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We are fucking fucked.

Il cappellino del mio – quasi – vicino di posto porta stampate queste parole: un onesto, conciso e molto poco ricercato linguisticamente modo di definire lo status quo, nonché titolo di uno dei brani di  “Will Of The People, ultimo album dei Muse, che a breve si esibiranno sul palco che sia io che il mio – quasi – vicino di posto fronteggiamo dalla tribuna stampa di San Siro.

Sì, siamo fucking fucked. E questo lo sappiamo. I Muse, tra l’altro, ce lo ripetono da anni, di album in album, anche con i più “recenti” “The 2nd Law”, passando per “Drones” e persino con “Simulation Theory”. Sembra quasi che non sappiano più come dircelo, sembra che abbiano finito le parole per esprimere il concetto. I mostri e i lanciafiamme a profusione che compongono la stranamente contenuta scenografia (per i loro standard, s’intende) vorranno forse essere di supporto a questa più profonda invettiva politica? Lo show ce lo dirà. 

Dopo la tappa romana del 18 luglio in un rovente Stadio Olimpico, tocca allo Stadio San Siro ospitare il ritorno a Milano, a soli pochi mesi dall’intima data all’Alcatraz di Milano, del trio britannico. Preceduti dai paladini del rock giapponese One Ok Rockqui il report della data di Firenze – e dai Royal Blood, che portano al Meazza una setlist, giustamente, “best of”della loro carriera e come sempre ben suonata, i Muse fanno finalmente il loro ingresso trionfale, quattro anni dopo la loro ultima visita a questa stessa venue.

L’acronimo infuocato di “Will Of The People” fa da sfondo alla marcia con la quale Matt Bellamy, Dom Howard e Chris Wolstenholme, con i volti coperti dall’iconica maschera, si posiziano sul palco. Fiamme, volti coperti: siamo al centro di una guerriglia urbana, quella che dovrebbe rappresentare la volontà del popolo, che sovverte l’ordine del potere. Questo show è avvolto da un velo di oscurità, è una protesta che ha un che di apocalittico: i Muse parlano del mondo di oggi e i mondi distopici che a loro piace tanto raccontarci, ora sembrano un po’ più la realtà in cui viviamo.

La title track “Will Of The People” esplode nell’aria, mentre le iniziali del titolo stesso bruciano una per una sullo sfondo. Giusto il tempo di respirare e l’inconfondibile riff di “Hysteria” ci fa saltare in aria: uno dei loro classiconi irresistibili. Si prosegue ballando su “Psycho” e poi sciogliendoci per un’inaspettata e meravigliosa “Map of the Problematique”. 

Vecchi classici, come “Time is Running Out”, “Supermassive Black Hole”, “Plug In Baby” o “Starlight”, e i brani del nuovo album sono alternati in questa setlist che, però, alla fine fa più che altro emergere le discrepanze, la distanza abissale in termini di scrittura tra – per prendere due singoli smaccatamente pop – una “Compliance” e una “Undisclosed Desires”. I Muse sono sempre stati grandi fan delle produzioni incredibili e pirotecniche, ma a questo giro è tutto un po’ sotto tono: vi ricordate i droni che volavano per il Forum di Assago? Oggi ci resta il mostro sullo sfondo simbolo del potere dispotico, la maschera che copre il volto spersonalizzando e prioritarizzando un messaggio di resistenza all’oppressione. Non poco, comunque, in termini di significato, soprattutto se consideriamo che stiamo parlando di un pubblico trasversale come quello di uno stadio, e togliere “il concetto” da uno show dei Muse è privarli della loro essenza.

Se c’è una cosa che poche band sanno fare come i Muse è conciliare riff vorticosi a ritornelli antemici, una combinazione che fa scorrere via lo show con una facilità e una disinvoltura che solo band di questo calibro possono far sembrare tali. La tensione è sempre alta e ogni passaggio è calcolato, portandoci in un batter d’occhio – che poi sono state ben due ore di show – all’armonica di Chris, che da anni significa “Knights of Cydonia” e la fine dello show.

Alla fine, il mostro mutante e i lanciafiamme hanno fatto il loro, ma il concetto è sempre quello: we are fucking fucked, e i Muse sono riusciti a spiegarcelo un’altra volta ancora e con una nuova metamorfosi.

Setlist

Will of the People
Interlude
Hysteria
Psycho
Map of the Problematique
Resistance
Won’t Stand Down
Kill or Be Killed
Compliance
Thought Contagion
Verona
Time Is Running Out
The 2nd Law: Isolated System
Undisclosed Desires
You Make Me Feel Like It’s Halloween
Madness
We Are Fucking Fucked
The Dark Side
Supermassive Black Hole
Plug In Baby
Behold, the Glove
Uprising
Prelude
Starlight

Encore:
Kill or Be Killed
Knights of Cydonia

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