Gli Avenged Sevenfold tornano finalmente con un nuovo album, e lo fanno in grande stile: “Life Is But A Dream…” è il titolo, ispirato al filosofo Albert Camus. Dopo quattro anni di pausa dall’attività live, ci si aspettava un disco denso e carico di significato e infatti non siamo stati delusi. Ci troviamo davanti un’opera totale, che ripercorre tutte le fasi che gli A7X hanno avuto, dagli albori ad oggi: dal metalcore all’heavy metal, dall’hard rock al prog sinfonico, passando stavolta anche per linguaggi elettronici che strizzano l’occhio al mondo dei synth anni ’80. Ma il loro ritorno non è stato solo musicale: nell’intenzione di rendere la loro opera totale, la band californiana ha cominciato dal suo sito internet, aggiungendo una web 3.0 experience, una vera e propria interfaccia immersiva, sviluppata con l’aiuto della tanto discussa intelligenza artificiale, iniziata come una vera e propria opera di hackeraggio, ma che si è poi trasformata in una caccia al tesoro, le cui sfide hanno sbloccato l’uscita del secondo singolo.
Un disco carico di contenuti di denuncia, insomma, come ci si aspetta dagli A7X. Ne avevamo già assaggiato il ritorno con l’uscita di “Nobody”, il primo singolo accompagnato da un videoclip in animazione 3D, diretto da Chris Hopewell, traccia che nel disco prende il terzo posto. La precedono “Game Over”, in apertura, con una splendida chitarra classica dai toni malinconici, che velocemente cede il passo alle dure sonorità metalcore, e “Mattel”, un brano in cui si affronta il tema della pazzia con ironia, nel testo e nelle sonorità: si contrappongono suoni heavy a sonorità quasi da circo.
Secondo singolo dell’album è invece “We Love You”, corredato invece da video 360°, un brano squisitamente prog, dalle sonorità più cupe, soli di chitarra pulitissimi e inconfondibili di Synyster Gates. Lo spazio sonoro immenso tra un brano e l’altro permette di apprezzare ancora di più le qualità vocali di M. Shadows, che sa accarezzare l’ascoltatore ma allo stesso tempo scuoterlo con toni graffiati e duri. Si sa che oggi il leitmotiv delle band ancora in attività nella scena rock e metal è la contaminazione, e gli A7X non hanno paura di esagerare: in “Easier” ad esempio, l’uso del vocoder regala risultato ironico e accattivante. Allo stesso modo “Ordinary” sembra un vero e proprio tributo ai Daft Punk. Forse a loro modo, anche gli Avenged hanno voluto festeggiare i 10 anni di “Random Access Memories”? L’album si chiude con la title track, un brano interamente pianistico che ricorda i titoli di coda di un film muto.
Le sorprese tuttavia non finiscono qui: il packaging della stampa del disco, illustrato da Wes Lang, dallo stile minimale ma di estremo impatto, è accompagnato da un tag NFC che indirizza a contenuti extra, come tutto il merchandising acquistabile sul sito. Questo è l’esemplare corredo di un disco che si lascia ascoltare e riascoltare con leggerezza nonostante la carica sonora notevole e i temi scottanti affrontati, ma soprattutto, un’opera che chiama all’appello i fan per i tanto attesi live in grande stile, già annunciati: il primo a casa, al Kia Forum di Los Angeles il 9 giugno, e il secondo al Madison Square Garden di New York, il 23 giugno, per la prima volta dal 2007.
Tracklist
01. Game Over
02. Mattel
03. Nobody
04. We Love you
05. Cosmic
06. Beautiful Morning
07. Easier
08. G
09. (O)rdinary
10. (D)eath
11. Life is but a dream…