Nel mondo della musica metal, la purezza del genere è spesso considerata sacra, intoccabile da contaminazioni esterne. E per quelle band che decidono di “rischiare” sperimentando in maniera eccessiva, il destino è segnato: odio e insulti. Il tour europeo che vede da co-headliner Amaranthe e DragonForce potrebbe essere considerato una tortura per i “true metaller”; ma noi, di larghe vedute, siamo giunti fino a Trezzo sull’Adda per goderci una serata che si prospetta veramente divertente.

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L’opening act, tanto per restare in tema, non è neanche così ben visto dalla community appena menzionata. A scaldare il pubblico italiano ci sono infatti gli Infected Rain, freschi di pubblicazione del loro sesto album in studio. Proprio da “TIME” è composta più della metà della loro scaletta, nota davvero positiva, soprattutto per i fan affezionati presenti esclusivamente per loro. Per chi invece è la prima volta a un loro show (come per l’autore), la sensazione che trasmette la band di Chișinău è la voglia di spaccare il mondo con pezzi rabbiosi che vengono spezzati da bridge dai toni quieti, per poi riesplodere mandando in visibilio i presenti. A rendere il tutto ancora più coinvolgente c’è la presenza della cantante Lena Scissorhands, che anche grazie alle sue doti linguistiche in italiano riesce a creare una forte connessione tra il palco e il pubblico.

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Sulle note dei Daft Punk, muniti di occhiali luminosi, pronti a festeggiare ferragosto in qualche spiaggia del sud Italia, i DragonForce entrano in scena sbattendoci in faccia, con tanto di coriandoli, la scoppiettante “Revolution Deathsquad”, tratta dall’ormai maggiorenne “Inhuman Rampage”. Un preludio per un vero e proprio show con i fiocchi, durante il quale nulla è lasciato al caso. Dal punto di vista puramente scenografico è impossibile non notare la cura nei dettagli: dai grossi cabinati arcade, posti ai lati sui quali i musicisti fanno su e giù, agli ologrammi di fronte la batteria, fino ad arrivare ai due dragoni giganti gonfiabili apparsi nella parte finale del concerto. A tal proposito, prima di “Power of the Triforce”, Marc Hudson lancia tra il pubblico un peluche a forma di pollo, elemento ricorrente nella saga di Zelda, alla quale il brano è ispirato – con tanto di esclamazioni e urla dal pubblico in ricordo del buon Richard Benson, che proprio il 10 marzo avrebbe compiuto 69 anni.

In merito alla scaletta, di soli 10 brani, i DragonForce si concedono il lusso di suonare due cover, la prima è, com’era già successo 2 anni fa, “My Heart Will Go On” e, dopo l’invito di Herman Lì a pogare, la band, esegue “Wildest Dreams” di Taylor Swift. In tutto ciò, mentre parte del pubblico si prende a sportellate sulle note della discutibilissima cover, sugli schermi ci troviamo proiettati video di animali che “fanno cose”… Beh, possiamo dire che per questa sera abbiamo visto veramente di tutto.

Amaranthe 2024

La scenografia degli Amaranthe ha decisamente una marcia in meno rispetto a quella dei colleghi inglesi, giusto il telone con la copertina del nuovissimo “The Catalyst” e qualche decoro sempre a richiamare il loro settimo album in studio. La prima cosa che, con un po’ dispiacere, notiamo è che il loro concerto risulta essere a tratti quasi un déjà-vu di quello vissuto il 25 ottobre 2022, e non parliamo della location, ma della scaletta. Ci ritroviamo infatti gli stessi tre brani iniziali: “Fearless”, “Viral” e “Digital World”. Perchè non iniziare con un nuovo brano? Stessa cosa si ripete anche nel finale con “Archangel”, “That Song” e “Drop Dead Cynical”.

Gran nota positiva, che toglie questo senso di già vissuto, è il nuovo cantante Mikael Sehlin, che copre definitivamente il buco lasciato qualche tempo fa da Henrik “GG6” Englund Wilhelmson, a sua volta sostituito provvisoriamente per i live da Richard Sjunnesson. Mentre quest’ultimo ci aveva dato la percezione di essere un elemento secondario nella band, Sehlin è protagonista degli Amaranthe a tutti gli effetti. Grande la sua performance in “BOOM!1”, uno dei migliori pezzi di “Manifest” e che mancava in scaletta nel tour passato. Insomma, il nuovo “growler” non fa rimpiangere l’addio di GG6.

In generale, la prova della band è più che valida, riuscendo a replicare dal vivo quanto proposto in studio. Nonostante il live risulti gradevole e divertente, la sensazione è che manchi quel qualcosa in più. Sarà che siamo stati appena travolti dallo spettacolo dei DragonForce, ma il concerto degli Amaranthe non riesce a essere davvero “frizzante”, come se mancasse quel carisma, come se la band si limitasse al compitino. È quasi paradossale accostare la parola “sobrietà” ad “Amaranthe” ma sì, il loro concerto è “sobrio”, e meno entusiasmante delle aspettative.

Lasciando il locale, potremmo non aver portato con noi emozioni indimenticabili, ma possiamo dire che ci siamo divertiti. Da segnalare l’ennesimo sold out in questo tour europeo, che sottolinea con forza quanto queste band siano amate. Nonostante le costanti critiche, Amaranthe e DragonForce continuano a dimostrare la loro rilevanza nel panorama metal.

Setlist DragonForce
Revolution Deathsquad
Cry Thunder
Power of the Triforce
Soldiers of the Wasteland
The Last Dragonborn
Fury of the Storm
Doomsday Party
My Heart Will Go On
Wildest Dreams
Through the Fire and Flames

Setlist Amaranthe
Fearless
Viral
Digital World
Damnation Flame
Maximize
Strong
PvP
Crystalline
Interference
The Catalyst
Re-Vision
Boom!1
Amaranthine
The Nexus
Archangel
That Song
Drop Dead Cynical

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