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Darkthrone – Goatlord: Original

Dopo la pubblicazione di “Soulside Journey” (1991), i Darkthrone decisero di abbracciare la filosofia lo-fi del nascente black metal, abbandonando le sessioni di registrazione del materiale che avrebbe dovuto occupare il secondo album. I norvegesi, all’epoca ancora un quartetto, iniziarono così a comporre i pezzi che troveranno posto in quella pietra angolare che risponde al nome di “A Blaze In The Northern Sky”, le cui linee di basso vennero incise dal dimissionario Doug Nilsen, insoddisfatto del nuovo corso musicale intrapreso dai compagni. I norvegesi ripescarono successivamente quella vecchia demo, trasferendone il contenuto in “Goatlord” (1996), disco edito dalla Moonfog Productions di Satyr e al quale Fenriz aggiunse, in maniera sciatta e approssimativa, le proprie linee vocali, oltre a curiosi effetti di female voice ottenuti con la tecnica del pitch bending. Un disco che, se da un lato sicuramente rivestì un ruolo importante come documento storico, fungendo da trait d’union di due diverse ere artistiche, dall’altro soffriva di una realizzazione posticcia, considerate altresì le tardive tempistiche di rilascio.

Oggi questo “Goatlord: Original” costituisce una sorta di ricompensa morale per tutti coloro che, ventisette primavere fa, non digerirono fa una discutibile operazione di taglia e cuci. I brani, infatti, vengono ora proposti nella loro versione strumentale originale e tonificati dall’ottima rimasterizzazione di Patrick Engel, capace di restituire l’atmosfera trve che circonfondeva i nastri originali e di rendere udibili gli sforzi sperimentali della sezione ritmica. Il restyling dell’opus riguarda anche l’atipico artwork di mano di Zbigniew M. Bielak, una cover di chiara matrice sci-fi giustificata della lieve patina futuristica à la Nocturnus che avvolge la sala prove.

Rispetto al debutto, il technical death degli allora giovani scandinavi appare più grezzo e primitivo, molto influenzato dal doom e ormai prossimo ad approdare nelle lande del metallo nero. Tra melodie raccapriccianti e alcune velleità progressive, le canzoni cercano di assorbire i vari riferimenti a Black Sabbath, Celtic Frost, Entombed e Possessed in una struttura unitaria e personale, raggiungendo soltanto in qualche caso una forma pressoché evoluta (“Eclipse”, “A Blaze In The Northern Sky”, “Trident”). Per il resto, si tratta di bozze prive di una direzione precisa, ma ugualmente affascinanti, la viva testimonianza di un lavoro in fieri che darà di lì a poco i suoi meravigliosi frutti oscuri.

“Goatlord: Original” è un’istantanea archeologica del laboratorio creativo che trasformò i Darkthrone da progetto promettente a icone intoccabili del mondo estremo: a volte, scrostare la polvere dai monumenti può ricordarne l’augusta autenticità.

Tracklist

01. Phantasm
02. Hearses
03. Possessed
04. Below
05. Blasphemer
06. Rise
07. Eclipse
08. Wings
09. Wolf
10. A Blaze In The Northern Sky
11. Trident

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