NUOVE USCITERECENSIONI

Sirenia – 1977

Tornano i Sirenia a due anni dal loro ultimo lavoro “Riddles, Ruins & Revelation”, confermando una regolare continuità nelle release in uscita puntualmente ogni 2/3 anni di distanza. Siamo ormai all’undicesimo album per la band di Morten Veland, che nonostante negli anni abbia dovuto affrontare e gestire numerosi cambi di line up, soprattutto dietro al microfono (Emmannuelle Zoldan è la quinta cantante nella storia del gruppo), ha saputo mantenere viva e prolifica la band, giunta ormai ad oltre vent’anni di carriera. E nonostante tanti cambiamenti in tutto questo tempo, il mastermind norvegese, grazie al suo talento compositivo, ha comunque saputo scrivere pagine importanti nella storia del symphonic metal. La nuova fatica si intitola “1977” e cambia leggermente le coordinate del sound della band, che pur mantenendo quella che è la propria struttura principale, attingendo a tutti i capisaldi sonori del symphonic metal, introduce in maniera nemmeno troppo velata, molti accenni e riferimenti alla musica degli anni ’70-’80-’90, creando atmosfere a volte diverse e più originali. A tratti qualcosa di inconsueto per la band norvegese.

Troviamo le atmosfere retrò ed emozionanti dell’opener “Deadlight”, e la contagiosa energia di “Wintry Heart” che flirta con un sound tipicamente degli anni ’90 attraverso un interessante incrocio tra riff di chitarra e tastiere. Ancora richiami alle atmosfere sonore di qualche decade fa in brani come “The Setting Darkness” o “Timeless Desolation”.  “Nomadic” invece ritorna sui territori più classici del symphonic metal presentandosi molto epica ed aggressiva, anche se nel chorus c’è comunque un richiamo non troppo velato alla musica degli anni ’80 per un incrocio particolarmente interessante e ben riuscito. Si rimane poi saldamente sui binari del symphonic più canonico anche con  “Fading To The Deepest Black” che presenta però venature più oscure, o con “Delirium” che mostra il classico contrasto tra un growl malefico ed aggressivo, e la voce operistica della bravissima Emmanuelle. Niente di innovativo ma decisamente ben eseguito.

Tra la varietà di stili che si ritrova comunque nell’album incrociamo anche un brano come “A Thousand Scars” che alterna momenti più heavy ed epici a ritmi più lenti e delicati, la dolce ed emozionante ballad “Oceans Away”, o l’energica e melodica “Dopamine”, song dal tiro notevole e di sicuro uno dei momenti migliori dell’album. In chiusura è certamente necessario menzionare la cover di Tanita Tikaram “Twist In My Sobriety”, dove Zoldan grazie alla sua performance riesce ad enfatizzare al meglio l’atmosfera malinconica del brano del 1988, rivisitato in chiave Sirenia, per chiudere il cerchio in questo particolare viaggio nel passato.

“1977” risulta complessivamente un album ben fatto, che grazie alle atmosfere retrò incastonate sapientemente nel classico tessuto sonoro in stile Sirenia, alla varietà di alcune scelte stilistiche, e alle comunque sempre ben eseguite parti epiche e sinfoniche, riuscirà sicuramente ad accontentare e soddisfare gli amanti del genere. La stabilità della band, soprattutto dietro al microfono, ha sicuramente giovato alle fonti di ispirazione di Morten, e la talentuosa Emmanuelle Zoldan, qui al suo quarto album con la band, risulta sempre più a suo agio sui sentieri metallici. Un ulteriore passo avanti per una voce nata e cresciuta in ambiente operistico, ma che riesce ad adattarsi sempre più a questo mondo, donando a “1977” un prezioso contributo emotivo e qualitativo.

Tracklist

01. Deadlight    
02. Wintry Heart    
03. Nomadic    
04. The Setting Darkness    
05. A Thousand Scars    
06. Fading to the Deepest Black    
07. Oceans Away    
08. Dopamine    
09. Delirium    
10. Timeless Desolation    
11. Twist in my Sobriety (Bonus track)

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