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“Yes, I’m your one man band”

Il più recente capitolo discografico solista di Miles Kane, cantautore e musicista britannico noto anche per essere il compagno di avventure di Alex Turner degli Arctic Monkeys nei The Last Shadow Puppets, è una pleonastica affermazione delle sue intenzioni musicali: è lui la nostra “One Man Band”. L’album, uscito l’estate scorsa e che Miles ci ha raccontato personalmente nella nostra intervista, è un ritorno alle origini, una raccolta e una presa di coscienza di emozioni e sentimenti ancestrali che l’artista decide di affrontare in un viaggio in solitudine.

Il suo ritorno italiano, poi, è proprio un mini tour, con 4 date tra Milano, Roma, Bologna e Padova tutte partecipatissime, una rappresentazione – sia l’abbondanza di date da un lato, insieme, se vogliamo, alla dedica di un brano del disco a Roberto Baggio, che la grande affluenza dall’altro – dell’amore ricambiato tra l’artista e il pubblico italiano.

La data al Covo Club di Bologna è sold out da diversi giorni, e, dopo l’apertura di Ten Tonnes, talentuoso fratello di George Ezra, il compatissimo parterre dà il benvenuto al protagonista della serata. Con “Troubled Son” ha inizio il solitario show di Miles Kane, che, imbracciando la sua chitarra, dà vita a una performance che possiamo indubbiamente definire essenziale. Le doti da frontman ci sono tutte: sagace, disinvolto, agitatore di folle, Miles riesce a tenere in piedi un’esibizione che, però, ci fa sentire comunque la mancanza degli altri strumenti suonati dal vivo. Un’ambizione, quella del “one man band”, che forse, a conti fatti, non si realizza del tutto.

Si tratta senza dubbio di una situazione intima in cui il cantautore riesce a parlare di sé in modo diretto al proprio pubblico, senza sovrastrutture e senza fronzoli, “it’s just me on my own”, ci fa notare tra un brano e l’altro. La breve setlist ripercorre tutta la sua produzione, soffermandosi in particolare, ovviamene, sull’ultimo “One Man Band”. 

Considerata l’architettura della serata, è la parentesi acustica il frangente in cui tutto assume una coerenza più convincente e condivisibile rispetto al resto dell’esibizione. Ascoltiamo allora trasportati un’intensa “Heal”, la cover di “Dealer” di Lana Del Rey, “Standing Next to Me” dei The Last Shadow Puppets e “Colour Of The Trap”.

C’è una certa urgenza nello stare solo al centro del palco, e l’impressione è che questo spazio gli sia estremamente necessario. È lo spazio entro il quale può avvenire una narrazione personale e unica, un ritaglio in cui ci siamo solo lui e noi, per dirci le cose che solo tra noi possiamo capire. 
E così, il ritorno in Italia di Miles è stato un po’ come rivedere quell’amico che vive lontano per una serata in cui ti aggiorni reciprocamente sulla vita. Quello che rimane, alla fine, è soltanto il desiderio di poterlo fare più spesso.

Setlist

Troubled Son
Better Than That
The Wonder
Cry on My Guitar
Rearrange
One Man Band
Baggio

Heal
Dealer (Lana Del Rey)
Standing Next to Me (The Last Shadow Puppets)
Colour Of The Trap

Never Taking Me Alive
Come Closer
Don’t Forget Who You Are

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