Il 2022 è senza dubbio l’anno dei The Rasmus: il gruppo rock finlandese torna con “Rise“, forte di una nuova e coesa line-up e della recente partecipazione all’Eurovision di Torino. Abbiamo fatto una piacevole chiacchierata con il cantante Lauri Ylönen, che ci ha parlato di come “Rise” segni l’inizio di una nuova era per una band, la sua passione e famiglia, che a quasi vent’anni dalla celebre hit “In The Shadows” ha da dire ancora la sua, ora più che mai.


Ciao Lauri! Benvenuto su SpazioRock.it, la nostra webzine. E’ un piacere averti qui oggi. Per prima cosa, come stai? Come vanno le cose ultimamente?

Grazie per l’ospitalità! Sto bene, sono in Polonia, subito dopo questa intervista gireremo un video. Sono entusiasto del nuovo album, siamo in realtà tutti molto felici e penso che il feeling all’interno della band sia il migliore che abbiamo avuto in tanti anni, è meraviglioso.

Iniziamo col parlare del vostro nuovo album,“Rise”. Devo confessarti che le mie orecchie hanno apprezzato molto! Ad un primo ascolto sembra un fiume di energia, che esplode e si quieta di tanto in tanto, ma è inarrestabile e procede sempre in avanti, proprio come la vita stessa. Puoi raccontarci brevemente com’è stato concepito?

Grazie! Cerco di essere breve. Abbiamo iniziato più di tre anni a lavorare a questo album, avevamo grandi progetti prima dell’inizio del Covid: registrare alla vecchia maniera, riunirci in studio, tutto era perfetto fino a quando il virus ha reso tutto impossibile. L’album racconta una storia, ovvero i momenti che abbiamo trascorso, sia personalmente ma anche come band. È stato un periodo molto difficile per noi ed eravamo molto vicini a scioglierci come gruppo: si è concluso purtroppo con la partenza del nostro chitarrista Pauli dalla band circa un anno e mezzo fa. È stato molto triste, perché è un amico ed era con noi da quando avevamo 15 anni, è stata la fine di un’era. Ma poi sono iniziate ad accadere cose belle, e forse c’era spazio per crescere in qualche modo, nuove idee: abbiamo deciso di prendere parte all’Eurovision, cosa che all’inizio mi era parsa un po’ folle, ma sono davvero felice che l’abbiamo fatto. E’ stata un’esperienza molto positiva per noi, soprattutto perché avevamo una nuova chitarrista, Emppu, che si è unita a noi lo scorso settembre: con un nuovo membro avevamo qualcosa da conquistare insieme come gruppo, come nuova formazione, era molto importante avere questa sfida. Poi abbiamo iniziato a scrivere tutte queste belle canzoni, e così abbiamo superato le nostre difficoltà, che possono essere ascoltate nell’album, di cui sono molto orgoglioso. E’ stato un lavoro difficile da creare, ma sono davvero felice di tutte le canzoni, trovano il loro posto nell’album e penso che sia uno dei migliori che abbiamo mai scritto.

Puoi parlarci delle canzoni a cui sei più legato, o di cui vorresti condividerci la storia?

Ci sono tracce molto depresse come “Fireflies”, che è una delle mie preferite al momento tra le nuove canzoni: parla di questa persona introversa – di me stesso, immagino – sulla quale il mondo sta crollando, lui è intrappolato nel suo appartamento, ha paura del mondo, della vita, di tutto praticamente, e l’unica cosa che può tollerare è la luce delle lucciole. Riflette i miei sentimenti durante la registrazione, quando ero davvero depresso, non stavo bene né fisicamente né mentalmente quando ho scritto questa canzone. Odio davvero quei ricordi, ma sono felice di averne scritto una canzone: ora che ho superato quel periodo posso guardare indietro e dire “Ehi, è stato un momento orribile nella mia vita ma l’ho superato, non ho mollato“, e ciò mi ricorda anche che è così che si dovrebbe essere nella vita. A volte hai dei momenti difficili, ma devi solo continuare a combattere e andrà tutto bene. E a volte, quando hai questo in mente, impari davvero ad apprezzare le cose che di solito non fai. Sono privilegiato e fortunato ad avere questa band, quando mi è stata portata via per un momento, a causa del Covid e tutto il resto, ho iniziato a sentirmi molto male mentalmente e fisicamente ma ho realizzato che questo è proprio ciò di cui ho bisogno, questa è la mia vita, questa è la mia passione. In un certo senso mi ha aperto gli occhi. Però questo album racchiude anche scatti di felicità, è come un viaggio, ci sono i momenti difficili, ma ad esempio la prima canzone dell’album si chiama “Live And Never Die” e penso che sia una tra le più gioiose che abbia mai scritto: si tratta di vivere nel presente – la vita è adesso, tutto è temporaneo, quindi godiamoci il ​​viaggio! Volevo farlo perché sentivo di voler celebrare la vita, mi sembrava giusto scrivere quel tipo di canzone e penso che non avrei fatto qualcosa del genere dieci anni fa. Parlando dei sentimenti è come se avessi catturato quei momenti della mia vita nelle canzoni. Poi la scorsa settimana ho avuto finalmente il CD nelle mie mani, il nostro decimo album, sono davvero orgoglioso di noi! E’ soddisfacente concludere qualcosa, e questa è la fine di questa era nella storia dei The Rasmus, ma è il momento di andare avanti, pensando al futuro già da ora.

Photo: Venla Shalin


Anche il titolo del vostro decimo full length, “Rise”, è piuttosto evocativo, e segna il vostro ritorno dopo cinque anni da “Dark Matters”: qual è il vostro segreto di rinnovo, lavoro dopo lavoro? Accennavi prima ai sentimenti, alla vita quotidiana…c’è dell’altro?

E’ la somma di un sacco di cose, è difficile nominarne solo una, ma penso di essermi ispirato di recente a Emppu, la chitarrista: è diventata di colpo una nuova amica, una nuova componente della famiglia. Negli ultimi quattro mesi noi della band siamo stati insieme tutto il tempo, tutti i giorni. È stato davvero fantastico. Ora siamo in Polonia e ieri sera eravamo fuori con la band: Emppu non ha visto tutti questi Paesi, non è mai stata in tour e all’improvviso è diventata come la mia nuova sorellina e l’ho portata in giro “Vieni, c’è un bel bar laggiù!”. È molto stimolante averla accanto, è piena di idee fantastiche ed energia, talento, tutte queste cose. A tal proposito ho detto alla band che sul palco ultimamente mi sento circondato da tanto amore – è tutta una questione di chimica, all’interno della band e col pubblico. Nelle ultime tre canzoni che abbiamo scritto avevo in mente lei e anche la band, voglio davvero essere ispirato da questo per ora. Infatti penso che per molte delle canzoni mi sono ispirato ai brutti tempi, e se rimani a lungo ancorato a quei ricordi ti vorresti solo tagliare le vene. Abbiamo bisogno di questi momenti felici e dobbiamo goderceli, perché le cose potrebbero cambiare, non si sa mai!

Non posso non citare l’Eurovision: quando siete stati annunciati come ambasciatori della Finlandia per l’edizione 2022, nella cerchia dei miei amici è esplosa un’euforia generale, ma penso in tutta Europa e nel mondo. Non vi siete mai allontanati dalle scene musicali, ma succede che magari le persone che erano solite ascoltare la musica di una band negli anni possano perdere un po’ traccia, e dopo queste grandi notizie si ricordano i bei vecchi momenti e ritornano ad apprezzarla. Vi siete sentiti abbracciati da questo tipo di calore quando eravate a Torino?

Sì, l’abbiamo sentito molto. Veniva da diverse parti, ovviamente dai social, dai tanti commenti, alcune persone sono un po’ sbucate con “Che bello, siete ancora qui, andavo ai vostri concerti 20 anni fa!” . E’ stato fantastico vedere come i vecchi fan si sono riattivati, ma abbiamo anche raggiunto nuove persone, specie i più giovani. Penso che in generale questa cosa dell’Eurovision sia molto popolare, venti milioni di persone che ti guardano da casa, è pazzesco, il più grande spettacolo che puoi fare al mondo, quindi è stata una grande opportunità per noi. Ma, ribadisco, ritengo che sia stato molto importante soprattutto per noi, per rimetterci insieme come gruppo: era la nostra sfida, all’interno del gruppo ci ha reso forti, ed è ancora più importante del risultato, di quanto arrivi in alto in classifica.


Sono originaria di un paesino non lontano da Torino ed è un peccato non esserci stata quando si è svolto l’Eurovision, ma ho visto che avete fatto una performance di giorno in Piazza Castello: un momento spontaneo e magico allo stesso tempo. Era qualcosa che non avevate mai fatto prima, giusto? Com’è stato?

Sì, era la prima volta che suonavamo per strada. È stata una bella esperienza! Abbiamo semplicemente scelto un posto casuale, portato le nostre cose e le abbiamo montate. Abbiamo esordito con “Ciao, siamo i The Rasmus!” e via con “Jezebel”, la canzone del concorso: alcune persone ancora non la conoscevano, ma poi abbiamo suonato “In The Shadows” e queste hanno esclamato “Oh mi ricordo questa canzone!”, e infine abbiamo suonato e cantato “Volare” in italiano, e la gente era tipo “Okay, bravi, ci piace“. Ed è stato divertente vedere le reazioni delle persone, immagino che ad alcune persone non sia piaciuto molto, stavano cercando di mangiare il loro piatto di pasta e noi li stavamo disturbando col nostro rumore (ride, NdR). Amo le cose spontanee in genere, quelle che vengono fuori dall’ascolto dei nostri sentimenti sono le migliori, ho bei ricordi di cose non troppo pianificate.

Photo: Miikka Varila / YLE

Sono passati quasi vent’anni da quando la vostra hit di successo “In The Shadows” vi ha reso popolari e vi ha consacrato come portabandiera del rock in Finlandia e all’estero. Se ti guardassi indietro, con quale occhio vedresti quel periodo?

Beh, quello è stato un momento interessante della nostra vita, ovviamente. Avevamo già pubblicato quattro album prima di “In The Shadows”, avevamo fatto un sacco di concerti, specialmente in Finlandia e improvvisamente siamo esplosi in tutto il pianeta. Abbiamo iniziato a suonare nei posti più esotici come l’India, le Isole Faroe, Taiwan. È stato semplicemente fantastico, era il mio sogno poter viaggiare, vedere Paesi diversi, conoscere culture e suonare musica – due delle mie cose preferite combinate, oltre al buon cibo. È davvero un lavoro da sogno. E non vedo l’ora di essere di nuovo in tournée ad ottobre, stiamo per iniziare il buon vecchio giro nei club… su un tour bus! Dormire al secondo piano dell’autobus, con i miei migliori amici, viaggiare per l’Europa e svegliarsi ogni mattina in una nuova città. Cosa posso chiedere di più? E poi mi piace molto questo tipo di tour, è il migliore, un po’ underground, affascinante ma che ricorda anche una gita scolastica (ride, NdR).

Hai appena detto che state per iniziare il tour europeo nei club, e anche l’Italia non mancherà all’appello. Quali sono le vostre aspettative nel tornare nel nostro Paese e in Europa dopo la pausa della pandemia e dopo l’Eurovision?

Abbiamo avuto un piccolo assaggio durante i festival estivi, e le persone erano così felici di riunirsi e festeggiare insieme! Credo che la stessa cosa accadrà durante il tour nei club, lo sto davvero aspettando perchè penso che, rispetto ai festival in cui ogni tipo di persona viene a trovarci – il che è fantastico -, ai nostri show le persone di solito sono nostri fan e puoi vedere la differenza perchè conoscono i testi, cantano insieme, ti caricano di energia sin dalla prima canzone. Quelli sono anche grandi momenti per noi per incontrare i fan, soprattutto in questo tipo di tour dei club di solito trascorriamo la giornata passeggiando per la città, e molte persone si avvicinano a noi e ci dicono “Non vediamo l’ora dello spettacolo stasera!“. È molto carino che possiamo incontrare le persone, ci rendiamo anche abbastanza disponibili e ora, anche se il virus è sempre presente, penso che non dobbiamo essere più così preoccupati dal contatto.

Stiamo giungendo alla fine dell’intervista. Vorresti lasciare un messaggio di chiusura per i vostri fan italiani e i nostri lettori?

Certo! Mi mancate davvero ragazzi, sapete che abbiamo un sacco di fan in Italia e i The Rasmus hanno un legame speciale con l’Italia. Anche il nostro bassista, Eero, ha vissuto in Italia per due anni. Siamo venuti molte volte, abbiamo amici lì, grandi fan di cui conosciamo i nomi, siamo entusiasti di tornare. Questa volta suoneremo solo a Milano, ma speriamo di vedervi tutti lì. Stiamo vedendo per degli spettacoli il prossimo anno, magari nel contesto di festival o cose del genere.

Grazie mille Lauri per il tuo tempo. In bocca al lupo per tutto, congratulazioni per “Rise” e ci vediamo a Milano il mese prossimo!

Grande! Ciao, e grazie!

Comments are closed.