NUOVE USCITERECENSIONI

Billy Howerdel – What Normal Was

Viviamo l’epoca dei revival, da quello del rock settantiano e della sua riconoscibile attitudine, fino al ritorno in pompa magna del post-punk e di quell’elettronica che aveva completamente assorbito gli 80s e la sua generazione. Il solco che divide l’influenzato dal palesemente derivativo è veramente sottile, ma le band che si posizionano sul primo lato sono anche quelle che perseguono la loro strada in comoda discesa, e meritatamente aggiungiamo noi. Se di revival parliamo, non possiamo non gettare nella mischia il primo album solista di Billy Howerdel, che si distacca dall’alternative rock dei suoi A Perfect Circle e Ashes Divide, per abbracciare “nuove” sonorità che guardano alla nebulosa e cupa new wave dei The Cure di “Pornography” e degli Echo & The Bunnymen, ma anche, principalmente, all’elettronica spartiacque dei Depeche Mode.

What Normal Was” è un lavoro dall’abito evanescente, che gioca con il synth-pop degli anni ’80 e ’90, trapiantandolo, però, nei giorni nostri con maestria. Perchè Billy Howerdel è un gran chitarrista, ma è, soprattutto, un eccellente compositore e songwriter . Lo ha già dimostrato ampiamente nella sua carriera, ed il suo debut solista lo conferma, seppur ergendosi su sonorità differenti e con l’occhio puntato al passato, con pieno rispetto di esso e senza varcare il famoso solco di cui parlavamo in apertura.

Il full legth si apre con le trame pulsanti di “Selfish Hearts”, che si snodano in un ritornello dalla forte energia, così come la successiva “Free And Weightless”, che, come suggerisce il nome, cavalca atmosfere volatili, librandosi in aria tra essenziali melodie dream pop di chitarra ed un basso robusto, che áncora a terra la traccia. “Ani” e “Beautiful Mistake” ci trascinano in luoghi più oscuri, adagiando su un pattern ritmico non esageratemente complesso le splendide lyrics del chitarrista del New Jersey, fino a ritrovarci nel buio di una “Poison Flowers” minacciosa, che tesse le sue strofe sul cantato timido di Howerdel, inseguitore di synth nero pece e di un basso distorto che, in prossimità del ritornello cresce di intensità, conferendo una carica sinistra alla canzone.

Qualche piccolo rimando agli A Perfect Circle – soprattutto nella fase “Eat The Elephant” – possiamo trovarlo in “Bring Honor Back Home” e nel ritmo ipnotico delle sue pelli, che cambiano di consistenza nei refrain, dove il frontman cresce di tonalità per toccare corde dell’animo ancora intaccate. “Stars” ricerca fortemente i sapori new wave anni ’80, risultando il pezzo più legato a quel periodo musicale, e, con un Howerdel ispiratissimo, chiude l’album.

“What Normal Was” è un lavoro che si libera di vincoli e pretese per celebrare il passato: Billy Howerdel debutta da solista rendendo realtà gli istinti e le passioni giovanili, consacrando il suo amore per le atmosfere ottantiane e per quella “onda” che ha, di fatto, cambiato il modo di vedere la musica, influenzando, direttamente e indirettamente, tutto ciò che è venuto dopo. Non è di certo un disco rivelazione, ma è un degno testimone della costanza e delle enormi capacità di un songwriter che, nel suo piccolo, ha segnato il lungo percorso del rock.

Tracklist

01. Selfish Hearts
02. Free And Weightless
03. Ani
04. The Same Again
05. Beautiful Mistake
06. Poison Flowers
07. Follower
08. Bring Honor Back Home
09. EXP
10. Stars

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