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Night Crickets – A Free Society

I Night Crickets sono il nuovo progetto del batterista Victor De Lorenzo (Violent Femmes), del bassista David J (Love & Rockets, Bauhaus) e del polistrumentista Darwin Meiners. Durante la pausa del lockdown questo trio ha unito le forze, cercando una nuova via espressiva che si rivela ora in “A Free Society”. Come raccontano i protagonisti, il disco è nato scambiando file audio da Los Angeles a Milwaukee e da Londra a San Francisco, e collegandosi tramite Zoom i tre hanno poi deciso il nome da dare alla band. Un’avventura ai tempi della pandemia per musicisti dalla notevole esperienza che ci presentano un disco suggestivo, ideale fusione tra pulsioni new wave e sperimentazione rock con una marcata influenza dark nel tono generale delle canzoni e dei testi. Sicuramente la visione di un presente oscuro è penetrata a fondo nell’immaginario dei Night Crickets, portandoli a una poetica realista e cruda, che si fonde a sonorità ombrose che pervadono il disco dall’inizio alla fine.

Le contaminazioni tra il classico timbro percussivo acustico di De Lorenzo e i disegni armonici in tonalità minore sono perfette e si lasciano apprezzare sin dalla traccia d’apertura “Black Leather On The Inside”, che mette subito in chiaro in che territorio ci muoviamo con l’incessante cadenza ritmica e l’ossessiva ripetizione del cantato “life’s wearing thin” nella seconda parte. Il fascino della sperimentazione è nella sua imprevedibilità, come dimostra la ballata nostalgica “Candlestick Park” con aperture melodiche alla Sebadoh.

Un ulteriore elemento che il trio ha incorporato nella propria miscela sonora è la psichedelia che fa mostra di sé negli effetti stranianti, nel tessuto di sfondo e nella scelta di inserire la tromba in un pezzo come “Amanda’s Mantra”, mentre l’impostazione vocale nel brano successivo “A Free Society” ricorda molto da vicino le declamazioni articolate di Mark E. Smith dei The Fall. Quest’ultimo è uno degli spiriti guida che animano la musica dei Night Crickets e anche in altri brani (“The Unreliable Narrator” e “Sacred Monster”) dove il cantato appare più una declamazione-invettiva che una vera linea melodica si avverte nitidamente la sua influenza. Uno dei brani più interessanti è “Return To The Garden Of Allah” che riporta, invece, allo stile dei Violent Femmes in maniera più evidente.

Si può affermare, senza tema di smentite, che con le rispettive band di origine (Violent Femmes e Bauhaus) De Lorenzo e David J hanno posto le basi per lo sviluppo del rock alternativo degli anni Ottanta/Novanta; senza alcuni dischi fondamentali pubblicati da queste band probabilmente non ci sarebbero state le evoluzioni che hanno portato al successo il rock indipendente degli anni Novanta e oltre. “A Free Society” è dunque un ottimo disco per scoprire cosa sono capaci di fare dei “vecchietti” molto ispirati.

Tracklist

01. Black Leather On The Inside
02. Candlestick Park
03. Amanda’s Mantra
04. A Free Society
05. Roman A Clef
06. Soul Wave
07. Little Did I
08. Sloe Song
09. The Unreliable Narrator
10. Down Below
11. Return To The Garden Of Allah
12. Sacred Monster
13. I Want My Night Crickets!

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