raggiunto il successo in particolar modo grazie al vostro singolo “Spirits”. In Italia, quando uscì, era praticamente in ogni radio! Com’è cambiata la vostra vita da allora?

Isabel: Allora, sicuramente la nostra vita è cambiata da allora. “Spirits” ci ha permesso di raggiungere il successo anche qui in Europa, in Italia come dici tu, e ancora oggi stiamo raggiungendo nuovi fan, nuove persone in diversi Paesi di tutto il mondo. Inizialmente, quando uscì, non era così famosa ma in poco tempo è diventata davvero popolare. Siamo arrivati addirittura in India e in Indonesia. Ed è davvero fantastico poter raggiungere così tante persone con la propria musica. Da allora davvero molte cose sono cambiate. Abbiamo anche un nuovo cantante, Jimmy, che ha sostituito Simon che comunque continua a collaborare con la band. Siamo davvero contenti di avere Jimmy con noi e continuiamo ad amare il fatto di fare musica e di raggiungere grazie a questa persone in tutto il mondo.

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Tra pochi giorni uscirà il vostro nuovo album “Part Time Believer”, potreste darci qualche anticipazione a riguardo?

Jimmy: Certo. L’abbiamo scritto insieme. Avevamo un bel po’ di canzoni per mettere su questo album e abbiamo scelto le nostre preferite tra queste. Le abbiamo poi registrate ad Atlanta e siamo veramente eccitati all’idea di poter farvele ascoltare!

Parliamo della copertina dell’album, come nelle precedenti nuovamente ritroviamo elementi della natura. C’è un motivo preciso per cui c’è questa ricorrenza?

Isabel: Oh, che hai notato! Effettivamente ci sono alcuni elementi della natura, come ad esempio il fuoco, le montagne… Credo che questo sia dovuto anche al genere di musica che proponiamo, usiamo un violino e ci piace suonare all’aperto. Per noi è molto importante il legame con la natura ed in qualche modo questo lo percepisci nella nostra musica. La influenza in un certo senso.

Jimmy: L’artista che ha lavorato alla copertina ha cercato in qualche modo di rappresentare i diversi brani attraverso i vari elementi che la compongono. Ognuno di questi racconta una canzone. La stessa cosa vale anche per le copertine dei singoli che cercano di rappresentare appunto la canzone.

A proposito di singoli… Il primo singolo tratto dall’album è “Hold Me”. Di che parla la canzone?

Jimmy: “Hold Me” è una canzone d’amore, anche se velata di malinconia. Parla anche di depressione, di quando si è tristi. Parla di un amore che continua anche nei tempi bui, di cosa significhi essere amati e aver bisogno dell’amore nei momenti peggiori, di cosa le persone possono significare l’una per l’altra quando sono giù. Insomma è dedicata a qualcuno su cui puoi sempre contare.

Ho notato che la malinconia è ricorrente nei vostri testi, sempre molto profondi ma spesso tristi. La musica, invece, suona sempre allegra. Come spiegate questo contrasto tra le due cose?

Isabel: Beh, in effetti i nostri testi sono spesso tristi, malinconici… A volte trattiamo anche la morte come argomento. Potremmo dire che facciamo un funeral pop, considerato il fatto che la musica invece è molto pop ed allegra! Diciamo che ci piace il fatto che i testi delle nostre canzoni dicano qualcosa di profondo. Per la musica, invece, noi siamo così come ci vedi: allegri! Fare musica ci diverte, ci rende felici. Poi anche il genere che facciamo è un genere allegro, con il violino, sul country/folk… E abbiamo scritto tante cose ma alla fine le migliori erano sempre quelle più felici.

Personalmente mi piace molto questo contrasto che c’è nelle vostre canzoni. Per quanto riguarda invece le influenze che potremmo ritrovare nell’album, c’è qualche artista in particolare che vi ha ispirato o che avete ascoltato durante le registrazioni?

Jimmy: Allora, a livello personale, quest’album è stato un po’ la mia introduzione all’interno della band. Per quanto mi riguarda sono entrato dentro e abbiamo dovuto conoscerci per prima cosa meglio, conoscere i diversi gusti di ciascuno. Ci siamo scambiati molta musica, molti artisti da ascoltare, in modo da conoscerci l’uno con l’altro e crescere musicalmente in questo periodo. Quindi direi che non c’è stato solo un artista o un paio di band che ci hanno influenzato ma un misto di tutto. È nato tutto da questo creare insieme, dal conoscersi.

Andrete presto in tour per promuovere il nuovo album, ma ho visto che per ora l’Europa non è prevista. Verrete anche in Italia in futuro? I fan italiani hanno bisogno di voi!

Isabel: Sì, per il momento il tour prevede soltanto il Nord America. Ancora non siamo riusciti ad organizzare le date in Europa ma speriamo che in futuro potremmo suonarci presto e venire anche in Italia. Ci manca l’Italia e ci mancano i fan italiani!

Speriamo anche noi di vedervi presto in concerto qui in Italia. Grazie mille per il tempo che ci avete dedicato!

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