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NUOVE USCITERECENSIONI

††† (Crosses) – Goodnight, God Bless, I Love U, Delete.

La volontà di Chino Moreno di aggregare l’elettronica al già ampio costrutto musicale dei Deftones è diventata presto un’esigenza, più che un semplice sfizio. Non direttamente dalle origini, ma già dalle prime iniezioni sperimentali in “White Pony” – che ne giova principalmente nel background, ossia nell’atmosfera che ammanta e completa i pezzi – il frontman della band di Sacramento ha spinto fortemente per un ampliamento dello spettro sonoro, scelta rivelatasi probabilmente la migliore possibile per quel rinnovamento funzionale che molte band cercano e che poche riescono ad effettuare. I Deftones non hanno saputo cambiare, hanno saputo aggiungere e togliere con perspicacia, ragion per cui, oggi, possiamo parlare apertamente di una discografia eccellente in tutti i suoi capitoli.

Eppure questo non è bastato a placare le necessità evasive di Chino Moreno verso il magnetico mondo dei sintetizzatori: prima i Team Sleep, più tardi – e in maniera più incisiva – i Crosses arriveranno a costituire il complementare artistico del gruppo madre, il side project più ambizioso del frontman, nonostante, sulla carta, ci siano segnati solo due LP.

Difatti, “Goodnight, God Bless, I Love U, Delete.” si trascina dietro un discreto hype, parzialmente placato dal buon EP “Permanent.Radiant”, ma ugualmente vivido per i nove lunghi anni che intercorrono con l’iconico debut. Un ponte bello lungo, che mostra tutti i cambiamenti, cronologici e artistici, tra i due estremi: l’abbandono di Chuck Doom, che ha di fatto ridotto il progetto ad un duo con Shaun Lopez, si sente eccome, con un sound che ora esplora molto più in profondità l’elettronica, riducendo il crossover e le forti presenze chitarristiche – e, ovviamente, bassistiche – che legavano ancora fortemente il primogenito ai gemiti metallici deftonesiani (“This Is A Trick”, “Bitches Brew”).

Qui rivivono per poco, facendosi spazio tra le dirompenti distorsioni che segano a metà lo sviluppo di “Eraser”, prima gocciolante di trip-hop, poi fatta deflagrare dalla sei corde. Ma è un riaffiorare momentaneo, qualche secondo di reminiscenza prima di reimmergersi nel profondo blu di ticchettii, carezze sintetiche, vibranti pulsioni, dal forte odore darkwave e industrial, che scassinano la sensualità robotica di “Pleasure”, la dirigono verso l’ossessivo bagno di loop che forgia le fondamenta della contrastante “Invisible Hand”, fra i kick fragorosi a governare e le derive electro pop del refrain.

Synth, quindi, in primissimo piano, che siano celati tra le arzigogolate trame experimental pop di “Found”, o tra le più confortevoli infiorescenze dream pop e new wave di “Runner”; questi comandano e si fanno comandare, si adattano alle esigenze hip-hop – l’ottima banger “Big Youth”, con la partecipazione di El-P dei Run The Jewels – e dall’altro lato animano i beat cyberpunk di “Pulseplagg” e gli echi depechemodeiani di “Ghost Ride”.

Ma è forse quella dolcezza elettronica dal timido retrogusto goth che distingue ed eleva l’interezza del sound dei Crosses, quella che viene fuori dall’escapismo sognante di “Grace”, dagli istinti ambient preparatori al calderone new wave di Girls Float † Boys Cry – in collaborazione con Robert Smith, che già aveva rimaneggiato “Teenager” in “White Pony/Black Stallion” – e dai mesti sospiri della title track, una buonanotte che sibila sinuosa sotto un cielo nero, ma più stellato del solito.

Comeback che serviva come il pane, vuoi perchè l’album dei Deftones è ancora in fase di scrittura, vuoi perchè le croci di Moreno e Lopez necessitavano di un secondo raccoglitore rifornito, piuttosto che di brevi apparizioni in extended play. “Goodnight, God Bless, I Love U, Delete.” rimarca un amore per il synth-pop ancor più fervido del primo, vibra di un’elettronica che proviene da tanti mondi, ma che appartiene solo a quei due in foto. Forse leggermente prolisso, con qualche episodio meno in luce di altri – problema che attanagliava anche il self-titled – il sophomore dell'(ormai) duo è niente di meno di quello che ci aspettavamo, ossia il graditissimo ritorno di due raffinati sperimentatori.

Tracklist

01. Pleasure
02. Invisible Hand
03. Found
04. Light as a Feather
05. Pulseplagg
06. Runner
07. Big Youth (feat. El-P)
08. End Youth (Reprise)
09. Last Rites
10. Ghost Ride
11. Grace
12. Eraser
13. Natural Selection
14. Girls Float † Boys Cry (feat. Robert Smith)
15. Goodnight, God Bless, I Love U, Delete.

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