Mr. Bison Echoes from the Universe copertina
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Mr. Bison – Echoes from the Universe

Dopo l’ennesimo avvilente Sanremo, c’è ancora qualche speranza di ascoltare ottimi album made in Italy? Ma certamente, basta uscire dai soliti circuiti del mainstream. Ecco dunque “Echoes from the Universe” degli italianissimi Mr. Bison, un gran disco che allargherà la loro platea di fan. Trattasi di una band in evoluzione e in questo loro nuovo lavoro avvertiamo un carattere meno stoner e sempre più prog, senza rinunciare a elementi psichedelici e alla giusta carica rock.

Il viaggio sonoro, per indagare il destino dell’universo, si apre con la poderosa botta di “The Child of a Night Sky”, che inizialmente ricorda l’approccio strumentale degli ultimi My Sleeping Karma, per un pezzo furioso ed evocativo allo stesso tempo. L’uomo, al centro del concept dell’album, si adopera con forza d’animo per eludere la sorte già ordita per lui dalle Norne, le potentissime dee norrene, e diventare così il protagonista della sua storia.

La seconda traccia “Collision”, è quasi un folk rock spaziale, dedicato a Odino, che sembra provenire da un pianeta vicino, mentre “Dead in the Eye” è il brano più stoner dell’album, con con ritmo cadenzato e ipnotico dove il tempo si dilata e il delay ci ammalia consegnandoci a voci armonizzate che ci conducono verso paesaggi nuovi prima di un rabbioso epilogo. Invece “Fragments” con incastri, effetti e suoni a cascata ci riporta alla memoria un po’ degli Ozric Tentacles e quindi la chitarra solista, ben in evidenza e in continuo movimento, ci dona ottimi spunti spingendoci in avanti come nei groove a seguire di “The Promise”. Menzione speciale per la vocalità tenorile, quasi esclusivamente pulita, che si dispiega in maniera perfetta sul tappeto musicale di ogni canzone.

“The Veil” è una composizione di pregevole fattura, confezionata con maestria. Dalla sei corde si libera nel cielo una melodia distorta, pentatonica e ricca di wah che atterra su un solido riff che fa da contraltare a un cantato soffice ed etereo, prima che si spezzi per diventare un tripudio di rock strumentale. Ma nel finale il cerchio si chiude e il brano torna a essere il sogno lucido iniziale dal dolce cantato. Nella conclusiva “Staring at the Sun” un arpeggio desertico precede una cavalcata riverberante, dove è possibile udire un estasiante uso dello slide metallico che accarezza le corde per aumentare suggestioni e regalarci speranze nuove, soprattutto negli ultimi secondi quasi floydiani.

Musica, testi, sensazione ambientale: tutto al posto giusto per quest’opera di Barsacchi e Sciocchetto, la produzione è ben fatta, compresi i suoni dei synth. La bella copertina è stata realizzata dall’artista Djanko Nokes e cristallizza la tematica dell’album. Quest’ultimo lavoro dei Mr. Bison potrebbe sì presentare all’orecchio qualche momento più complesso, ma rimarrà assimilabile per qualsiasi ascoltatore amante del rock e se dovesse diventare un buon successo a livello commerciale non risulterebbe certo una sorpresa.

Tracklist

01. The Child of the Night Sky
02. Collision
03. Dead in the Eye
04. Fragments
05. The Promise
06. The Veil
07. Staring at the Sun

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