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NUOVE USCITERECENSIONI

Samael – Passage – Live

Il frontman e chitarrista Michel Locher, meglio conosciuto con lo pseudonimo di Vorph, dal 1987 rappresenta, occupandosi dei testi, la metà creativa dei Samael, band di Sion di cui il fratello Alexandre, alias Xy, costituisce il secondo e imprescindibile tassello, visto il suo predominio in termini di composizione dopo i tre album iniziali. Dapprincipio, gli elvetici consacrarono la propria musica all’altare infero di un black metal dalle forti venature death, tanto morbosamente caustico quanto oppressivamente visionario, poi decisero di virare verso l’industrial, genere che a tutt’oggi ne caratterizza la proposta.

La pubblicazione, ora, del primo album on stage del gruppo, “Passage – Live”, va, se vogliamo, a chiudere il cerchio del tour dedicato al venticinquennale del rilascio, appunto, di “Passage” (1996), lavoro che ha svolto il ruolo di anello di congiunzione tra il periodo 1991 – 1994 e il percorso artistico successivo. Un platter per certi versi epocale, arrivato in un momento storico durante il quale numerosi formazioni di area nera iniziavano a uscire dal recinto dogmatico della second wave, diffondendo il verbo maligno attraverso audaci sperimentazioni con l’elettronica. Gli svizzeri, in questo senso, riuscirono a raggiungere dei risultati eccezionali, benché molti si ritennero traditi dalla loro mutazione.

Registrato nella tappa polacca di Cracovia, il disco perde fatalmente qualcosa del suono alieno e gelido dell’autografo, opera dell’allora producer di punta della Century Media Records Waldemar Sorychta, con effetti bene o male apprezzabili sull’ossatura generale dei brani, detersi da quella patina di ridondanza astratta che contraddistingueva la versione in studio, merito anche di una batteria reale e, dunque, più calda. I pezzi, a parte qualche azione di “spolpamento” non sempre convincente, conservano, dunque, l’imprimatur originale, con la voce grave e rauca del singer deputata a evocare atmosfere cariche di epica e glaciale oscurità e le traiettorie siderali delle tastiere capaci di generare decalitri di pelle d’oca nelle varie “The Shining Kingdom”, “Angel’s Decay”, “Moonskin”.

Le sfumature di ambito Neue Deutsche Härte dell’ormai leggendaria “Rain”, il sapore drum’n’bass della tribale “Jupiterian Vibe”, il sulfureo congegno apocalittico di “The Ones Who Came Before”, la marzialità techno di “Liquid Soul Dimensions”, vengono tradotti da una performance intrisa di filosofica e astrale cattiveria, catapultando la folla entusiasta in un’avveniristica discoteca posta su un pianeta fuori dal sistema solare, sì freddo come il mantello sintetico che lo avvolge in superficie, ma vivificato, nel profondo, dal fuoco e dalla potenza del satanismo razionalista.

Il rosso sulla relativa nuova cover di “Passage – Live”, oltre a richiamare l’occulto e i colori dell’ultimo “Hegemony” (2017), testimonia che i Samael serbino ancora dei barlumi di natura umana, il sangue necessario a condividere dal vivo un disco allo stesso tempo divisorio e fondamentale, sublimazione algida e maestosa della malvagia liturgia di “Blood Ritual” e delle suggestive allucinazioni di “Ceremony Of Opposites”. La celebrazione di un classico moderno.

Tracklist

01. Passage
02. Rain
03. Shining Kingdom
04. Angel’s Decay
05. My Saviour
06. Jupiterian Vibe
07. The Ones Who Came Before
08. Liquid Soul Dimension
09. Moonskin
10. Born Under Saturn
11. Chosen Race
12. A Man In Your Head

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