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ANGUS McSIX – Angus McSix and the Sword of Power

Ad agosto 2021 con un secco comunicato sui social, i Gloryhammer annunciavano la separazione definitiva dal loro cantante Thomas Winkler, in maniera fredda e decisa, senza troppi fronzoli o spiegazioni. Separazione non proprio consensuale e che è giunta come fulmine a ciel sereno per i fan della band. Soprattutto perché Thomas era un ottimo frontman ed incarnava in maniera perfetta lo spirito di una band che non si è mai presa troppo sul serio e che ha sempre conservato quel lato prettamente goliardico, che parallelamente ad una proposta musicale tendente spesso ad estremizzare i canoni del symphonic power metal, ha comunque permesso alla band di ritagliarsi una personale fetta di pubblico ed uno spazio di popolarità che è cresciuto di anno in anno. Era facile prevedere che questo split avrebbe minato le carriere sia della band, che di Thomas, ma di sicuro, ad oggi si può affermare che non è stato così. Se si poteva scommettere senza troppo rischiare sul continuo del percorso artistico dei Gloryhammer, che stanno tra l’altro per dare alla luce un nuovo album, ben più difficile era prevedere che Winkler avrebbe saputo ritagliarsi una nuova carriera in così breve tempo, e perché no, con una giusta ed efficace promozione in atto, riuscire già a conquistarsi uno spazio di tutto rispetto nel panorama power metal. Ecco perciò gli ANGUS McSIX, nuova e fiammante band del vocalist svizzero, che presenta dei compagni di viaggio di tutto rispetto, a cominciare dall’antagonista e malvagio demone Seebulon, impersonificato dietro le sembianze di un teschio molto “Skeleton style”, da Sebastian “Seeb” Levermann (chitarrista degli Orden Ogan, che qui si cimenta anche al basso), all’ex Rhapsody Manu Lotter dietro la batteria, sino a Thalia Bellazecca alla chitarra, ex Frozen Crown e perfetta nel ruolo di regina delle amazzoni. Il tutto confluisce in un album di esordio dal titolo quanto mai esplicativo: “Angus McSix and the Sword of Power”.

L’inizio è decisamente trascinante e coinvolgente, con i primi due singoli di lancio posizionati in apertura: la cavalcata power “Master Of The Universe”, probabilmente già destinata a divenire un must per la band, innalzata a vero e proprio inno metal, e la scanzonata ma decisamente travolgente “Sixcalibur” dove è impossibile non accodarsi al chorus del ritornello. “Laser-Shooting Dinosaur” gioca su ritmi pop dance squisitamente anni ’80, volutamente al limite del trash in maniera quasi irriverente, ma rimane difficile non muoversi al suo ritmo, così come avviene in parte anche per “Ride To Hell”, che nel ritornello riesce comunque a rimanere parzialmente orientata su territori più metal. Si sviluppa invece su coordinate più heavy e spiccatamente power metal la successiva “Amazons of Caledonia”, mentre “Starlord of the Sixtus Stellar System” si costruisce su riff heavy e tastiere con un giusto tiro ed un sound molto eighties, mantenendo anche qui i chorus assolutamente in primo piano.

Più quadrata e meno sperimentale risulta “Eternal Warrior”, che dimostra come Winkler e compagni riescano a creare anche un buon brano power metal, con tutte le caratteristiche peculiari del genere: riff, tastiere e cori in perfetto incastro, senza dover per forza eccedere. Il disco prosegue in maniera piacevole tra l’intreccio di melodie futuristiche e compatte di “The Key To Eternity” e la cavalcata energica “In a Past Reality”, mentre “Fireflies Of Doom” sembra racchiudere al suo interno l’anima ambivalente della band – l’heavy power metal e quella voglia goliardica di stupire con melodie portate quasi all’eccesso. L’album si conclude con “Just a Fool Will Play Tricks on Angus McSix”, bonus track che conferma il trend di orecchiabilità ed immediatezza che pervade l’intero album.

Premettendo che questo è sicuramente un album per gli amanti di certe sonorità e che difficilmente riuscirà a conquistare i metallari più puri, maggiormente legati ad un sound più spiccatamente heavy e meno melodico, si può comunque affermare che l’esordio degli ANGUS McSIX sa muoversi ed orientarsi su territori ben conosciuti e congeniali. Un power metal di impatto, immediato ed estremamente melodico, con parentesi goliardiche per dare una voluta interpretazione non troppo seria a tanti cliché che il metal – e proprio il power metal nello specifico – si trascinano sin dagli inizi. E le immagini promozionali e di copertina non fanno che enfatizzare tutto questa visione così personale del metal. “Cosplay metal” potrebbe essere una simpatica definizione per rappresentare l’essenza della band, ed è indubbio che qualcosa del genere si ama o si odia, senza vie di mezzo. Ma da sempre i gusti sono gusti, e di certo gli ANGUS McSIX sono cristallini nell’apparire e nel voler accentuare ed esternare ciò che sono. Dal punto di vista prettamente musicale Winkler riprende da dove aveva lasciato e la sua proposta musicale viaggia in parallelo ed in maniera molto ravvicinata a quanto fatto dai Gloryhammer (in sua presenza). La battaglia è dunque aperta: Angus ha già sguainato la sua spada lucente del potere e “Sixcalibur” è pronta a non fare prigionieri.

Tracklist

01. Master of the Universe    
02. Sixcalibur    
03. Laser-Shooting Dinosaur    
04. Amazons of Caledonia    
05. Ride to Hell    
06. Starlord of the Sixtus Stellar System    
07. The Vision in the Fires (Intro)    
08. Eternal Warrior    
09. The Key to Eternity    
10. In a Past Reality    
11. Fireflies of Doom    
12. Just a Fool Will Play Tricks on Angus McSix (Bonus Track)    

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