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Zakk Sabbath – Doomed Forever Forever Doomed

I Zakk Sabbath tornano a tributare i leggendari Black Sabbath con questo “Doomed Forever Forever Doomed”, che non è altro che la riproposizione integrale degli album “Paranoid” e “Master Of Reality”. Invece nel 2023 avevano fatto uscire “Vertigo”, il tributo al primo omonimo disco dei Sabs. La formazione è rimasta la stessa, ovvero quella composta da Zakk Wylde alla chitarra e voce, Rob Blasko Nicholson al basso e da Joey Castillo alla batteria. Un doppio tributo piacevole per gli adoratori del Sabba Nero e di Wylde, ma che probabilmente avrebbe avuto più senso far uscire tra una decina d’anni. Dietro questa scelta c’è sicuramente la volontà di affiancare l’album all’attività live dell’ottimo terzetto e quindi di dare più visibilità al progetto.

Tutto l’album è suonato magistralmente e ci mancherebbe! Le song sono quasi sempre rieseguite fedelmente a livello strumentale e di arrangiamento, con Zakk Wylde molto contenuto nell’usare funambolismi e fischi armonici. Dietro al microfono il nostro guitar hero segue lo stile di Osbourne, da cui ha preso, per sua stessa ammissione, vezzi e peculiarità. Nella stragrande maggioranza dei pezzi le accordature sono più basse delle originali, forse per dare ancora più cupezza ai pezzi, però a livello vocale si poteva tributare meglio il buon vecchio Ozzy alzando un po’ le tonalità soprattutto nelle tracce di “Master of Reality”, album in cui il madman diede una grande prova canora, inquadrando meglio le sue doti e affinandone lo stile. In studio, dunque, sarebbe stato possibile osare un pochino di più nelle parti vocali, poi dal vivo ognuno è libero di cantare nel centro tonale più comodo.

Le cover più riuscite del primo disco sono “War Pigs” e “Fairies Wear Boots”, entrambe ben collaudate in sede live nel corso degli anni da Zakk e Blasko alla corte di Ozzy. Nel secondo spicca “Solitude” suonata col piano e con un gradevole assolo finale. Un’altra rivisitazione che si può chiamare veramente tale è quella di “Into The Void” che risulta notevole e con carattere: un pezzo potente e cattivo, nel quale lo stile di Zakk esce di prepotenza con abbellimenti virtuosi e i suoi celeberrimi armonici. Azzeccatissimo anche il doppio pedale al centro del pezzo, come lo è l’assolo potenziato di chitarra verso il finale.Vista la caratura dei musicisti ci saremmo aspettati un po’ più di personalità durante tutto il disco, anche solamente per curiosità d’ascolto nel riassaporare in maniera nuova mitici brani. In definitiva possiamo affermare che al momento questo doppio LP è un bel disco, ma non indispensabile.

Tracklist

01. War Pigs
02. Paranoid
03. Planet Caravan
04. Iron Man
05. Electric Funeral
06. Hand Of Doom
07. Rat Salad
08. Fairies Wear Boots
09. Sweet Leaf
10. After Forever
11. Embryo
12. Children Of The Grave
13. Orchid
14. Lord Of This World
15. Solitude
16. Into The Void

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