NUOVE USCITERECENSIONI

Cradle Of Filth – Trouble And Their Double Lives

I Cradle Of Filth accorciano gli intervalli di attesa del successore del filosofico “Existence Is Futile” (2021) con una sorpresa post-pasquale che, per certi versi, si rivela quasi un unicum all’interno della loro copiosa produzione. “Trouble And Their Double Lives”, infatti, costituisce il platter dal vivo numero due del britannica dopo un “Live Bait For The Dead” (2002) ripubblicato nel 2007 come “Eleven Burial Masses” dalla Peaceville Records, che per l’occasione aggiunse la registrazione di un concerto del 2001 al leggendario Rock City di Nottingham. Il nuovo doppio live album risulta in realtà abbastanza anticonvenzionale, visto che si tratta di un’accurata selezione di vari show in giro per il mondo tenutisi dal 2014 al 2019, anche se l’ordine della scaletta non segue, purtroppo, un razionale criterio cronologico.

In sostanza, ci troviamo di fronte a un best of ben congegnato al mix da Scott Atkins e che intelligentemente non si sovrappone al predecessore per quanto concerne la scelta dei brani, così da evitare inutili riproposizioni delle solite “From Cradle To Enslave” o “Her Ghost In The Fog”. La tracklist, dunque, non dà molto adito ai rimpianti: da “Dusk… And Her Embrace” a “Cryptoriana – The Seductivness Of Decay“, il gruppo pesca attentamente dalla propria vasta discografia, con alcune rimozioni dolorose, tra le quali occorre sottolineare sia lo storico debutto “The Principle  Of Evil Made Flesh” sia l’ultimo lavoro, il primo estromesso senza spiegazioni, il secondo escluso a causa di un’effettiva mancanza di performance on stage che lo rappresentasse. Decisioni inevitabilmente difficili quando si hanno tredici full-length in bacheca.

Se “Honey And Sulphur”, “Nymphetamine (Fix)” e “Gilded Cunt” procurano il classico delirio sottopalco ed “Heaven Torn Asunder”, “Blackest Magik In Practice” e “Lustmord And Wargasm (The Lick of Carnivorous Winds)” figurino tra i pezzi più maligni e seducenti, la presenza dell’epica suite in quattro parti “Bathory Aria”, rare volte inclusa in un set, non può che lasciare davvero paghi. Eppure, le vere novità sono un paio di inediti, una “She Is A Fire” che unisce inebrianti atmosfere gotiche ad affilati riff black metal, ricordando molto da vicino le soluzioni dello splendido “Cruelty And The Beast”, e il canonico mid-tempo “Demon Prince Regent”, canzone onesta e dalla scrittura solida, tuttavia priva di momenti da incorniciare. Da rimarcare, poi, l’efficace prestazione vocale di un sempre sardonico Dani Filth, che riesce a reggere il palco con grande esperienza, sostenuto non soltanto da una band al suo meglio, ma anche da un accorto – e asettico -taglia e cuci in studio.

Corposa panoramica della carriera dei Cradle Of Filth, “Trouble And Their Double Lives” testimonia che gli albionici, nonostante la veneranda carriera e i molteplici cambi di line-up, riescono ancora a regalare esibizioni di qualità, conservando intatta quella nera teatralità intrisa di sanguinate romanticismo di cui restano gli esponenti iconici. Il sipario si chiude, almeno per ora.

Tracklist

01. She Is A Fire
02. Heaven Torn Asunder
03. Blackest Magick In Practice
04. Honey and Sulphur
05. Nymphetamine (Fix)
06. Born In A Burial Gown
07. Desire In Violent Overture
08. Bathory Aria
09. The Death Of Love
10. Demon Prince Regent
11. Heartbreak And Seance
12. Right Wing Of The Garden Triptych
13. The Promise Of Fever
14. Haunted Shores
15. Gilded Cunt
16. Saffron’s Curse
17. Lustmord And Wargasm (The Lick Of Carnivorous Winds)
18. You Will Know The Lion By His Claw


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