Every Sound Has a Color in the Valley of Night Part 1
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Night Verses – Every Sound Has a Color in the Valley of Night: Part 1

Sinestesia: sostantivo derivante dal greco, significa letteralmente “percepisco assieme”; utilizzato quando vengono associate parole appartenenti a sfere sensoriali diverse.

I Night Verses scelgono di ricorrere alle figure retoriche per presentarci il loro quarto album in studio, o almeno la prima metà – la seconda è prevista per il 2024. “Every Sound Has a Color in the Valley of Night: Part 1” unisce in una sola immagine l’udito e la vista, quasi come se l’ascolto del disco possa trasportare via la nostra mente per mezz’ora. Un’impresa non da poco, se si tiene conto che dietro tutto ciò ci sono solo 3 menti: Nick DePirro (chitarra), Reilly Herrera (basso) e Aric Improta (batteria). Con il solo aiuto di Will Putney (Fit For An Autopsy) alla produzione, il trio strumentale di Los Angeles sembra puntare davvero in alto.

Sono passati 5 anni dall’ultimo “From the Gallery of Sleep” e nel frattempo i ragazzi sono rimasti impegnati con vari progetti – il più noto sono i Fever 333, che includeva Improta – molto diversi dal loro gruppo principale. Tuttavia, appena è stata pubblicata “Arrival”, abbiamo capito che la venuta dei Night Verses non sarebbe stata sottotono rispetto a quanto fatto finora. Improta e Herrera sono due mitragliatrici, colpiscono il proprio strumento a velocità disumane, prima con furia e poi con assoluta leggiadria, mentre DePirro mostra le proprie abilità sia in pulito, sia ricoperto da distorsioni e altri effetti che rendono la sua chitarra acidissima, facendolo passare quasi per un Morello votato al progressive.

Anche l’altro singolo, “Karma Wheel”, non accenna affatto a risparmiarsi: l’accordatura parecchio ribassata rispetto alla standard qui si fa sentire, gli incastri tra i tre virtuosi sono molto interessanti e creano un ottimo groove, ricordando a tratti un altro mostro dello strumento, Plini.

Le similitudini con il chitarrista australiano si sentono anche in “Rose Wire”, brano più tranquillo dove diventa protagonista il basso di Herrera, che non fatica a sorreggere con la sua melodia e nemmeno a intrecciarsi con la chitarra di DePirro in un’infinita spirale. Vi è ancora preferenza per l’atmosfera in “Love In A Liminal Space”, dove Improta mette in mostra tutto ciò che è il suo stile e il suo gusto – oltre alle sue formidabili capacità tecniche – mentre basso e chitarra si tramutano in corni e sirene, in un brano dal sapore post-metal.

Ma oltre a farci imprecare – positivamente – per quanto sono in grado di fare con mani, piedi e dita (“8 Gates Of Pleasure”, “Bound To You”), facendoci soccombere senza sosta sotto i colpi di tutti e tre gli strumenti contemporaneamente, la vera sorpresa si trova nel finale: Herrera sfila la tracolla del suo basso e lo allunga a Justin Chancellor, che lo sostituisce per qualche minuto in “Séance”. Non è un caso, allora, se questo brano ricorda tantissimo – ma non troppo – i Tool e le loro atmosfere oniriche, con i timpani che danno il passo per entrare in un mondo liquido e fluttuante al tempo stesso, dove possiamo galleggiare sulle note di basso e osservare quelle di chitarra sfrecciare sopra di noi, come astri luminosi nella notte. Un brano probabilmente nato da una sessione con il bassista, come suggerirebbe il titolo in francese.

Che la seconda parte inizi proprio da questa distesa sonora? Dovremo aspettare per saperlo. Per ora ci è dato sapere che “Every Sound Has a Color in the Valley of Night: Part 2” prevederà altri tre featuring, di cui due sono cantanti molto particolari: Brandon Boyd (Incubus) ed Anthony Green (Saosin, Circa Survive). Le aspettative sono molto alte, soprattutto dopo un ascolto del genere. Vedremo se i Night Verses saranno in grado di sorprenderci ancora.

Tracklist

01. 8 Gates Of Pleasure
02. Arrival
03. Rose Wire
04. Karma Wheel
05. Love In A Liminal Space
06. Bound To You
07. Séance

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