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Warmen – Here For None

Nati nel 2000, i Warmen si rivelarono, al principio, un progetto dalla spiccata fisionomia strumentale di taglio neoclassico, che ha successivamente beneficiato della partecipazione straordinaria, nelle varie release, di cantanti dai diversi pedigree (Kimberly Goss, Timo Kotipelto, Pasi Rantanen fra gli altri). La morte, agli sgoccioli del 2020, di Alexi Laiho, ospite nelle vesti di singer nell’ultimo e bolso “First Of Five Elements” (2014), fu un duro colpo per il fondatore e principale esponente del gruppo Janne Wirman, deciso a rinunciare definitivamente a un percorso professionale ancora lungi, in teoria, dall’aver esaurito per intero il proprio impulso creativo.

Dopo un periodo di profonda riflessione, il rinnovato desiderio di continuare a lavorare sulla musica spinse il tastierista finlandese e il resto della formazione a trasferirsi in una capanna nel bosco, cercando di raggiungere un minimo di equilibrio emotivo e di scrivere nuove canzoni che potessero raccogliere – o forse accollarsi – l’eredità dei Children Of Bodom. Operazione riuscita alla perfezione, visto che questo “Here For None” rappresenta la quasi copia carbone di album come “Follow The Reaper”, “Hate Crew Deathroll” e “Are You Dead Yet?”, con l’ingresso al microfono di Petri Lindroos degli Ensiferum a regalare qualche escoriazione vocale a una minestra già bella precotta, benché tecnicamente ineccepibile.

Dai millesimi iniziali dell’altezzosa “Warmen Are Here For None”, d’altronde, appare impossibile non riconoscere l’universo sonoro dei Bambini Di Bodom, relativo in particolare a una seconda fetta di carriera nella quale il melodic death e l’elettronica presero il sopravvento sull’originale mistura di generi di un tempo, dando il via al progressivo declino del gruppo, battezzato dalla pubblicazione, nel 2008, di “Blooddrunk”. I duelli virtuosistici che impegnano le keys del mastermind e la chitarra del fratello Anti in “The Driving Force” e nella cupa “A World Of Pain” chiamano in causa, dunque, la stessa fonte compositiva, ma agli esiti, tra velocizzazioni simil-thrash e un afflato sinfonico di matrice power a tratti stucchevole, non superano, purtroppo, la soglia della sufficienza risicata.

“Too Much Too Late”, invece, con la sua arcigna cattiveria, apre qualche piacevole crepa nella melassa eufonica sinora sorbita in abbondanza, al pari di una “Night Terrors” il cui abbrivio tutto sintetizzatori, modalità ripresa nel finale del brano, evoca atmosfere da horror movie anni ’80, medesima sensazione suggerita da un artwork in formato locandina cinematografica. Passione per i film che segna l’ulteriore legame bodomiano, parentela confermata da un pugno residuo di pezzi sovrapponibili, per spirito e struttura, all’opener, dalle banalotte “The End Of Line” e “The Cold Unkonwn”, alle più pungenti “Hell On Four Wheels” e “Death’s On Its Way”, prima che il cerchio si chiuda con l’ennesima e superflua rilettura di un classico degli Ultravox, “Dancing With Tears On My Eyes”.

Se i Warmen di una volta, pur non memorabili, cercavano di eludere le lusinghe della tribute band, quelli attuali non nascondono, anzi accentuano i rapporti di sangue con i CoB, curandosi, quantomeno, di sceglierne, per “Here For None”, la versione pre-decadimento. Un prodotto certamente migliore rispetto ai dischi dei tanti epigoni della defunta entità finnica, che, però, non va oltre il fedele atto di ossequio. E neanche si preoccupa di farlo.

Tracklist

01. Warmen Are Here For None
02. The Driving Force
03. A World Of Pain
04. Too Much, Too Late
05. Night Terrors
06. Hell On Four Wheels
07. The End Of The Line
08. Death’s On Its Way
09. The Cold Unknown
10. Dancing With Tears In My Eyes

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