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NUOVE USCITERECENSIONI

Subsonica – Realtà Aumentata

Ci piace credere ai giochi del destino: “8” usciva nel 2018, ricordandoci l’importanza di “Respirare”, anche nel bollore di un “Punto Critico” vicinissimo. Eppure nessuno sapeva che, ad un paio di anni di distanza, avremmo quasi totalmente perso tale funzione vitale, soffocata da mascherine e da un mondo martoriato da un evento impronosticabile.

Amiamo i Subsonica e amiamo pensare che l’avanguardismo di Samuel e soci non si incarni solo nel gap strumentale che li separa nettamente da buona parte del resto del carrozzone musicale italiano, stagnante attorno ad una “comodità” sonora sconosciuta ai torinesi, salvo qualche periodo non esattamente brillante di carriera. Vogliamo credere che questi eterni ragazzi abbiano la capacità non solo di musicarlo, il futuro, bensì di prevederlo, di saperlo cogliere e tratteggiare in anticipo, prima di tutti, ancora una volta.

Realtà Aumentata” danza bellamente sulle macerie di un quinquennio devastante, pupille immerse in visioni olografiche di un mondo a due passi dal collasso. Una ECG al cuore del pianeta, un briefing esistenziale sugli strascichi psicologici del Covid, l’enunciazione del paradosso di un’umanità immersa nell’ipertecnologia mentre il delirio ambientale frantuma il terreno dove poggiamo i piedi.

I Subsonica attingono da una palette ancor più avanzata rispetto a quella del predecessore discografico, rievocando l’insicurezza del momento in ossimori sonori che pizzicano sì, le ànche – coi Subsonica si balla, sempre – ma soprattutto il cervello.

Le pulsazioni nineinchnailsiane di “Cani Umani” che schiudono pian piano il portone della nona fatica dei Nostri, il basso tozzo di Vicio che orienta i tempi dell’esplosione synth-rock di “Mattino di Luce” – continuazione spirituale e tematica dell’instancabile “Aurora Sogna” –, il riffone di Max Casacci in “Pugno Di Sabbia” che prima molleggia sulla dub music, poi sbotta in un refrain di finissimo hard rock.

Una prima metà di album che tocca livelli eccezionali, tra i paesaggi electro-pop e ambient disegnati dal concitato volo di “Universo” che si infrange tra le fumose strettoie di “Nessuna Colpa”, agili a tramutarsi in autostrade rock – “Terrestre” tuona prepotente – quando sgorga il ritornello. Una rabbia che va a spegnersi nella frescura evanescente di “Missili e Droni”, nelle placide linee vocali di Samuel, nel delicato tocco sulle tastiere di Boosta.

Problemini insorgono in un second side non entusiasmante quanto il primo: rimangono, a tener alto lo stendardo, la gagliarda “Africa su Marte” – synth tamburellanti e sfuriate cinematografiche – ed il roboante climax di “Adagio” in uscita, il resto perde un po’ di presa sull’ascoltatore, tra le poco ispirate “Grandine” e “Vitiligine” e l’evitabilissimo featuring con Ensi e Willie Peyote in “Scoppia La Bolla”, senza dubbio il peggior pezzo del disco.

“Realtà Aumentata” ci fa incazzare perchè, causa piccole lacune, è “solo” un gran disco e non un disco grandioso: una prima parte clamorosamente bella che perde il focus proprio in fase di discesa, questo il “difetto” principale di un lavoro che, altrimenti, brilla di una decadenza futuristica e di un’alone di instabilità perfettamente rappresentativi di una quotidianità che sentiamo brulicare tra le nostre mani.

La “Realtà Aumentata” è questa qui, senza bisogno di alcun visore.

Tracklist

01. Cani Umani
02. Mattino Di Luce
03. Pugno Di Sabbia
04. Universo
05. Nessuna Colpa
06. Missili e Droni
07. Scoppia La Bolla (feat. Willie Peyote & Ensi)
08. Africa Su Marte
09. Grandine
10. Vitiligine
11. Adagio

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