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NUOVE USCITERECENSIONI

Ruthless – The Fallen

Nati nel remoto 1982, i Ruthless, pur appartenendo a quella pletora di realtà di seconda fascia che affollavano il circuito power made in USA, riuscirono sia a pubblicare un paio di lavori di discreto rilievo sia a circondarsi di un certo seguito grazie a numerosi concerti nei club di Los Angeles. L’EP “Metal Without Mercy” (1985) e l’esordio sulla lunga distanza “Discipline Of Steel” (1985) segnarono, per la band, l’apice della carriera, un’inaspettata quanto effimera ascesa che permise loro di condividere il palco con Accept, Dark Angel, Exodus, Lizzy Borden, Slayer e via dicendo.

Dopo lo scioglimento, causa divergenze multiple, alla fine degli ’80, il gruppo si riformò nel 2008 per suonare al Keep It True Festival dell’anno successivo, con i due membri fondatori, il singer Sammy DeJohn e il chitarrista Kenny McGee, che ritrovarono un certo feeling on stage, tanto da decidere di scrivere del materiale inedito. “They Rise” (2015) ed “Evil Within” (2019) rappresentarono i frutti appena dignitosi di una line-up ballerina e non sempre a fuoco, diffusi in un periodo fecondo per il massiccio revival dell’heavy metal tradizionale, dal quale, paradossalmente, gli statunitensi sono stati travolti piuttosto che avvantaggiati.

Oggi, con una formazione che vede alla sei corde Glen Alan-Paul e dietro le pelli il vecchio batterista Bob Guitrau, il quartetto torna alla carica grazie al rilascio di “The Fallen”, full-length che già dal soggetto centrale della cover, una versione apocalittica e a figura intera dell’Eddie di “Senjutsu”, non sembra promettere molto in termini di originalità e freschezza. Ancorchè la storica mascotte degli Iron Maiden abbia costituito, spesso e volentieri, da fonte di ispirazione per le copertine dei loro platter, a livello musicale i nordamericani continuano a guardare soprattutto alla locale fauna old school, in particolare Exciter, Helstar, Liege Lord e Metal Church, con stilettate speed/thrash a variare un sound sì massiccio e a tratti pregno di una tenebrosa epicità figlia dei primi Manilla Road, ma anche ammiccante alla NWOBHM più orecchiabile e melodica.

Nell’insieme, però, le tracce del lotto appaiono svuotate di quella vigorosa energia che si richiede a un approccio del genere, così che i mid-tempo marziali e gli anthem eroici dal vago sentore Armored Saint/Black Sabbath (“No Mercy”, “End Of Time”, “Soldiers Of Steel”, “Thulsa Doom”, Live To Die”) rubano sovente la scena, benché senza esaltare, alle granate ad alta velocità (“The Fallen”, “Betrayal”, “Order Of The Dragon”). E malgrado in cabina di regia siedi un certo Bart Gabriel, ciò che difetta in maggior misura al combo riguarda la qualità globale del songwriting, inficiata inoltre da qualche colpevole ruzzolone su bucce di hard rock à la Saxon (“Dark Passenger”, “Dead Fall”), quando quest’ultimi si ammorbidirono per compiacere il mercato discografico a stelle e strisce. Desta perplessità, poi, la prova vocale di un DeJohn che arranca a fatica nella terra di mezzo tra John Bush, Biff Byford e Mike Howe, mentre i suoi compagni d’avventura si limitano al compitino, lasciando scarso spazio a guizzi meritevoli di attenzione.

I Ruthless confermano la reputazione di gruppo di retroguardia, pubblicando un “The Fallen” la cui opacità complessiva pare riassumere la condizione odierna dei californiani, impelagati in un immobilismo creativo capace di risucchiarne le ormai esigue forze vitali.

Tracklist

01. The Fallen
02. Dark Passenger
03. Betrayal
04. No Mercy
05. Dead Fall
06. End Times
07. Soldiers Of Steel
08. Thulsa Doom
09. Order Of The Dragon
10. Live To Die

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