OLDIESRECENSIONITOP ALBUM

The Smashing Pumpkins – Mellon Collie And The Infinite Sadness

I fear that I am ordinary just like everyone

Era il 1995, il grunge dilagava tra le generazioni più giovani e da poco più di un anno Kurt Cobain si era tolto la vita sconvolgendo il mondo della musica e non solo. Oltre ai Nirvana, la scena grunge dell’epoca poteva vantare nomi di primissimo livello (Pearl Jam, Soundgarden, Alice In Chains, solo per citarne alcuni), ma tra tutti questi, probabilmente, furono i The Smashing Pumpkins di Billy Corgan a rappresentare con maggiore efficacia i sentimenti più profondi di quella generazione: anche se il precedente “Siamese Dream” è un’opera magnifica, fu con “Mellon Collie And The Infinite Sadness” che i quattro musicisti raggiunsero il proprio apice, sfornando un prodotto (un disco doppio contenente ben 28 tracce) che definire semplicemente capolavoro risulta riduttivo. “Mellon Collie And The Infinite Sadness” va oltre le singole definizioni, le plausibili etichette: non è solo un ottimo disco grunge, è molto altro.

Partendo dal titolo, l’elemento fondante è un pessimismo generale, e allora il mondo, dagli occhi di Corgan e soci, non può che essere visto come un vampiro, mentre il domani è solo una scusa e l’amore è un suicidio: prevale un sentimento diffuso di tristezza, di malinconia. Dall’altra parte, però, persiste il desiderio di non essere come gli altri, di non volersi omologare a tutti i costi in una società in cui omologazione e consumismo di massa fanno da padroni: l’incipit di “Muzzle” mette a nudo con estrema efficacia questo sentimento. “Mellon Collie” non si esaurisce solo con questi temi, non è solo negatività e volontà di essere diversi: non mancano, infatti, anche liriche di una dolcezza intensa e inattesa (“Beautiful, you’re beautiful, as beautiful as the sky, wonderful, it’s wonderful to know that you’re just like I“).

La varietà delle tematiche va di pari passo con la varietà di suoni: il preambolo del disco, affidato alla title track e al meraviglioso singolo “Tonight, Tonight”, è tanto orchestrale quanto raffinato, mentre le seguenti “Jellybelly” e “Zero” sono esplosive e dirompenti, dall’animo squisitamente grunge. Ma le dicotomie non finiscono di certo qui. Il singolo “Bullet With Butterfly Wings” e “Fuck You (An Ode To No One)” continuano sulla falsa riga delle due precedenti, con le chitarre di James Iha e Billy Corgan fortemente distorte e la batteria martellante di Jimmy Chamberlin e il basso di D’arcy Wretzky a comporre una sezione ritmica discreta, mentre “To Forgive” è all’opposto una ballad tanto dolce quanto malinconica. Ed è tutto un alternarsi: la rabbia di “Bodies” è palese, aggressiva e tagliente, mentre “Galapogos” è, ancora una volta, di una finezza disarmante, caratterizzata da una prestazione vocale di Corgan da brividi e un arrangiamento sublime. Il pessimismo diventa ora reale e realista (“I won’t deny the pain, I won’t deny the change“), anche esasperato (“Will you leave me too?“). Successivamente viene ritagliato dello spazio anche a brani più sperimentali che sfociano nel progressive rock di “Porcelina Of The Vast Oceans” e “Thru The Eyes Of Ruby”, l’ipnotica “Take Me Down” (caratterizzata da una buonissima prestazione vocale di Iha) e i singoli “Thirty-Three” e “1979”, nei quali il lato più pop del gruppo emerge in un modo affatto banale. Il finale è composto da una serie di ballad, tra le quali vale la pena citare “By Starlight”, in cui la componente romantica si fonde al diffuso pessimismo in una maniera a dir poco suggestiva. Non spariscono i pezzi più pesanti, anzi, “Tales Of A Scorched Earth” e “X.Y.U.” sono i brani più aggressivi del lotto, le urla di Corgan si fanno sempre più furiose e vengono sapientemente accompagnate da muri compatti di chitarre.

Un doppio disco che si basa su dicotomie esplicite, liriche emozionanti e arrangiamenti magistrali. Sarebbe fin troppo semplice riassumere così “Mellon Collie And The Infinite Sadness” e, infatti, non è sufficiente. Il terzo album in studio dei The Smashing Pumpkins rappresenta le ansie, i dolori e i sentimenti più intimi degli individui, talvolta in modo impulsivo, a volte incazzandosi e spesso con spensieratezza, ma mettendo sempre nero su bianco emozioni che chiunque prima o poi ha provato o proverà. Questo lato decisamente umano e realista è il punto forte. “Mellon Collie” non consola, non illude: cerca di descrivere il corso di una giornata di un giovane per quello che è, trattando tanto i lati positivi tanto quelli che spesso si cerca di nascondere. E il risultato finale è da pelle d’oca.

Tracklist:

Disco 1:
01. Mellon Collie And The Infinite Sadness
02. Tonight, Tonight
03. Jellybelly
04. Zero
05. Here Is No Why
06. Bullet With Butterfly Wings
07. To Forgive
08. Fuck You (An Ode To No One)
09. Love
10. Cupid De Locke
11. Galapogos
12. Muzzle
13. Porcelina Of The Vast Oceans
14. Take Me Down

Disco 2:
01. Where Boys Fear To Tread
02. Bodies
03. Thirty-Three
04. In The Arms Of Sleep
05. 1979
06. Tales Of Scorched Earth
07. Thru The Eyes Of Ruby
08. Stumbleine
09. X.Y.U.
10. We Only Come Out At Night
11. Beautiful
12. Lily (My One And Only)
13. By Starlight
14. Farewell And Goodnight

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