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NUOVE USCITERECENSIONI

Doro – Conqueress – Forever Strong And Proud

Esulando da un artwork che, a parte il sapore di kitsch e vecchiume fantasy, la ritrae, con palese intento iconico, come un’eterna giovincella, non si può certo accusare la Pesch di soffrire di costipazione discografica, benché si faccia fatica a trovare un full-length veramente imperdibile nella carriera ultratrentennale dei Doro. Se l’autocelebrativo doppio album del 2017, “Forever Warriors, Forever United”, affastellava una pletora di nomi altisonanti per mascherare le carenze di una scrittura tanto classica quanto obsoleta, questo “Conqueress – Forever Strong And Proud” prova a limitare il numero degli ospiti e delle tracce, spacciandosi, quantomeno in apparenza, da lavoro snello e digeribile.

In realtà, l’edizione completa, comprensiva di cinque bonus track, arriva a sfiorare addirittura gli ottanta minuti di musica, con un esito di pancia piena montante già a metà della scaletta. La voce della frontwoman, ancora ruggente nonostante i colpi infertile dal tempo, riesce comunque a reggere il peso, simbolico ed effettivo, di un disco anacronistico, al quale non giova una produzione estremamente piatta e uniforme, colpevole di stendere un velo artificiale su dei brani che, forse, avrebbero potuto funzionare un po’ meglio con qualche grammo di polvere analogica sparsa in superficie.

Il lotto, a suo modo, cerca di comunicare un’energia nuova, sovralimentata, appoggiandosi, però, a dei testi così carichi di cliché da far rimpiangere l’allure pittoresca dei Manowar e dei gruppi di seconda fascia loro confratelli. Tra i classici anthem da raduno motociclistico vichingo (“Time For Justice”, “Rise”, la folkeggiante “Horns Up High”), qualche orecchiabile episodio più hard’n’heavy (“All For You”, “Lean Mean Rock Machine”) e le ruffianissime ballad strappalacrime (“Fels In Der Brandung”, “Best In Me”), echi di una stereotipia finanche audace per incrollabile tenacia, a spiccare sono soprattutto le epiche e Warlock oriented “Children Of The Dawn” e “Fire in The Sky” e le vibrazioni industrial della massiccia “I Will Prevail”, oltre che il dinamico duetto con Rob Halford nella rivisitazione della priestiana “Living After Midnight”.

La versione granitica e teatrale di una hit di Bonnie Tyler, sempre in coppia con il singer di Birmingham (“Total Eclipse Of The Heart”), e quella sin troppo fedele di uno dei brani emblema dei primi Metallica (“The Four Horsemen”), completano un carnet di cover di discreta fattura, di qualità superiore rispetto al resto di un lotto dove non si fatica a scovare dei pezzi mediocri, inclusa una “Bonn Unending”, con al microfono di Sammy Amara dei Broilers, opaca e che sembra davvero fuori luogo considerato il contesto di riferimento.

Melius deficere quam abundare: il caso dei Doro ci obbliga a rovesciare la celebre sentenza latina, a maggior ragione quando la proposta appare sclerotizzata ormai da secoli, forse dall’epoca stessa di “Force Majeure” (1989). Un “Conqueress – Forever Strong And Proud” con dieci tracce al massimo sarebbe stato un ottimo compromesso per l’irriducibile Metal Queen, il cui titolo onorifico, non soltanto da oggi, meriterebbe, probabilmente, il prefisso ex.

Tracklist

01. Children Of The Dawn
02. Fire In The Sky
03. Living After Midnight
04. All For You
05. Lean Mean Rock Machine
06. I Will Prevail
07. Bond Unending
08. Time For Justice
09. Fels In Der Brandung
10. Love Breaks Chain
11. Drive Me Wild
12. Rise
13. Best In Me
14. Heavenly Creatures
15. Total Eclipse Of the Heart
16. Warlocks And Witches (bonus track)
17. Horns Up High (bonus track)
18. True Metal Maniacs (bonus track)
19. Heart In Pain (bonus track)
20. The Four Horsemen (bonus track)


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