Tra i tanti big che hanno calcato le assi dell’Hellfest 2023, i Def Leppard occupano sicuramente un posto speciale; vuoi per gli oltre 40 anni carriera, vuoi per i milioni di dischi venduti, ogni appuntamento con la band britannica si rivela essere sempre unico e speciale, capace di riunire sotto il palco fan attempati ed altri molto più giovani. Proprio sulla base di quanto ora scritto, non era possibile mancare all’appuntamento in sala stampa, anche solo per poter sentire che cosa Phil Collen e Vivian Campbell avevano da dire ai microfoni.

Il tour insieme ai Motley Crue è la notizia del momento e, quindi, i due chitarristi confermano che, almeno fino al prossimo autunno, saranno impegnati con la band di Los Angeles; tuttavia, nel 2023 cade anche il quarantesimo anniversario di “Pyromania”, uno dei lavori più celebri dei Def, ma la band non ha parlato di alcun tour celebrativo in programma, almeno per ora.

Drastic Symphonies” è uno degli ultimi lavori del gruppo che, grazie alla Royal Philharmonic Orchestra ed agli arrangiamenti di Eric Gorfain, ha dato nuova linfa ai classici della band. Collen e Campbell hanno parlato di quanto meticoloso sia stato l’impegno del gruppo, che ha dovuto ri-registrare alcune linee vocali, ritenute troppo alte per un’orchestra, o addirittura rimuovere interamente le parti di chitarra e batteria, come avvenuto con “Animal”. La band sa benissimo che alcuni pezzi come “Rock of Ages” e “Pour Some Sugar on Me” non avrebbero funzionato a dovere in questa nuova veste, ma anche che brani del calibro di “Gods of War” e “Paper Sun” avrebbero ricevuto un ulteriore carico di epicità e drammaticità.

Quando si parla di un combo con una carriera così longeva, è praticamente impossibile non parlare dei tanti aneddoti che l’hanno riguardato, soprattutto se tra questi vi era il possibile approdo in formazione di Adrian Smith, storico chitarrista degli Iron Maiden. La band era da poco reduce dalla perdita di Steve Clark ed era alla ricerca di un musicista che fosse non solo un grande chitarrista, ma anche un ottimo cantante; i provini ricaddero su cinque musicisti tra cui figuravano nomi di spicco come John Sykes, il giù menzionato Adrian Smith e, ovviamente, Vivian Campbell. Con Smith la band suonò diversi pezzi del suo repertorio e, nonostante il grande talento del musicista, la scelta ricadde sull’ex membro dei Dio, che diventò a tutti gli effetti un membro della grande famiglia dei Def Leppard.

Sempre a proposito di carriera, quando al duo viene chiesto che cosa, in oltre 40 anni di musica, li abbia resi maggiormente fieri, la risposta non cade sui tanti concerti sold out, e nemmeno sui milioni di dischi venduti o sull’ingresso nella Rock ‘N Roll Hall Of Fame, ma sullo stato di forma in cui la band si trova adesso (che noi non abbiamo potuto che confermare nel nostro live report). Per Collen e Campbell, la soddisfazione più grande è guardare al passato ed accorgersi di essere dei musicisti migliori di come lo si era in precedenza, sia da un punto di vista chitarristico che vocale, tanto da far credere, ad uno dei loro ultimi concerti in Scandinavia, di utilizzare basi pre-registrate.

Ogni volta che ci rechiamo ad uno show dei Leppard, una delle cose che colpisce di più l’occhio è la presenza di fan delle età più diverse che, di fatto, rendono il gruppo in questione capace di coinvolgere più generazioni di appassionati. I due chitarristi, tanto 20 anni fa quanto oggi, nonostante i tanti cambiamenti che hanno riguardato il music business da Napster in poi, hanno sin da subito notato la presenza dei giovanissimi ai loro concerti, vuoi perché si erano imbattuti per caso nella loro musica, vuoi perché i loro genitori erano fan del gruppo e li avevano portati con loro. Quale che sia la ragione, la band afferma chiaramente che questa fascia di pubblico è quella che da maggiore entusiasmo, soprattutto quando si hanno alle spalle così tanti anni di attività live; stando alle parole di Campbell, i Def Leppard sono dei veri e proprio vampiri che si nutrono dell’energia sprigionata dal pubblico, restituendone altrettanta in cambio, ed i “metal kids” sono una delle ragioni che spinge la band ad andare avanti.

Se sui Last in Line, uno dei progetti paralleli di Vivian Campbell, non ci sono novità da registrare, il discorso continua a vertere sull’attività live dei Def, concentrandosi sulla differenza che c’è tra gli show nelle arene e quelli nelle venue più piccole. La band afferma che entrambe le tipologie di show sono appaganti e stimolanti, seppur diverse; se, da una parte, è bello vedere migliaia di persone esaltarsi sul riff di “Photograph”, è altrettanto esaltante andare in una location intima ed eseguire brani più di nicchia, come “Billy’s Got a Gun” o “Gods of War”, che non sempre vengono proposti dal vivo. Il gruppo afferma scherzosamente che questa tipologia di concerti è l’ideale per rinfrescare proprio questi pezzi, anche a costo di sbagliare qualche nota, perché il rock ‘n roll, alla fine della fiera, è anche questo.

La chiosa finale non poteva che vertere sulle velleità artistiche che, per band dell’età dei Def Leppard, sono merce sempre più rara. Sotto questo aspetto, Phil e Vivian non hanno dubbi: essere artisti e musicisti significa avere sempre nuove idee in mente e nuovo materiale da sottoporre al gruppo; se loro smettessero di svolgere questa attività, se la voglia di reinventarsi di volta in volta venisse meno, i Def Leppard diventerebbero una band banale, e questo non è nelle intenzioni di nessuno dei suoi membri.

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