Silent Skies
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Silent Skies – Dormant

Tom S. Englund e Vikram Shankar giungono alla pubblicazione del loro terzo album dal titolo “Dormant” dopo circa un anno e mezzo dall’ultimo “Nectar”. Ormai non ci sono più dubbi che i “Silent Skies” siano a tutti gli effetti una band vera e propria con una fortissima identità sonora, e che il talento del cantante degli Evergrey e del polistrumentista e compositore statunitense sia vera e propria linfa vitale per spingere e portare avanti un progetto che fin da subito ha destato curiosità ed interesse tra gli addetti ai lavori, anche e soprattutto per chi vi era coinvolto. Quando due artisti di questo calibro si incontrano non si può fare altro che sedersi ad ascoltare ciò che possono creare, e le sensazioni e le emozioni della musica dei Silent Skies sono state vivissime sin dall’esordio con il primo “Satellites”. Per chi si avvicina a loro per la prima volta, si tratta di un progetto predominato da voce, piano e synth, dove l’aggressività del metal lascia il passo a melodie a volte dolci e a tratti malinconiche, dalle sfumature spesso sussurrate, i ritmi rallentati su uno sfondo di stampo quasi cinematico. Non per tutti, ma per chi sa andare oltre e non ha paura di esplorare nuove terre, terre del Nord, distese sconfinate spesso fredde, inospitali, ma la cui bellezza sussurra e allo stesso tempo sa travolgere.  

L’opener “Construct” è densa di dolcezza e lascia l’aria circostante leggera e fresca: un brano che rimane volutamente calmo sino a lasciar cedere all’esplosione finale, pur sempre ovattata e quasi sussurrata con le tastiere sempre in primissimo piano. Già dalle prime note di pianoforte la successiva “New Life” risulta dai toni più oscuri e cupi, con il caratteristico intreccio di musica e voce, diretta ed incisiva nella sua semplicità, ed enfatizzata dalla conclusione in un incipit strumentale arricchito da archi e percussioni. E mentre l’armoniosa e dolce “Churches” presenta venature più positive e speranzose, “Just Above The Clouds” si concretizza come un’incisiva ma allo stesso modo delicata ballata dalle sfumature pop. L’incipit di piano di “Reset” ti entra dentro, visualizzando paesaggi di lande e distese quasi infinite, in cui perdersi nella pace dei propri pensieri, in un rilassante viaggio interiore, accompagnato dalla profonda ed incisiva voce di Tom, perfettamente in simbiosi con la parte strumentale, regalando in questo connubio qualitativamente elevato, notevoli brividi. Brividi simili anche per “Tides” che conserva una vena a tratti più malinconica e riflessiva. Il disco si apre completamente a sonorità più moderne e positive oltre la metà dell’ascolto, con “The Real Me”, che gioca tra atmosfere ambient e moderne, poggiando in questo caso su una solida base di synth, portando un po’ di luce dove finora vi erano state mille sfumature più oscure e malinconiche. Territori che i Silent Skies riescono ad esplorare in maniera profonda e particolareggiata, senza tralasciare alcun minimo dettaglio sonoro, come avviene anche con la bellissima e significativa title track.

L’ultima parte del disco porta sicuramente una notevole curiosità: “Dormat” nel suo epilogo si arricchisce di ben 3 cover differenti, che toccano e rappresentano in maniera quasi perfetta diverse epoche e diversi modi di essere fondamentalmente “rock”. E solamente leggendo i titoli nasce un intrinseco interesse di capire come brani iconici e storici possano essere stati riadattati con il timbro e la firma unica dei Silent Skies. Si comincia con i mostri sacri del metal, gli Iron Maiden, qui rappresentati da una dei loro pezzi più famosi, “The Trooper”. È bellissimo come il semplice giro di piano introduca in maniera questa volta delicata ed in punta di piedi, l’iconico brano della vergine di ferro. E se la voce di Tom non sfigura, sicuramente il piano è il protagonista indiscusso, solcando la sua melodia con garbo e senza l’esplosione che si ritrova nella versione originale, ma entrando comunque nell’animo dell’ascoltatore, per un’altra faccia di un brano senza tempo, semplicemente splendido anche se spogliato della sua naturale carica ed aggressività. Si passa poi al Boss, Bruce Springsteen con classicone “Dancing in The Dark”: anche qui si rallentano i ritmi, ma voce e piano riescono a tessere un tappeto sonoro credibile ed etereo, per dipingere con colori più delicati, una tela intrisa di sfumature di grigio. Si chiude col botto, con “Numb” dei Linkin Park, sicuramente una delle canzoni del gruppo del compianto Chester Bennington che più si presta a farsi ascoltare con un vestito differente all’originale. Qui la dolcezza dell’interpretazione ma allo stesso l’incisività di alcuni passaggi sonori la rende semplicemente una perla, capace di rimanere impressa al primo ascolto, tornando si all’originale, ma rendendolo quasi un nuovo brano che è capace di entrarti dentro.

Se spesso il terzo album di un gruppo segna lo spartiacque per un percorso artistico, si può dire che i SIlent Skies riescono nella duplice missione di confermare quanto di buono ed estremamente originale fatto con i precedenti due lavori, riaffermando con decisione la loro identità sonora, completamente avulsa da rigide catalogazioni, e allo stesso tempo di definire quanto questo non sia un progetto limitato o una semplice parentesi, ma un gruppo vero e proprio. Gruppo che ha saputo stupire all’esordio, e confermare con questo nuovo “Dormant” il proprio talento compositivo e la capacità di emozionare. Forse in questo terzo lavoro la melodia ed i ritmi lenti rimangono ancor più predominanti, rimarcando con forza la totale assenza di velocità eccessive, aggressività e tutto ciò che può scaturire dal modo rock e metal. E se questo può essere una barriera per alcuni, troverà sicuramente terreno fertile in chi vuole per una volta lasciarsi immergere ancora una volta in un mondo onirico, malinconico, a volte ovattato e spogliato di tante sovrastrutture, per poter vedere e sentire al meglio il cuore puro della musica. Molto interessanti le cover proposte, segno della volontà di Vikram e di Tom di continuare ad esplorare senza limiti tutti gli aspetti musicali che li circondano, fornendo la loro visione attraverso la loro mente, mani e voce. Sperando che questa possa essere una piacevole costante per i prossimi lavori, nel frattempo spegnete ogni cosa, sedetevi, date il tempo alla vostra mente di rilassarsi, aprirsi alla musica, e buon viaggio.

Tracklist

01. Construct
02. New Life
03. Churches
04. Just Above The Clouds
05. Reset
06. Tides
07. The Real Me
08. Light Up The Dark
09. Dormant
10. The Last On Earth
11.  The Trooper (Bonus Track)
12. Dancing In The Dark (Bonus Track)
13. Numb (Bonus Track)

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