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Tesseract – War Of Being

Nel mercato musicale odierno sei anni non sono pochi, ma a certe band è sempre piaciuto prendersi sempre i propri sacrosanti tempi, con il risultato di non aver praticamente mai fatto buchi nell’acqua. I Tesseract sono una di quelle band che, pur senza mai approdare a un successo stratosferico, sono leader di un movimento praticamente dal loro esordio, e il discorso è sempre lo stesso: gli anni passano e il metal è un genere dinamico, ma dall’arrivo in pianta fissa di Daniel Tompkins (quasi un decennio fa) la band ha iniziato un percorso che non hai mai visto passi falsi e che li posiziona di diritto tra le realtà più rappresentative del prog moderno.

Insomma, nonostante il convincete “Sonder” sia uscito nel 2017 non ci siamo dimenticati di loro ed è bastata la pubblicazione a luglio di un singolo per riattivare immediatamente tutti radar verso la loro direzione. I motivi per cui “War Of Being” ha destato scalpore e fermento sono molteplici e se da un lato c’è l’ovvia curiosità di sapere cosa la band ha preparato in questo lungo periodo di pausa, dall’altro ha contribuito proprio la qualità oggettiva del pezzo (title track e brano più rappresentativo del lavoro), un’epopea di 11 minuti che nella sua perfezione sembra quasi una lectio magistralis per qualsiasi band voglia imbracciare gli strumenti per avvicinarsi a generi ormai abusati e quasi completamente svuotati come prog metal e djent. Come se non bastasse, nel contempo, i Tesseract hanno anche annunciato un videogioco che si lega al singolo e al resto dell’album a livello tematico e di storyline.

Partendo da questa serie di premesse è facile immaginare come “War Of Being” sia un concept album molto denso e compatto, sia a livello di argomenti che dal punto di vista musicale. Ci troviamo davanti a più di un’ora di musica che, diciamolo immediatamente, al primo ascolto potrebbe risultare non semplicissima da digerire: tutti i brani sono ovviamente legati tra di loro e una volta premuto play il consiglio è quello di lasciarsi immergere completamente nella musica. Come detto in precedenza, i Tesseract sono una band che poco facilmente si adegua a precostruiti canoni del mercato musicale e, in questo caso, non avrebbe senso ascoltare pezzi singoli, che sono stati evidentemente pensati e scritti per suonare bene insieme, traendo giovamento uno dall’altro.

Ad ogni modo, il quintetto inglese sa bene come risvegliare l’attenzione, e infatti l’opener “Natural Disaster” è in medias res, con gli scream di Tompkins a lacerare l’aria vibrante, sostenuti da riff pesanti come macigni. Il pezzo si evolve poi attraverso un numero indefinito di stili, mantenendo comunque sempre i marchi di fabbrica dei Tesseract ed è in grado di presentare l’album in modo pressoché perfetto. Ci bastano pochi minuti per entrare nel mondo di The Strangeland e vivere l’esperienza al fianco dei personaggi El e Ex, per combattere insieme la malvagia entità Fear, come bastano pochi minuti per ricondurre questi temi al titolo dell’album e quindi all’argomento cardine su cui si regge “War Of Being”, ovvero la perenne battaglia interiore che ogni essere umano deve affrontare ogni giorno. Questa componente tematica viene esplicata a dovere in pezzi che, pur avendo arrangiamenti non immediati, riescono in qualche modo ad essere accessibili, in continuo tramutare tra melodia e violenza sonora, perfetto riassunto della nostra interiorità. Ci troviamo quindi a essere cullati dalle docili ed emozionanti note di “Sirens” e “Tender”, che esplode nella seconda metà, a muovere la testa su ritmi funambolici nei pezzi dalla più marcata componente prog (“The Grey”), a vivere rollercoster emozionali (“Legion” e la conclusiva “Sacrifice”), rimanendo semplicemente impotenti davanti alla grandiosità della title track.

Non è quindi un album di facilissimo accesso, quello con cui i Tesseract si ripresentano sulle scene dopo sei anni. Per quanto la band sia perfettamente riconoscibile e riesca a modificare la propria formula quel tantino che basta per non essere ripetitiva (lasciandosi contaminare parecchio anche dall’ormai dirompente passione per djent e scream), “War Of Being” è un lavoro che ha bisogno di tutta l’attenzione necessaria e che potrebbe diventare più accessibile e comprensibile solo dopo un paio di ascolti. Fidatevi del quintetto, fatevi prendere per mano e lasciatevi guidare nell’impervio mondo di Strangeland dalle miracolose capacità vocali di Daniel Tompkins. Ci vorrà un po’, ma alla fine non rimarrete delusi.

Tracklist

01. Natural Disaster
02. Echoes
03. The Grey
04. Legion
05. Tender
06. War Of Being
07. Sirens
08. Burden
09. Sacrifice

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