NUOVE USCITERECENSIONI

Voïvod – Forgotten In Space: The Noise Records Collection

Uno dei gruppi di maggior influenza della storia metallica e di cui spesso, purtroppo, non si percepisce l’importanza, i Voïvod hanno sempre rifiutato di sedersi sugli allori e sfornare migliaia di volte lo stesso disco: del resto, l’ultimo e splendido “Synchro Anarchy” lo dimostra appieno. Un costante desiderio di cambiamento e reinvenzione causa di molte e discutibili classificazioni attribuite ai québécois nel corso dei lustri, tra le quali occorre ricordare la curiosa, se non addirittura ridicola etichetta di nuclear metal band. Oggi, per celebrarne i quarant’anni di carriera, la BMG pubblica “Forgotten In Space”, cofanetto contenente, rimasterizzati senza alcuna artificiosità da studio, i tre lavori che l’act di Jonquière diffuse sotto il patrocinio della tedesca Noise Records, un periodo magro commercialmente, tuttavia assai fertile dal punto di vista artistico. Un brodo primordiale responsabile della nascita di quel sound unico e inimitabile che “Nothingface” (1990) sublimò poi in via definitiva.

Rrrröööaaarrr (1986)

Dopo la tiepida reazione al loro rumoroso debutto del 1984 “War And Pain”, che spinse la Metal Blade ad abbandonarli al proprio destino, il quartetto cambiò label, iniziando ad alzare la posta in virtù di un thrash/punk capace di sbarazzarsi ferocemente dei seppur blandi richiami ai Celtic Frost e ai Black Sabbath presenti nell’esordio. “Rrrröööaaarrr” (1986) fa letteralmente esplodere i timpani in piccoli avanzi carnosi, dall’industrial/grind di “Korgüll The Exterminator” alla cattiveria di “Fuck Off And Die”, passando per l’aggressività corrosiva – ma non cieca – di “Slaughter In A Grave”, “Thrashing Rage”, “Build Your Weapons” e “To The Death!”. Un attacco ai sensi intransigente e furioso, che, dietro la fisionomia di una macchina lanciata a grande velocità contro una barriera d’acciaio, nasconde negli abissi finezze chitarristiche e cambi di tempo spie dei futuri volteggi di stile del combo.

Killing Technology (1987)

I veri segni di evoluzione compaiono in “Killing Technology” del 1987, platter ansiogeno e iper-tecnico, inciso a Berlino agli sgoccioli della Guerra Fredda. Fortemente ammantate di fantascienza distopica, le complesse strutture delle canzoni consentono a Piggy, Blacky e Away di spaziare in termini di creatività compositiva, specialmente all’interno di brani del calibro di “Forgotten In Space” e dell’imponente title track. Argomenti come la natura, la scienza, il terrore apocalittico investono “Tornado”, “Ravenous Medicine”, “Overreaction” e “This Is Not An Exercise”, mentre il combo comincia a esplorare una naturale inclinazione per il progressive rock degli albori, con sottili accenni ai King Crimson durante “Order Of The Black Guards”.

Dimension Hatröss (1988)

Il successivo “Dimension Hatröss” (1988), ancora registrato nella capitale tedesca, vede i canadesi saltare audacemente al di là della cortina ferrosa del prevedibile, ammesso che tale aggettivo possa davvero affibbiarsi a essi. Un concept sci-fi con protagonista principale la mascotte Korgüll, conquistatore in erba di un microuniverso alternativo e cupamente visionario, dove dominano società totalitarie e manipolatori tecnocratici. Il compianto Denis D’Amour, spalleggiato dalla sezione ritmica ad alta tensione di Jean-Yves Thériault e Michael Langevin, dipinge scenari caotici e mutevoli che chiamano in causa tanto i Pink Floyd e i Rush quanto i Motörhead e i Venom, tratteggiando uno psych/metal alieno che Denis “Snake Bélanger” corrobora con una prestazione vocale gelida e allucinata, lontana dal caratteristico abbaio hardcore delle prime prove. Un amatissimo e meraviglioso mosaico di trasversalità e sperimentazione.

Le perle, comunque, non finiscono qui. Arricchiscono il box set, oltre ai vinili multicolori e alle tipiche rarità audio/video accompagnate dal booklet d’ordinanza, il doppio “No Speed Limit Live ‘86”, un’esibizione dal vivo grintosa e turbolenta tenutasi allo Spectrum di Montréal il 12 ottobre 1986, e l’esplicativo “Dimension Hatröss – The Demos”, una versione lo-fi dell’opus omonimo che aggiunge ulteriori sfaccettare a dei pezzi già di per sé obliqui e originali.

Un must assoluto, dunque, curato in ogni minimo dettaglio, adatto sia ai fanatici dei Voïvod sia ai cultori della musica in generale, perfetto per comprendere background e sviluppo di un’entità ultraterrena con i piedi ben piantati al suolo. E viva più che mai.

Tracklist

Disc 1: Rrrröööaaarrr
Disc 2: Killing Technology
Disc 3: Dimension Hatröss
Disc 4: Dimension Hatröss – The Demos
Disc 5 And 6: No Speed Limit Live ’86

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