NUOVE USCITERECENSIONI

New Horizon – Gate Of The Gods

Un nuovo inizio: così si può descrivere “Gate Of The Gods”, l’album di debutto dei New Horizon. Un filo conduttore lega i due protagonisti di questo progetto nuovo di zecca, rappresentato dagli H.E.A.T. L’attuale tastierista e polistrumentista Jona Tee si è riunito in un proficuo connubio artistico con l’ex cantante Erik Grönwall  per dare vita ad un lavoro inedito, dalle coordinate leggermente differenti dal trademark della loro band comune. I New Horizon propongono un sound prettamente power metal, sfruttando il background di Jona che ha da sempre amato e seguito queste sonorità. L’idea iniziale di coinvolgere più cantanti solisti per i vari brani dell’album si è modificata drasticamente in corso d’opera, quando Grönwall  si è presentato in studio, ed è apparso palese allo stesso Tee quanto l’ex cantante degli H.E.A.T fosse assolutamente perfetto per le varie canzoni dell’album e per sposare a pieno questo progetto, donandogli, anche sotto il punto di vista della continuità, un profilo più adatto ed adeguato per essere fin da subito considerata una band   stabile.

L’intro “A New Horizon” ci immerge subito in atmosfere che ricordano gli anni ’80 con marcate tastiere in primo piano. Ma la calma è solo apparente, perché “We Unite” mette subito le cose in chiaro su quali saranno i punti cardine dell’album: velocità ritmo e melodia con la voce di  Erik perfettamente in primo piano incastonata tra strofe veloci ed un chorus in classico stile power metal. C’è molto degli Hammerfall nella ritmata “Stronger Than Steel”, alla quale però Erik con la sua voce graffiata dona quella venatura più rock. Sparate a mille tra potenza e velocità sono “Cry For Freedom” e la tiratissima, ma altrettanto melodica, “Stardust”.

“Call Of The Underground” è un pezzo interessante e coinvolgente, in bilico tra le atmosfere di ballata una hard rock e una cavalcata power metal, mentre brani come “Event Horizon” o “Fearless” tra tastiere, melodie e riff diretti ricordano alcuni degli episodi meglio riusciti di gruppi che hanno fatto la storia del genere come gli Stratovarius, o che sono solide certezze odierne come i  Bloodbound. Si conclude rallentando i ritmi con il brano più evocativo ed epico dell’intero album, “Gates Of The Gods”, dove la band, anche con questo vestito leggermente diverso, mette un deciso punto esclamativo proprio sul finale.

Senza inventare nulla, ma con una freschezza invidiabile, i New Horizon sfornano un album di debutto davvero notevole, diretto e coinvolgente. Lo fanno prendendo spunto dai mostri sacri del power metal, ma se Hammerfall, Edguy, Helloween, Manowar rimangono un faro costante per le composizioni di Jona, vi è da dire che si trova comunque una rivisitazione in chiave più moderna decisamente riuscita. È inoltre presente anche quell’eco di rock melodico, che è un marchio di fabbrica costante degli H.E.A.T, che qui rimane in sottofondo, senza prevalere, andando comunque ad arricchire in termini di composizione e di freschezza, un lavoro di base già ottimo.

Ad impreziosire il tutto troviamo gli ospiti che permettono di rendere ancora più variegato l’album: Robban Bäck (Mustasch), Sam Totman (DragonForce), Love Magnusson (Dynazty), Dave Dalone (H.E.A.T), Niko Vuorela (Temple Balls), e Laucha Figueroa. La voce di Erik risulta versatile, potente e graffiante, risultando sicuramente il valore aggiunto del disco e confermando l’ottima scelta di puntare completamente su di lui. Quando poi le canzoni rimangono già in mente e conquistano dopo solamente pochi ascolti, si può dire che l’obiettivo sia stato completamente centrato. C’è ancora spazio per  nuovo power metal? In questo caso assolutamente sì. Sentiremo certamente ancora parlare dei New Horizon.

Tracklist

01. A New Horizon (Intro)
02. We Unite
03. Stronger Than Steel
04. Cry For Freedom
05. Call Of The Underground
06. Stardust
07. Event Horizon
08. The End Of All
09. Fearless
10. Gate Of The Gods

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