SONATA ARCTICA Clear Cold Beyond
NUOVE USCITERECENSIONI

Sonata Arctica-Clear Cold Beyond

A quasi cinque anni di distanza dall’ultimo loro lavoro di inediti in studio “Talviyö” e conclusa la parentesi di rivisitazione acustica con “Acoustic Adventures Vol 1 e 2” i finlandesi Sonata Arctica tornano con il nuovo “Clear Cold Beyond”, undicesimo album di una carriera partita nel lontano 1999. Carriera cominciata con  “Ecliptica”, che tutt’oggi rimane forse uno dei migliori album power metal di sempre e di certo uno dei debutti più sfavillanti ed entusiasmanti. Album talmente bello e fondamentale per la band, che forse ha dovuto pagare negli anni a venire la qualità altissima di quel disco, senza mai riuscire nuovamente a replicarla. È indubbio che non è facile oggi riuscire ad avere la massima obiettività su un gruppo che ha letteralmente diviso la propria fanbase con un cambiamento abbastanza radicale del proprio sound nel corso degli anni e degli album. Soprattutto da “Unia” in poi a molti è sembrato che i Sonata Arctica avessero abbastanza smarrito la via, e la loro seppur legittima voglia di cambiamento avesse portato poca lucidità, poca coerenza e avesse fatto forse perdere una direzione artistica coerente e univoca a Tony e compagni. Molti album con qualcosa di positivo, qualche picco, complessivamente sulla sufficienza, ma niente di più. Ed il pensiero fisso che ritornava inevitabilmente ai primi lavori, freschi ed ispirati, che erano e sono tuttora sorgente viva per chi si nutre di power metal.

Un percorso artistico a detta di molti altalenante, che però non ha troppo influito sul successo della band, sempre comunque seguita nei live e nei festival da molti affezionati, che nonostante tutto hanno continuato a supportare i finlandesi. Non ultimo il grande successo del recente tour europeo con gli Stratovarius che ha segnato un sold out con i fiocchi in quel dell’Alcatraz di Milano. Dopo questa doverosa premessa, si aggiungono le parole di presentazione di questo nuovo album da parte della band, che proclama un ritorno a suoni più heavy e a ritmi più marcati e veloci, per un disco che vuole essere l’insieme degli elementi che hanno contraddistinto le varie fasi della carriera del gruppo. Parole che di sicuro non possono che far ben sperare prima dell’ascolto. 

Con l’iniziale “First In Line” alcune speranze risultano materializzarsi sotto forma di note, e sembra riecheggiare un passato che fu, soprattutto in termini di speed power, che la band sapeva padroneggiare in maniera egregia nei primi lavori. Opener che è anche il singolo scelto per presentare l’album, e che aveva già avuto modo di scaldare i cuori dei fan di vecchia data, insieme all’impatto visivo della bellissima copertina che tanto ricorda gli esordi. Un “wow” ancora più marcato arriva con l’attacco della successiva “California”, che aumenta ancor di più la velocità con doppio pedale spinto al massimo, tastiere ed un chorus travolgente, fino all’inserimento di riff di chitarra che imprimono una struttura ancor più decisa ad un brano anch’esso old style.

Mentre “Shah Mat” risulta un pezzo più complesso denso di cambi di ritmo, pur mantenendo un carattere heavy-power impreziosito da cori epici, brani come “Teardrops” o “Angel Defiled”  risultano piacevoli, ma non così incisivi. Discorso diverso per “Cute For Everything” che è intriso di melodia e si sviluppa su binari molto veloci, in un ideale intreccio tra i primi Sonata e gli ultimi lavori, riuscendo così a colpire nel segno. “Dark Empath” è anch’esso un brano più complesso, con un minutaggio elevato, che gioca tra la dualità di un impatto inizialmente epico, ma con notevoli momenti di rallentamento di stampo melodico. Interessante è anche “A Monster Only You Can’t See” che parte inizialmente come una ballad, salvo poi svilupparsi come un ottimo brano dal carattere heavy e con un Tony dai toni decisi e graffianti. Immancabile la ballata, che trasmette sensazioni positive e tutt’altro che nostalgiche, “The Best Thing”, che conferma quanto questo sia un territorio in cui la band si sente perfettamente a proprio agio, e dove raramente sbaglia. Si chiude con la title track dove i ritmi sono anche qui più rallentati e sognanti, con la band più orientata ai lavori di ultima generazione che agli esordi. 

In fin dei conti si può affermare  che “Clear Cold Beyond” provi effettivamente a racchiudere 25 anni di carriera della band in termini di sonorità, sviluppo ed esperienza, dal power spinto sino alle soluzioni più ricercate tra passaggi più heavy, melodia e cambi di ritmo. Ed è uno sforzo che si può comunque apprezzare per coerenza e volontà di fare un ulteriore passo in avanti su una strada che alcune volte era stata smarrita. Di sicuro il ritorno alle sonorità di inizio carriera riuscirà a dare entusiasmo e fiducia alla fanbase, mentre gli altri sviluppi sonori rimangono sempre un po’ in bilico tra l’essere apprezzabili in alcuni casi e un po’ anonimi in altri. Ma complessivamente possiamo dire che la luce del nord, con quel suo fascino particolare, continui nonostante tutto a risplendere nei cieli dei Sonata Arctica.

Tracklist

01. First In Line
02. California
03. Shah Mat
04. Dark Empath
05. Cure For Everything
06. A Monster Only You Can’t See
07. Teardrops
08. Angel Defiled
09. The Best Things
10. Clear Cold Beyond

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