sodom 1982
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Sodom – 1982 [EP]

Al rimbombar della parola teutonico, anche in contesti avulsi alla musica, il nostro cervello sussulta, si colora di arancione, pensa ai Sodom. Leggende totali del thrash, una miriade di gemme discografiche frutto di una continuità pazzesca, quarant’anni di carriera festeggiati alla grande con la raccolta “40 Years At War – The Greatest Hell Of Sodom”, uscita proprio lo scorso anno.

Detto ciò, c’era realmente bisogno di un nuovo – per modo di dire – EP a celebrare ulteriormente le origini di una band mitologica, nonostante la suddetta “greatest hits” ed il fatto che 3/5 di questo “1982” faceva già parte della deluxe edition del quarantennale? Probabilmente no.

Grasso che cola per i fan seriali, operazione molto discutibile per tutti gli altri. Vuoi perchè il contenuto dell’EP non presenta alcuna novità in studio, vuoi perchè remake vari di roba di quattro decenni fa, che trovava forza e carattere nella violenza grezza e nel sound brutale e poco curato, tirata a lucido non rende minimamente come l’originale.

L’abbiamo visto con il rifacimento di “Morbid Visions” a cura dei fratelli Cavalera, ci viene ribadito – ancor più fortemente – oggi: ma se l’esperimento degli ex Sepultura covava in sé il desiderio postumo di svecchiare un intero debut dalle lacune assolutamente palesi, le cinque tracce di Tom Angelripper e soci paiono più un insensato tappabuchi che altro.

“Witching Metal”, classicone della band, privata di quella ruvidezza ancestrale si dimostra per quello che è, un discreto pezzo thrash/hardcore che perde anche il filo di congiunzione con i primi sussulti black metal dei tempi; il remix della già non indimenticabile “1982”, che gira sui canali di streaming da un annetto, è anonimo e privo di aggiunte notevoli.

Il buon lavoro, invece, svolto su “Victims Of Death” e “Let’s Fight In The Darknes Of Hell” è oscurato dal fatto che, come anticipato, i pezzi compongono già parte della tracklist del bonus cd dell’ultima compilation.

La convincente spolverata data ad “Equinox” non vale assolutamente il prezzo del biglietto: nulla da togliere al contenuto di buon livello – sono sempre loro, d’altronde – ma “1982” non ha un motivo valido per essere ricordato. Le ragioni, prettamente logiche, le abbiamo elencate sopra. “Bombenhagel”, uscito due anni fa, presentava due buoni inediti. Qui, purtroppo, non c’è alcuna novità.

Tracklist

01. 1982 (Remix)
02. Witching Metal
03. Victims Of Death
04. Let’s Fight In The Darkness Of Hell
05. Equinox

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