Wacken Open Air
04/08/12 - Area Festival, Wacken


Articolo a cura di Marco Ferrari

Report a cura di Marco Ferrari, fotografie di Simone Castelli


Ogni anno c'è un evento a cui non si può rinunciare. Sì sto proprio parlando della settimana che con cadenza annuale concentra 80.000 persone da tutto il mondo in un piccolissimo paesino di soli 2.000 abitanti e ben 4.000 mila mucche sito nella Schleswig Holstein, la regione più settentrionale della Germania. Per chi decide di assistere al Wacken Open Air, difatti, non solo si prospetta una tre giorni di musica eccellente con palchi enormi, impianti luci futuristici e volumi a livelli smodati (ogni citazione a “Space Ball” è puramente voluta, ndm), ma si aprono le porte per una settimana (tra il viaggio di andata, il festival vero e proprio ed il viaggio di ritorno) a cui diventa impossibile resistere.

 

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Anche quest’anno la delegazione di SpazioRock ha scelto di affrontare il viaggio in macchina (con tende e attrezzature varie ci è risultato il mezzo più comodo), per arrivare il mercoledì mattina, giorno antecedente all’inizio ufficiale del festival, in modo da poter meglio curiosare questo gigantesco parco di divertimenti per metallari. Ed è così che dopo aver predisposto il nostro campo base e aver fatto un breve giro nell’area stampa ci siamo immersi nel cuore del WOA, ovvero il gigantesco Beer Garden dove, in pieno stile Oktoberfest ci si poteva rilassare sorseggiando le diverse birre disponibili. Impossibile poi non fare il consueto giro per “bancarelle” anche se definire così il Metal Market è a dir poco riduttivo in quanto qui potrete trovare qualsiasi cosa possa essere collegata al mondo del metal e non solo: da migliaia di magliette dei vostri gruppi preferiti, agli anfibi, dalle armature medioevali ai vibratori in legno (?!?), fino a trovare uno stand dove è possibile ricaricare i cellulari.

Il secondo cuore che si è messo a pulsare a Wacken negli ultimi anni è senza dubbio il Villaggio Vighingo, molto più grande rispetto all’edizione precedente, dove tra uno stand di corni e l’altro, si può assistere ad esibizioni di combattimento sorseggiando dell’ottimo idromele. La più succulenta novità dell’anno è stata senza dubbio la nuova area denominata “Thrash of the Titans Field” nella quale improbabili macchine futuristiche davano vita a scontri epici.

 

Se è vero che l’anima di un festival è comunque la musica, abbiamo dovuto attendere un giorno affinchè esplodesse nelle nostre orecchie. Come da tradizione il Festival più imponente d’Europa inizia ufficialmente alle ore 15 del giovedì con gli Skyline, formazione degli organizzatori del WOA, che tra un ospite illustre e l’altro, hanno dato un caloroso benvenuto agli 80.000 presenti.  I momenti maggiormente positivi, dal punto di vista musicale, della prima giornata sono stati senza dubbio le esibizioni di due icone dell’heavy metal più classico, ovvero UDO ed i Saxon. Il carismatico cantante tedesco ha sfruttato al meglio il fattore campo e, grazie ad un ottimo connubio tra pezzi propri e quelli degli Accept, ha regalato momenti di grande musica, mentre lo show delle acquile inglesi è stato senza dubbio uno dei migliori dell’intero festival. Particolare e degna di nota, nel pomeriggio, è stata la curiosa esibizione dei Sepultura che accompagnati dai “Les Tambours du Bronx” hanno regalato una suggestiva reinterpretazione dei propri successi.

 

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La giornata del giovedì si è aperta, per noi, con la tanto attesa esibizione dei redivivi Sanctuary, ma nonostante la musica sempre emozionante del combo americano, la voce di Warrel Dane non sembra più in grado di reggere un’ora di acuti, peccato.  Parlando di attese non possiamo negare l’interesse nel vedere i Kamelot con il nuovo frontman Tommy Karevik che si è senza dubbio dimostrato un cantante di livello superiore. Purtroppo, proprio durante l’esibizione dei Kamelot è avvenuto qualcosa destinato a cambiare inesorabilmente le sorti del festival: un primo acquazzone di intensità e durata notevole si è abbattuto su Wacken iniziando così un pomeriggio meteorologicamente nefasto che ha visto il susseguirsi di notevoli rovesci che hanno ben presto trasformato tutte le aree del Festival in paludi. Un po’ scoraggiati, ma non per questo sfiduciati, non ci siamo comunque lasciati scappare la strepitosa prestazione degli Overkill (altra band da podio in questa edizione del WOA), quella degli Opeth e quella scoppiettante degli Hammerfall, veri e propri beniamini della folla. Purtroppo il clima fortemente altalenante non ha risparmiato nemmeno la sera ed è così che durante l’esibizione dei Dimmu Borgir e degli In Flames ci siamo dovuti arrendere cercando riparo nell’area stampa, per poi però tornare nell’area concerti a notte fonda e poterci godere uno degli show più sorprendenti, quello degli In Extremo che con il loro folk metal hanno dato vita ad un concerto indimenticabile.

 

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L’ultima giornata del festival è stata caratterizzata, oltre che dal fango, anche da alcuni top e alcuni flop inattesi. Se tra i migliori non possiamo che inserire a pieni voti i Testament, gli Amon Amarth, i Machine Head ed i sempre più irriverenti Edguy, le delusioni più grosse sono arrivate da dei Cradle of Filth assolutamente fuori luogo (hanno suonato tra Testament e Amon Amarth mandando, di fatto, la maggioranza dei presenti a cenare), gli insipidi Delain (da ricordare solo per una tenuta della cantante Charlotte Wessels degna dei migliori pornoshop), ma soprattutto la band più attesa di tutti, gli Scorpions. Per chi aveva negli occhi (perché presente oppure perché vista in dvd) la strepitosa performance che la band tedesca aveva regalato nel corso del WOA del 2009, la delusione è stata totale; una band irriconoscibile che ha dato vita ad un concerto senza mordente,  funestato dalla pioggia, ma soprattutto da un Klaus Meine senza voce che si limitava ad abbozzare le linee vocali.

 

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Non vogliamo certo ricordare il Wacken Open Air solo per gli aspetti meno positivi, ma non possiamo non notare come, forse per la prima volta in 23 anni di storia, qualche ingranaggio dell’organizzazione non sia funzionato al meglio: parecchio personale che non sapeva dare indicazioni, o che non parlava inglese, o che era evidentemente alticcio nello svolgere le sue mansioni.

 

La pioggia caduta è stata sì copiosa e violenta, ma non è riuscita a rovinare lo spirito di questo festival unico al mondo e con band quali Amorphis, Anthrax, Arch Enemy, Deep Purple, Doro, Nightwish, Rage, Sabaton e Subway to Sally già confermati per l’edizione 2013 non ci resta che aspettare solo 356 per poter di nuovo urlare: “Wacken, rain or shire”.

Ci preme sottolineare come solo una volta tornati in Italia abbiamo appreso la notizia della sciagura che ha colpito uno sfortunato ragazzo ai cui famigliari vanno le nostre più sentite condoglianze.




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