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Passare una vita a sentirsi outsider e poi ritrovarsi in mezzo a centinaia di persone che si sentono allo stesso modo: il termine assume sicuramente un significato del tutto diverso, quasi contraddicendolo. È come la cosa del “meno per meno fa più”, ricercandone forse un po’ forzatamente un senso metaforico, oppure un più banale “l’unione fa la forza”. 

Possiamo anche solo dire che trovare persone simili a se stessi in un parterre sold out fa sentire meno soli? Semplificando, sì.

Quello che abbiamo appena descritto – che è poi una delle meraviglie del vivere la musica live –  è quanto accaduto ieri sera ai Magazzini Generali di Milano, che ha ospitato, dopo pochi mesi dal loro show al Circolo Magnolia di Milano, il ritorno in Italia dei Palaye Royale

La band statunitense, in pienissima e splendente ascesa, è qui a presentare l’ultimo album pubblicato  lo scorso autunno via Sumerian Records, “Fever Dream”

La serata viene aperta dagli Starbenders, band statunitense capitanata da una Siouxsie del giorno d’oggi. Il suo nome è Kimi Shelter, ed è una fantastica frontwoman. Mastica incessantemente la sua chewing gum e tuona dall’alto del palco: “Are there any witches in the house?”. Le atmosfere goth e glam elettrizzano i Magazzini, attoniti e rapiti dalle movenze e dall’energia della band. Un ottimo inizio.

Dopo un veloce cambio palco, è il turno degli Yonaka. E finalmente.

La band di Brighton, UK, torna in Italia dopo ben cinque anni, quando li conoscemmo con grande meraviglia in apertura ai Bring Me The Horizon durante il tour di “Amo”. 

C’è una cosa che fa molto bene del fatto di parlare di salute mentale, ovvero che permette di estrarre, nel senso letterale del portare fuori, tutto quello che accade nella propria testa. È un processo che permette di dare un nome e una forma a quel qualcosa, di vederlo e affrontarlo. In breve, ciò che fanno gli Yonaka con la loro musica è proprio questo. 

Questa sera, cantiamo e parliamo senza troppi fronzoli di attacchi di panico, certo, ma anche di tutto il processo di acquisizione della consapevolezza di se stessi. “You’re much stronger than you think you are”, ci dice Theresa, la nostra frontwoman nonché guida spirituale in questo momento di profondità e di auto-indagine, mentre intona la conclusiva “Seize The Power”. Che bel ritorno, Yonaka. 

A questo punto della serata, il parterre dei Magazzini Generali di Milano è completamente gremito. L’urlo che accoglie i Palaye Royale  sul loro primo brano “Nightmares” fa letteralmente vibrare il corpo. Remington è scatenato, senza freni, cerca il suo pubblico, urlando insieme a loro le parole di queste canzoni piene di dolore, ma che ora diventano un’arma letale per sconfiggerlo, tutto questo male. 

Balliamo poi con “Love in LA” e “You’ll be Fine”, per poi scioglierci nella prima ballatona della serata “Broken”. Succede un po’ di tutto durante questo set: Remington si arrampica sulle americane dei Magazzini, incitando il pubblico da metri di altezza, si getta nel pubblico, ma, senza dubbio, l’apice è il crowd surf sul gommone durante “King Of The Damned”, con un Remington pirata armato di Super Liquidator. Per quanto mi riguarda, sarei già felice così, ma lo show va avanti tra momenti di introspezione come con “Oblivion”, di dita medie al cielo contro chi ci vuole male durante “Punching Bag”. Scivoliamo felicemente verso il finale con “Lonely” e “Fever Dream”, la title track, cantata a pieni polmoni da tutto il pubblico, una sorta di nuovo manifesto dei Palaye Royale.

Ci guardiamo intorno e, davvero, non vediamo che sorrisi sui volti di noi che, stasera, da outsider siamo riusciti a “sentirci parte”.

Setlist

Nightmares
No Love in LA
You’ll Be Fine
Broken
Fucking With My Head
King Of The Damned
Paranoid
Oblivion
Lifeless Stars
Punching Bag
Mr.Doctor Man
Off With The Head
Lonely
Fever Dream   

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