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Jane’s Addiction – Nothing’s Shocking

Articolo a cura di Ivan Perilli

Non so a quanti sia capitata la fortuna di stendersi sulla sabbia di una spiaggia in California,  d’estate. Magari a Santa Monica, o Malibu. Magari nel 1988. Magari ora chissà quanti californiani  lo stanno facendo. A noi interessa il suono, non la sabbia. Ma quelle spiagge andavano premesse. 

Parliamo del più importante lavoro degli iconici Jane’s Addiction. “Nothing’s Shocking” è un album di  psichedelia pura, dove per psichedelia intendiamo l’essere da un’altra parte, un attimo dopo aver  premuto play, e aver chiuso gli occhi – che bello pensare che il pulsante play sia rimasto, anche se ora probabilmente il triangolino che va  a destra è completamente digitale.

Inizia “Nothing’s Shocking” dunque, inizia con “Up The Beach”. Tutto è allungato, interminabile, quei  suoni sembrano esserci sempre stati, come il Sole che avvolge, sembra davvero la spiaggia di Santa  Monica, che non finisce mai e che è sempre iniziata, ogni giorno, ogni momento, con le onde e il caldo incuranti della razza umana. Le note della chitarra di Dave Navarro sembrano quella distesa di raggi di luce, intensi, e si avverte che qualcosa di tremendamente eccitante che sta per esplodere  nell’aria.  L’esplosione viene confermata un minuto dopo, con la seconda traccia, dove il caldo e la confusa  trasparenza di “Up The Beach” prendono forma e appare un basso vero, una batteria: è rock ora, fa  davvero caldo e siamo in California. Prima dei Red Hot Chilli Peppers, lontano dai Guns n’ Roses.  Stiamo ascoltando “Ocean Size”, dopotutto, il titolo come una dichiarazione d’intenti, come un  affresco elettrico e squamoso. 

Anni fa un mio caro amico, e non ricordo assolutamente in quale contesto, disse che “Had A Dad”  era come un pasto completo, o qualcosa del genere. Magari era una full english breakfast, e magari da fame chimica appena l’effetto straniante dell’inizio dell’album passa e si materializza davanti a  noi qualcosa di pieno, vero e gonfio di contenuti. Il canto di Perry Farrell è inclassificabile,  indescrivibile: sembra stia per fallire da un momento all’altro, per perdersi, ma continua come se ci  fosse qualcosa che lo tiene in vita. Sarà il sole di Los Angeles? La vitamina D? È un testo che lascia perplessi: si tratta davvero della rabbia verso un padre andato via? O c’è dell’altro? 

Se vogliamo davvero fossilizzare tutta questa analisi sul tratto di spiaggia di Santa Monica, allora  “Ted, Just Admit It…” è qualcosa che succede dopo parecchie ore di sole, quando il caldo ci ha dato alla testa. Ti senti stralunato, una chiara sonnolenza, la luce riflette ovunque, se tiri su gli occhiali da sole affronti la sottile ed evidente realtà della gente attorno a te, ogni passo vien fuori diverso, la sabbia decide la tua andatura, come devi andare avanti nella vita. “Nothing’s shocking” ripete la canzone, in sette minuti di confusione in una gabbia di matti… quasi pericolosi, quando inizia la  danza tribale su parole come “sex is violent”, e si mette davvero male per noi. Fortunatamente dopo siamo liberi di farci una doccia tanto elettrica quanto stupida con “Standing in the shower… Thinking”, sfogo creativo che ricorda sorprendentemente Captain Beefheart, anche se rimane davvero spiegarlo. 

Ma immagina ora, dopo una doccia del genere, dopo tutto quel casino in testa e sulla pelle, ecco che cala finalmente la sera. Il Sole che ci ha accecato finora concede una tregua, l’estate si snocciola  anche in serate come questa, “Summertime Rolls” ti prende per mano, con rinnovata delicatezza,  sembra di essere tornati alla prima traccia, dentro quella psichedelia lenta e aggiornata ai tempi moderni,  nulla che possa ricordare l’originale degli anni Sessanta. Qui c’è davvero del nuovo, nel silenzio delle cinque di mattina, dopo aver passato ore sospese tra le pieghe, le onde e i significati di una lunga notte d’estate, il semplice basso di Eric Avery torna solitario e quieto, per chiudere sugli ultimi versi (“Her nose is painted pepper-sunlight, I love her, I mean it’s so serious”), con la canzone più  suggestiva di tutto l’album. 

Torna la confusione, una purple haze dopo più di vent’anni si materializza con la sequenza “Mountain Song”/”Idiots rule”. Testi cattivi, rock e funk mescolati: ora sì che possiamo pensare che i Red Hot Chilli Peppers stessero provando nella stanza di fianco a quella dei Jane’s Addiction.  Navarro poi ci finì pure con Kiedis e Flea, per un meraviglioso e inglorioso “One Last Minute” – e qualcuno un giorno spiegherà perché sembra essere un crimine affermare la bellezza di  quell’album… 

La densità, il notevole peso specifico di tutto “Nothing’s Shocking” sembra concretizzarsi in “Jane  Says”, autoreferenziale al nome della band, l’ufficiale ballata dell’album – anche troppo vivace per  essere una vera ballata ma l’accettiamo cosi come viene. Schitarrate da spiaggia, ci sembra di bere  birra e cantare le parole a squarciagola… e sono trenta minuti che Perry Ferrell canta a  squarciagola, ma una voce normale ce l’avrà? Jane intanto sembra voler fare il grande salto nella vita. Una Jane che esiste davvero, e che poi quel viaggio in Spagna confermò di averlo fatto, come anche l’essersi ripulita sia la vita che un po’ il sangue, in seguito. 

I Jane’s Addiction vogliono essere sicuri di chiudere il loro miglior album ricordando a tutti di  essere una band con le idee chiare su come fare rock n’ roll. Il riff della quasi bonus track “Pigs in  Zen” è chiaro, quadrato, permette una valanga di colpi e contraccolpi di batteria. Si parla di maiali, non c’è più il Sole iniziale, siamo nello sporco: l’ultimo solo di chitarra sembra lo possiamo visualizzare nella sua forza, le corde tirate allo spasimo, e la dichiarazione finale, un riassunto, una  sfida a te che ascolti. Ti sembra ti stiano mettendo sotto accusa, ti sfidano a scrivere tu qualcosa, allora. 

Spegni tutto quindi, e scappi. L’ultimo pensiero è sulla copertina, quando richiudi l’album, la rivedi per un secondo e pensi: “Nothing is shocking, quindi”. Vedi le gemelle siamesi nude e in fiamme, su una sedia a dondolo: la giusta indimenticabile immagine per tutto quello che hai appena ascoltato.

Tracklist

01. Up The Beach
02. Ocean Size
03. Had A Dad
04. Ted, Just Admit It…
05. Standing in the Shower… Thinking
06. Summertime Rolls
07. Mountain Song
08. Idiots Rule
09. Jane Says
10. Thank You Boys
11. Pigs in Zen

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