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Sanguisugabogg – Homicidal Ecstasy

A Devin Swank non interessa quanto nel cosmo estremo si possa ridere del moniker, del logo o della musica della sua band, basta che qualcuno ne parli, spesso e anche volentieri. Il singer dell’Ohio, all’occasione ottimo cabarettista, non si nasconde dietro un dito quando bisogna diventare portavoce dei Sanguisugabogg, contando su uno zoccolo di sostenitori sorprendentemente durissimo, in totale esaltazione live di fronte a una “Dead As Shit” dedicata alla regina Elisabetta II appena scomparsa o ai fiotti splatter di “Dragged By A Truck”. Certo, un’ouverture di carriera mediocre come “Tortured Whole” (2021), addirittura patrocinata dalla Century Media Records, avallava l’ipotesi di un bluff, con il rischio, per gli ascoltatori neutrali, di subire un supplizio auricolare peggiore delle sevizie medievali promesse da Marsellus Wallace al proprio aguzzino. Complici, però, i numerosi concerti tenuti nel recente biennio, il quartetto nordamericano sembra aver oggi raggiunto un certo affiatamento, che nel nuovo lavoro si traduce in un songwriting meno amatoriale rispetto a un debutto allora indeciso se intraprendere la strada del pornogore ultrademenziale o quella del brutal stile Devourment.

Non che i brani di “Homicidal Ecstasy” abbandonino del tutto l’immaginario a sfondo sessuale da B-movie in stile Troma di cui il primo album traboccava, eppure la loro narrazione lirica, a metà tra le disgustose specifiche anatomiche dei Carcass e le imprese dei serial killer dei Macabre, riesce a dipanarsi con maggior fluidità, aspetto comunque da prendere con le molle considerando il particolare contesto. I vari racconti vengono incastonati in canzoni mediamente più lunghe e dinamiche, vessillifere di un death che, nonostante continui ad alimentarsi della lezione di Autopsy, Broken Hope, Cannibal Corpse, Mortician e Six Feet Under, trae immensa ispirazione dall’oscura marzialità di “Gateways To Annihilation”, inseguendo tracce di groove e melodia sulle budella appese a marcire in qualche seminterrato dell’Ohio. In tal senso, “Narcissistic Incisions”, “Proclamation Of The Frail” e “Feening For Bloodshed” bucano incisive stereo ed epidermide.

Il marchio dei Morbid Angel post-David Vincent, poi, colma dei mid-tempo abissali e gloglottanti (“Pissed”, “Testicular Rot”, “Skin Cushion”, “A Lesson In Savagery”, “Necrosexual Deviant”), mentre le incursioni grind/hardcore e slam, oltre a colorare le tracce suddette e a incunearsi nelle pieghe atmosferiche di “Mortal Admonishment”, dominano le brevi e spassose “Black Market Vasectomy”, “Face Ripped Off” e “Hungry For Your Insides”. Discutibili, invece, alcune decisioni prese dietro la console da Alan Douches e Kurt Ballou, con rullante à laSt. Anger” e voce – quest’ultima invero non sempre inappuntabile – poste troppo avanti nel mix a scapito delle torbide trame chitarristiche di Drew Arnold e Ced Davis, così in fondo alla mangiatoia da suonare, a tratti, slegate dal resto. Ciò contribuisce, insieme a un artwork di cartapesta, a non valorizzare appieno un lotto magari privo di pezzi da tramandare, tuttavia godibile per i timpani di coloro che intendono divertirsi senza grosse pretese.

Forse, in un mondo privo di connessioni e passaparola social, i Sanguisugabogg non sarebbero mai affiorati dal sottoscala di casa, ma si deve riconoscere agli statunitensi protagonisti di “Homicidal Ecstasy” un discreto progresso generale, sia a livello di scrittura che di tecnica esecutiva. Problematico, d’altronde, fare peggio dell’esordio.

Tracklist

01. Black Market Vasectomy
02. Face Ripped Off
03. Pissed
04. Testicular Rot
05. Hungry For Your Insides
06. Skin Cushion
07. A Lesson In Savagery
08. Narcissistic Incisions
09. Mortal Admonishment
10. Proclamation Of The Frail
11. Necrosexual Deviant
11. Feening For Bloodshed

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