NUOVE USCITERECENSIONI

Atreyu – The Hope Of A Spark

“Mix my blood with the ashes
Spark into a flame ‘til it crashes down”

La scintilla è ciò che genera un fuoco. È l’inizio, l’incipit per qualcosa di grande, è come il tuono che preannuncia la tempesta. Ma non sempre risulta facile innescare questo procedimento, e anche in caso di riuscita, una fiamma, una volta accesa, va alimentata. Altrimenti, ciò che è stato fino ad allora potrebbe svanire e tutto sarebbe stato vano. “The Hope Of A Spark” rappresenta la ricerca degli Atreyu per un fuoco purificatore, che possa elevarli e donare loro la salvezza.

Quelli che una volta erano tra i principali nomi del metalcore anni 2000, da qualche anno a questa parte si sono convertiti al moderno post-hardcore. Scelta al passo coi tempi, visto ormai l’interesse drasticamente calato per il primo genere (con conseguente abbandono di quasi tutti i suoi grandi nomi verso il secondo), o dettata più da valori economici che artistici?

Il nuovo EP del quintetto si apre con “Drowning”, il singolo già uscito lo scorso gennaio. La scelta di usarla come traccia d’anteprima è certamente molto azzeccata, il ritornello in mid-tempo si adatta molto bene a un contesto radiofonico. È qui che avviene la prima richiesta di aiuto: “I’m screaming for help as I suffer in silence”. Non si può parlare altrettanto bene della traccia successiva. Se si chiudono gli occhi durante l’ascolto di “God/Devil” e viene richiamata immediatamente nella testa l’immagine di Ronnie Radke (voce dei Falling in Reverse), è del tutto normale. Tuttavia, dagli Atreyu ci si aspetta qualcosa di diverso. A dare un tocco di originalità arriva finalmente un assolo di chitarra, ma non basta per convincerci.

“Capital F” si può descrivere con una sola parola: tamarra, nelle buone e nelle cattive accezioni del termine. Positivamente parlando, il pezzo è travolgente, ben strutturato, con un ritornello dominato da un riff solido e dalle urla di Brandon Saller e Marc McKnight e un breakdown scritto a regola d’arte. Appunto, però, è tutto a regola d’arte. Anche qui l’identità della band diventa sbiadita, mentre la richiesta di aiuto si trasforma per meno di 3 minuti in un attacco disperato contro tutto e tutti (“Everybody sucks/Feeling like I’m stuck”). In chiusura troviamo “Watch Me Burn”, secondo singolo estratto. Gli archi che annunciano il canto del cigno del disco lasciano presto spazio alle chitarre droppate e a una strofa quasi rappata. Magari non funziona bene come il brano d’apertura, poteva essere sviluppato di certo con più cura, ma non gli si può negare l’orecchiabilità.

Il disco si conclude rapidamente (poco sotto i 12 minuti di durata), ma i ragazzi di Yorba Linda (California) hanno trovato ciò che cercavano? Tutto sommato, “The Hope Of A Spark” non è un brutto lavoro, nemmeno per gli Atreyu. Ma sono davvero gli Atreyu? Difficile a dirsi. Tanti gli elementi presenti che richiamano i nuovi dettami del post-hardcore e dell’alternative metal moderno: la già citata strofa di “Watch Me Burn”, l’intro di “Drowning”, un po’ tutta “Capital F”…

Unendo i puntini, non si può evitare di riconoscere la causa di ciò, almeno in parte, nel produttore John Feldmann, che aveva già firmato il loro “Lead Sails Paper Anchor” nel 2007. Feldmann negli ultimi anni è arrivato a produrre tanti grandi nomi e ha lasciato dietro sé una serie di lavori che si assomigliano tra loro, che fosse per merito del suo tocco in studio o delle special guest che riesce a spargere un po’ ovunque (uno su tutti Travis Barker, presente anche nell’ultimo LP degli Atreyu, “Baptize”). Purtroppo, spesso si scelgono strade sicure piuttosto che soluzioni nuove, si ha troppa paura di rischiare. Ma per accendere un fuoco, il rischio è necessario.

Tracklist

01. Drowning
02. God/Devil
03. Capital F
04. Watch Me Burn

Comments are closed.

More in:NUOVE USCITE

0 %