Giovedì 22 febbraio, ore 20:00. Dopo alcune giornate di caldo anomalo, un leggero vento porta con sé il freddo e la pioggia, che penetrano tra la carne e le ossa e raggelano gli animi di coloro i quali si erano abituati al clima mite. È tornato un po’ l’inverno, si potrebbe dire, e quei sentimenti che molti abbinano ad esso, noia in primis. Ma per gli abitanti del Bergamasco e della Brianza c’è un evento stasera che permette di combattere il tedio e il tempo avverso: il concerto dei Knocked Loose al Live Music Club di Trezzo sull’Adda, accompagnati da altre due band altrettanto cazzute.

L’arrivo di chi vi scrive al locale coincide con la parte finale del set degli Headbussa. Il primo quintetto della serata viene da Parigi, ha solamente due EP all’attivo (“Necessary Violence”, 2021 e “Vengeful Mind”, 2023) ma non ha assolutamente nulla da invidiare agli artisti che calcheranno il palco dopo di loro. Il loro beatdown hardcore è ruggente, energico: lo prova il fatto che, per quanto sconosciuti ai più, il mosh pit creatosi è di dimensioni notevoli. Un’ottima mezzora di riscaldamento.

Un cambio palco piuttosto lungo separa i primi due quintetti, il cui nome campeggiava già durante l’esibizione dei francesi. Alla notizia che i Deafheaven avrebbero aperto per i Knocked Loose, molti si sono chiesti: “Ma perché non il contrario?”. E la domanda è anche piuttosto legittima: per quanto questi ultimi siano una delle realtà più affermate dell’hardcore moderno, non possono vantare qualcosa come “Sunbather”, considerato pietra miliare di un genere complesso come il blackgaze. Tuttavia, la scelta di mettere il quintetto di San Francisco in mezzo ai due gruppi più tamarri ha senso, poiché permette un attimo di respiro prima e dopo la tempesta.

Deafheaven
Foto: Robin Laananen

Chi conosce i blackster imbastarditi, però, sa molto bene che la loro musica non è proprio all’acqua di rose. Tra i principali artisti di ciò che viene definito blackgaze o post-black metal, la loro musica è fatta di atmosfere dilatate ma distorte al tempo stesso, tastiere immense e urla lancinanti, melodie sospese e ritmiche serrate. L’arrivo dei Deafheaven sul palco è seguito da un boato della folla, che aspettava il loro ritorno dal 2019.

Il tempo a disposizione (45 minuti) e la lunghezza delle loro composizioni li obbligano a dover scegliere attentamente la propria scaletta, che per l’appunto esclude le uscite più recenti, dal sound meno estremo. Loro sanno che tipo di spettacolo si aspettano i fan questa sera, considerata la band che suonerà dopo di loro, ed ecco che le canzoni suonate vengono un po’ dal sacro “Sunbather”, un po’ dal successivo “New Bermuda”.

La loro offerta permette straordinariamente sia di pogare, sia di incantarsi. C’è da dire che il contrasto tra scream à la black metal e base tendente allo shoegaze non è netta come sui dischi: forse perché, purtroppo, le tastiere non sono affidate ad un turnista, bensì alle basi, che vengono sovrastate dal cantato di George Clarke. L’altro elemento che fa storcere un po’ il naso è proprio il frontman: a differenza degli altri, che riducono al minimo i propri movimenti proprio per non distogliere l’attenzione dalla musica, Clarke non sta mai fermo, fa su e giù per il palco e addirittura improvvisa dei balletti, del tutto fuori contesto. “Dettagli” a parte, chapeau come sempre.

Ancora il tempo di sedersi per chi è rimasto attonito a guardare e di dissetarsi per chi ha pogato, alle 22:00 arrivano sul palco i protagonisti dell’evento. C’è da dire che, rispetto alla loro ultima tappa in Italia (dicembre 2022), non molto sia cambiato per i Knocked Loose: stessa formazione, nessun nuovo disco (giusto due singoli, che tra l’altro aprono e chiudono la setlist). Eppure, non appena mettono piede sul palco, il pit è già spalancato per dare inizio alle danze. Il locale è sì pieno ma non stracolmo, il giusto per permettere a chi vuole scatenarsi di farlo e a chi non vuole di non rimanere schiacciato.

Da “Deep in the Willow” in poi, il quintetto di Oldham County va a cannone: 55 minuti di estremo casino, moshing che sfocia nel wall of death, breakdown che fanno quasi headbangare perfino i muri. Il frontman Bryan Garris, aiutato dal chitarrista Isaac Hale, aizza la folla continuamente, è tutto un susseguirsi di urla; con tutta probabilità, i cantanti di questa sera potrebbero fare a braccio di ferro, ma al posto del bicipite usare il diaframma. usare il diaframma. A metà del loro set, i Knocked Loose ci deliziano con un nuovo pezzo, “Blinding Faith”, ricco di sincopi, cambi di tempo e un’aggressività che non manca mai nelle loro composizioni.

Ed esattamente come tutto il resto del concerto, anche la fine è estrema: un ultimo colpo di frusta con “Everything is Quiet Now” e poi nulla. Nessun saluto carino, nessun bis. Terminato il macello, le luci del club si accendono e tutti a casa. Così come sono venuti, i Knocked Loose se ne vanno. La gente è stata colpita, i timpani percossi, il sudore è colato. E ora, tutto è finito.

Setlist

DEAFHEAVEN

Brought to the Water
Sunbather
Gifts for the Earth
Black Brick
Dream House

KNOCKED LOOSE

Deep in the Willow
Where Light Divides the Holler
God Knows
Deadringer
Trapped in the Grasp of a Memory
Belleville
Denied by Fate
Oblivion’s Peak
Blinding Faith
All My Friends
…And Still Wander South
Mistakes Like Fractures
Billy No Mates
Counting Worms
Everything is Quiet Now

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