A 42 anni dalla tragica scomparsa dello storico leader dei Joy Division, Ian Curtis, Bernard Sumner e Stephen Morris – rispettivamente chitarrista e batterista della band di Manchester e membri dei New Order – hanno deciso di presentarsi al Parlamento britannico per discutere l’annoso problema della salute mentale, tema mai troppo approfondito nel Palazzo di Westminster. L’intero evento, avvenuto ieri 18 maggio, si è svolto per commemorare la scomparsa di Ian Curtis.

L’evento

I due compagni di band di Ian Curtis hanno finalmente riacceso la discussione al Parlamento britannico per quanto riguarda la prevenzione del suicidio. La data scelta, il 18 maggio, non è casuale, dato che proprio durante questo giorno di 42 anni fa, Ian Curtis si tolse le vita nella sua casa di Macclesfield a soli 23 anni. L’evento (il quale doveva svolgersi originariamente nel 2020 per poi essere rimandato a causa della pandemia COVID-19) è stato battezzato “Suicide Prevention: Breaking The Silence” e si è svolto nella Speaker’s House del Parlamento.

Sumner e Morris hanno collaborato strettamente con la CALMzone (Campaign Against Living Miserably), un ente di beneficenza che si occupa di fornire supporto psicologico, e insieme hanno potuto parlare di come chi soffra di problemi psicologici quali depressione e disturbi depressivi sia stigmatizzato dalla società inglese.

I due membri dei New Order hanno anche parlato della figura di Ian Curtis e dei suoi problemi di salute mentale. Sumner ha dichiarato:

All’inizio non pensavamo che avesse un problema di salute mentale, ma che avesse un problema di epilessia. […] I suoi testi erano un po’ cupi, per usare un eufemismo, ma quando Ian era con noi ogni giorno e durante le prove, era un tipo divertente da avere attorno. […] Se si guardano molte foto di Ian all’epoca, molte lo ritraggono con la testa tra le mani. Queste foto sono state scattate nelle due settimane precedenti la sua morte. Per il resto del tempo stava bene.

Secondo le statistiche della CALMzone, quando una persona muore suicida colpisce almeno altre 135 persone tra amici, parenti e colleghi. Sulla questione Sumner ha dichiarato:

Vorrei dire che, oltre alla persona che si toglie la vita, sono anche le persone che la circondano a essere distrutte. Molto spesso, se qualcuno ha problemi psicologici, i medici non parlano con la famiglia. Penso che sia sbagliato, perché la famiglia non può prendersi cura della persona se non sa qual è il problema.

Ian è rimasto con me per due settimane prima di morire e ho cercato ogni giorno di dissuaderlo. Non era d’accordo con me, ma credo che avesse un obiettivo. Aveva un programma che non voleva discutere con noi. Stava per accadere e non credo che avremmo potuto fare qualcosa.

Secondo Sumner, Morris e la CALMzone, i problemi psicologici non sono mai stati presi troppo in considerazioni dalle generazioni passate, le quali hanno spesso preferito non dare troppa importanza allo stato di salute mentale propria e dei  propri figli. Infatti, Sumner ha sostenuto che i Joy Division siano nati come band punk, ma al di là della semplice ribellione c’è sempre stato il desiderio di evadere dalla realtà.

Diversi anche gli interventi di altre persone presenti all’evento, tra cui il sindaco di Manchester Andy Burnham e la parlamentare Kerry McCarthy, i quali hanno parlato sia della vita di Ian Curtis ma anche delle condizioni precarie del sistema sanitario riguardo ai disturbi psicologici.

Prevenzione suicidi in Italia: Telefono Amico Italia.

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