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New Model Army – Unbroken

Tornano in scena i New Model Army con il nuovo album “Unbroken”. Rappresentato in copertina da un indomito cavallo nero con criniera punk su sfondo rosso sangue, l’album, anche se vario, suona molto più rock e folk. A livello sonoro la sezione ritmica esce di prepotenza nella maggior parte dei brani, i testi sono rabbiosi, ma conservano un tocco di speranza, contro una società moderna logorata e manipolata dal nuovo capitalismo.

“First Summer After”, è la storia di un viaggio e risuona come un pezzo verace, ben fatto ed emozionante con belle atmosfere, soprattutto nel finale. Nel secondo brano “Language” è la voce baritonale, sporca e vissuta di Justin Sullivan a farla da padrona. Segue “Reload”, un pezzo trascinante con riff cattivi e pesanti, dalle venature post-punk. “I Did Nothing Wrong” inizia come una canzone folk per poi esplodere elettricamente in crunchy sound, su una ritmica ossessiva per chiudere con un assolo finale farcito da double-stops e vibrati.

“Cold Wind” soffia come una canzone intimista, arricchita da un tocco di orchestrazione. “Coming or Going” si presenta con riff semplici, ma efficaci, e linee di basso coinvolgenti su cui il cantato ha un approccio decisamente punk. “If I Am Still Alive” si gioca tutta sulla ripetitività, col batterista che si diverte a far rimbalzare le bacchette sulle pelli come a creare una sorta di moderno ritmo tribale e anche nella successiva “Legend” è presente questo elemento, nonostante la canzone sia più orecchiabile e con più spazio grazie ad alcuni delay e sovrapposizioni di più tracce strumentali.

Un’ostinata schitarrata introduce “Do You Really Want To Go There?”, pezzo che frena e accelera, dove il batterista spinge il groove col doppio pedale per rendere più serrato il ritmo quando occorre. “Idumea” è una pregevole song folk con una breve introduzione pianistica, trasmette una sensazione di epicità anche grazie all’azzeccato uso dei cori. A chiudere il disco è “Deserters” con un gustoso e incalzante riff di basso carico di overdrive, dove le chitarre sono in secondo piano e lanciano dapprima gli accordi per poi essere più presenti a pezzo in corso.

Quest’ultimo lavoro della creatura di Sullivan, vicino ai 68 anni e unico membro originale rimasto del gruppo, non dispiacerà né ai fans della “Family” né agli amanti dell’indie e dell’alternative rock. Un buon album, con alcune tracce perfette da portare in tour a completare una setlist che prevederà anche gli storici brani di una carriera importante che li portò negli anni ’80, nel loro periodo major, a entrare, meritatamente, più volte nelle charts inglesi.

Tracklist

01. First Summer After
02. Language
03. Reload
04. I Did Nothing Wrong
05. Cold Wind
06. Coming or Going
07. If I am Still Me
08. Legend
09. Do You Really Want to Go There?
10. Idumea
11. Deserters

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