Dopo la serata di fuoco passata in compagnia dei Gojira, rieccoci all’Alcatraz di Milano per due band ormai icone della scena metalcore americana: Motionless in White e The Ghost Inside.

L’atmosfera è caldissima già dal pomeriggio, e non solo per i 34 gradi all’ombra e l’afosa aria milanese: sono tantissime le persone che aspettano l’apertura porte per accaparrarsi la prima fila. Entrando, fa quasi impressione vedere così tanta gente impaziente e pronta a scatenarsi: ma è l’effetto TikTok, che ha reso i Motionless in White ancora più famosi e apprezzati in tutto il mondo.

Motionless in White

La band di Scranton (Pennsylvania) sale sul palco già carichissima, con una risposta pazzesca dal pubblico pronto a cantare a memoria tutti i pezzi e godersi lo show dal primo all’ultimo secondo. L’atmosfera è elettrica: si parte con “Disguise”, a cui la folla risponde immediatamente, trasformando la sala in un coro potente e fragoroso. La scaletta prosegue con altri pezzi amatissimi: “Sign of Life”, “Scoring the End of the World”, “Thoughts and Prayers” e “Voices”, che incendiano ancora di più gli animi dei presenti, che saltano a tempo di musica, pogano e si lasciano trasportare dall’energia travolgente dei Motionless in White.

Un brano dopo l’altro, qualche pausa per ringraziare con il cuore in mano i fan, il sorriso stampato sul volto: la serata prosegue così, con un’atmosfera carica di vibrazioni positive. Ad ogni canzone annunciata, un boato del pubblico: per alcuni era il primo concerto, per altri il milionesimo, ma l’entusiasmo di tutti era palpabile. Fino ad arrivare alle battute di chiusura: con “Reincarnate”, “Eternally Yours” e “Another Life” la band saluta i fan lasciandoli desiderosi di rivivere presto un’esperienza così bella. Con la promessa di tornare in Italia il prossimo anno.

Leaving the past to the grave
So we can reincarnate

Setlist

Disguise
Sign of Life
Scoring the End of the World
Thoughts and Prayers
Voices
Slaughterhouse
Werewolf
Masterpiece
Cyberhex
Reincarnate
Another Life
Eternally Yours

Il tempo di una birra e due chiacchiere tra amici, ed ecco in lontananza un velocissimo soundcheck: i The Ghost Inside stanno per salire sul palco, è il momento di correre in prima fila.

A un anno esatto dal loro ultimo passaggio in Italia all’Infest 2022, la band californiana dà il via allo show con l’amatissima “Engine 45”. Inutile dirlo: i fan sono già in delirio. La scaletta prosegue tra pezzi vecchi e brani più recenti, con una selezione delle canzoni più amate. È un viaggio nella discografia dei The Ghost Inside, dedicato ai fan che li seguono dall’inizio e pensato per chi li conosce meno.

The Ghost Inside

“The Great Unknown”, “Pressure Point”, “Unspoken”: l’energia è costante, il pubblico salta e poga all’unisono con la musica, in tantissimi iniziano a fare crowdsurfing. Ed è proprio il crowdsurfing il fil rouge di tutto lo show: tantissime persone si sono lasciate trasportare dalla folla, senza preoccuparsi di cadere, godendosi il momento in ogni sua sfaccettatura. Anche grazie ai premi autografati promessi dal frontman Jonathan Vigil e regalati a chi fosse riuscito a farsi portare dal fondo della sala al palco senza toccare terra.

Altri pezzi amatissimi uno dietro l’altro, per poi giungere in dirittura d’arrivo con le bellissime “Avalanche” e “Aftermath”, che lasciano gli occhi lucidi e ci fanno salutare la band in bellezza. Il pubblico li saluta con applausi fragorosi e urla di ringraziamento per una performance epica come sempre, che dimostra quanta forza ed energia abbiano in corpo.

Tell me now,
what do you stand for?

Setlist

Engine 45
The Outcast
The Great Unknown
Move Me
Pressure Point
One Choice
Mercy
Unspoken
The Other Half
White Light
Between the Lines
Dear Youth
Dark Horse
Out of Control
Faith or Forgiveness
Avalanche
Aftermath

Comments are closed.