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Ignite – Ignite

Quasi trent’anni on the road a radere al suolo palchi e folle, sotto un unico messaggio di protesta e ribellione positiva: gli Ignite vedono la loro miccia bruciare ancora e, paradossalmente, in maniera più viva di prima, nonostante l’abbandono di Zoli Téglás , luogotenente della corazzata per oltre 25 anni, e malgrado il durissimo periodo che sta logorando pian piano le nostre vite.

È tempo di scossoni, e ad Orange County il pavimento inizia a scricchiolare quando l’omonimo album in studio dei californiani ci passa tra le cuffie con la veemenza di una muscle car fiammante: alla guida (vocale) della rivisitata formazione dei californiani, troviamo Eli Santana, che mette subito in mostra il suo carattere fin dai primi secondi della dirompente “Anti-Complicity Anthem”, una rasoiata in pieno stile Ignite, che sembra legarsi indissolubilmente al passato della band proprio nel metallico riff iniziale, molto vicino all’intro di quella “Fear Is Our Tradition” che infiammava lo spartiacque “Our Darkest Days” (2006).

E se di legami parliamo, non possiamo non citare quello con lo scomparso Jon Bunch, celebrato nella sentita “On The Ropes”, aperta da un malinconico giro di basso di Brett Rasmussen e portato alla necessaria deflagrazione dalle cavalcate di batteria di Craig Anderson e dalle staffilate delle sei corde. Rimane intatto il marchio degli Ignite nelle sfuriate di “This Day” e di “Call Off The Dogs”, ritratti di un punk rock invaghitosi di un hardcore che non rifiuta di saper giocare con la melodia, complici i refrain adrenalinici e pieni di carica emotiva che Eli Santana solleva come bastioni nello sviluppo delle tracce: notevole è la prova dell’ex chitarrista di Huntress e Holy Grail, che sostituisce in maniera egregia Zoli Téglás senza tentare di imitarne lo stile, ma imponendosi con una timbrica dalla forte identità.

Una proposta, quella dei californiani, che si infarcisce di un pizzico di post-hardcore, ravvisabile in “The House Is Burning” e in “State Of Wisconsin”, che va ad alternarsi all’immediatezza del punk rock puro, e di qualche momento più ragionato, vedasi la dirompente “Let The Beggars Beg”, ultimo pit stop prima di completare la discesa con la decisiva “After The Flood”.

Gli Ignite del 2022 rimangono gli stessi, inossidabili punk-rocker del 1993, nonostante gli addii ed i periodi più bui: l’ultima fatica in studio non fa altro che confermarlo, ricomponendo un quadro dall’aspetto familiare, carico, come sempre, di un energia che sembra non esaurirsi mai.

Tracklist

01. Anti-Complicity Anthem
02. The River
03. This Day
04. On The Ropes
05. The Butcher In Me
06. Call Off The Dogs
07. The House Is Burning
08. Enemy
09. State Of Wisconsin
10. Let The Beggars Beg
11. After The Flood

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