Friday nights and Saturday nights are for soft people

Un’espressione un po’ azzardata, forse altezzosa? Legittima interpretazione. Però, dopo aver vissuto un giovedì sera al Legend Club, stracolmo di un pubblico molto attivo per un artista non così noto nel nostro Paese, è anche legittimo che questo artista sia talmente gasato da esprimersi così sul palco.

L’ultima esperienza di chi vi scrive al Legend non è stata del tutto positiva, purtroppo, quindi conviene essere chiari: all’arrivo al locale, c’era ben più di un pregiudizio su come si sarebbe evoluta la serata. Eppure, è bastato varcare l’entrata per ricredersi del tutto: già all’arrivo dell’opening act, si può dire che la platea non è affatto vuota, anzi.

L’apertura è affidata all’ultimo minuto ai SIN+, trio del Canton Ticino che si è già fatto notare aprendo per The Darkness appena un mese fa. La batteria affidata completamente alla base preregistrata non è una mossa che aiuta il gruppo a coinvolgere il pubblico, che rimane abbastanza mite nei confronti del loro indie rock – forti i richiami a Kasabian ed Oasis. I tre fanno comunque del loro meglio per scaldare la gelida atmosfera, riuscendo a conquistare qualche applauso verso la fine del loro set.

Un’abbondante mezz’ora di pausa permette agli ultimi arrivati di prendere posto, riempiendo fino all’entrata il locale. “Guess Who’s Back”: inizia così il concerto dei Danko Jones, uno dei power trio più potenti e validi, in circolazione da quasi 30 anni.

Tempo un paio di brani e i fan italiani si fanno subito sentire: “Olè, olè olè olè, Danko, Danko!”, un canto che conquista il frontman omonimo e che lo porta a chiedere il bis del coro. Dalle reazioni di Danko è probabile che non si aspettasse un’accoglienza così calorosa, per quanto il bassista John Calabrese ci abbia raccontato di quanto sia più bello suonare in Europa che in America. Dopo “First Date”, Danko vuole concentrarsi e interagire con noi ma si lamenta delle luci puntate sul pubblico, affermando prima che bianche sono troppo forti e poi che rosa sono troppo “da strip club”.

Il cantante/chitarrista sa come intrattenere una folla, ma non è solo in tutto questo. Essendo i cori affidati esclusivamente al batterista Rich Knox, a Calabrese è permesso di dedicarsi completamente a noi, tra urla, sorrisi e inviti espliciti a battere le mani. Danko invece si impegna a sfoggiare i suoi assoli e le sue doti di frontman duro, crudo ma spiritoso.

L’atmosfera si tramuta quasi in una stand-up comedy quando, in preda a uno dei suoi discorsi, scherza sul suo tono di voce dicendo: “Non so nemmeno perché io sia così arrabbiato”. Un fan esagitato in prima fila, che si autoprofessa canadese, sarà bersaglio di molte delle gag del frontman, la massima delle quali sarà la dedica di “You Are My Woman”, con tanto di invito a non togliersi i pantaloni però.

Sempre come ci ha detto Calabrese, la musica dei Danko Jones non è nulla di sorprendente e i fan lo sanno: sanno che ascoltare un loro disco o assistere a un loro concerto è semplicemente rock ‘n’ roll ed è coinvolgente. Noi possiamo dire che il loro hard rock funziona molto bene, grazie anche ai vari rimandi al blues (“Lovercall”) e al punk rock (“Good Time”).

Dopo “My Little RnR” e subito prima di eseguire il bis, Danko esprime le sue speranze per i prossimi brani, siccome arrivano dai loro primi dischi e sono passati ormai 20 anni. Noi, in tutta risposta, ricominciamo con il coro che tanto gli era piaciuto e proseguiamo elogiando anche gli altri due musicisti, con un Calabrese imbarazzato perché non riconosce il suo cognome nella pronuncia italiana.

Dopo i brani più datati, il trio ci fa muovere con l’ultima “Shake Your City” e, per stasera, possiamo dire di essere stati shakerati abbastanza. Il saluto di Danko avviene sempre con un velo di umorismo, mentre ci promette il successo se le nostre mani compariranno nella foto che scatta prima di lasciare il palco.

Setlist

Guess Who’s Back
Get High?
I’m in a Band
I Gotta Rock
Lipstick City
First Date
Code Of The Road
I Think Bad Thoughts
Good Time
You Are My Woman
The Twisting Knife
Full Of Regret
Had Enough
Lovercall
Cadillac
My Little RnR
I’m Alive And On Fire
Play The Blues
Shake Your City


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