Polaris - Fatalism
NUOVE USCITERECENSIONI

Polaris – Fatalism

Deaf are we who refuse to listen
I need a shock to the system

Ha un sapore agrodolce questo “Fatalism“, il nuovo album dei Polaris. È l’ultimo lavoro completo che i cinque membri della band hanno scritto insieme, prima della triste scomparsa del chitarrista Ryan Siew. Confrontandolo con i precedenti “The Mortal Coil” (2017) e “The Death of Me” (2020), è subito evidente una certa maturità nella scrittura.

La tracklist si apre con “Harbringer”, un’intro perfetta da usare come opener durante i live, con un mood atmosferico e la voce di Jake Steinhauser che echeggia in un crescendo sempre più intenso, fino all’arrivo di chitarre e batteria.

Si fa spazio “Nightmare”, un classico brano easy listening pieno di cori da cantare sotto palco, con un solido riffing alla base. È poi il turno di “Parasite”, dalle sonorità più aggressive: un brano veloce e diretto, che colpisce all’istante come un sonoro calcio in faccia. L’atmosfera si è fatta molto calda, ma viene smorzata e addolcita da “Overflow” e “With Regards”, in cui voci urlate e pulite si intrecciano e si fondono in melodie che entrano nel cuore. Anche qui, non mancano i riff interessanti: possiamo dire che le chitarre sono le colonne portanti di tutto l’album, senza ombra di dubbio.

Arriviamo a metà tracklist con “Inhumane”, primo singolo estratto dall’album che i fan della band conoscono già a memoria. Apre il pezzo un giro di basso ricco di groove, accompagnato solo dai piatti della batteria, per poi esplodere in un tripudio di chitarre, sintetizzatori e voci incazzate. Sono evidenti le influenze djent, che si mescolano perfettamente al sound metalcore e danno vita a un brano che saprà scaldare il pubblico durante gli show dal vivo. Bellissimo il solo di chitarra, che completa meravigliosamente il pezzo.

Arriva il momento di “The Crossfire”, con un giro melodico che rimane immediatamente in testa, che lascia spazio a “Dissipate”, in cui la protagonista è la batteria, con una scarica di blast beat che non dà tregua e mette in secondo piano tutto il resto. L’atmosfera si placa di nuovo con “Aftertouch”, una ballad toccante che riesce a mostrare l’essenza nascosta dei Polaris e si prepara a diventare una must listen nelle piovose giornate autunnali o quando si è giù di morale.

Arriviamo alle battute finali: “Fault Line” è un altro di quei pezzi dal forte sapore metalcore, e si appresta a diventare un classico della band; “All In Vain” ha un’ottima costruzione, ma sembra voler introdurre qualcos’altro e non chiudere l’album. Rimane quindi qualcosa in sospeso, o forse è solo un invito a premere di nuovo play e far ripartire l’album dall’inizio.

“Fatalism” è un disco un po’ diverso dai precedenti lavori dei Polaris e forse non piacerà a una buona fetta dei fan della band. Ma è indubbiamente un ottimo prodotto: un’alternanza di melodia e brutalità, ben equilibrata e molto godibile. Tutti i membri della band hanno il loro posto sotto i riflettori, con una produzione eccellente che riesce a dare il giusto spazio a ogni strumento. Piacerà sicuramente a chi apprezza il lato più melodico del metalcore, un po’ meno a chi non è grande fan delle voci pulite.

Tracklist

01. Harbringer
02. Nightmare
03. Parasite
04. Overflow
05. With Regards
06. Inhumane
07. The Crossfire
08. Dissipate
09. Aftertouch
10. Fault Line
11. All In Vain

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