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Creeping Death – Boundless Domain

Grazie anche a eventi come il West Texas Death Fest e il Wrecking Ball Metal Madness, che si tengono rispettivamente a Denton e a Dallas, il Lone Star State sembra essere diventato, nell’ultimo lustro, una delle roccaforti di maggior peso in ambito death metal: tra Fleshrot, Frozen Soul, Kombat, Kryptik Mutation, I Am, Tribal Gaze, Universally Estranged, c’è n’è un po’ per tutti i gusti e le tendenze. A questa malefica genia texana, aggiungiamo i Creeping Death, gruppo nato nel 2015 e protagonista di tre EP e un full-length, il discreto “Wretched Illusions” (2019), completamente autoprodotto, secondo i dettami di un’etica DIY che certo non si dissolve nel nuovo album, patrocinato dalla newyorchese MNRK Heavy.

“Boundless Domain”, infatti, vive di una natura cruda e terrosa che il quintetto a stelle strisce, dall’intensa attività live, trae dal mondo hardcore, una voglia di miscelare i generi testimoniata dalla presenza in cabina di regia di Adam Dutckiewicz, chitarrista e principale compositore dei Killswitch Engage, il cui lavoro conferisce al disco un’urgenza sonora da manuale. Le tragiche scomparse, entrambe risalenti al 2020, di Riley Gale e Wade Allison, l’uno vocalist dei Power Trip e l’altro ascia degli Iron Age, hanno agito, poi, da ulteriore carburante per il quintetto, desideroso, in qualche modo, di perpetrare e affinare il lascito delle due formazioni icona del crossover made in Texas, ufficialmente non dismesse, eppure inattive dopo le dolorosi perdite occorse.

Ne viene fuori, dunque, un full-legth che, benché non possieda i propri punti di forza nel gorgoglio poderoso, ma monocorde, di Reese Avali e in un rifferama, opera di A.J. Ross III e Trey Pemberton, al quale ancora difettano la personalità e l’ingegno dei connazionali e coevi Undeath, si avvale, comunque, di una scrittura solida e rocciosa, influenzata, quando il metallo della morte prende deciso il sopravvento, dall’old school euroamericano, con dei giri thrash di marca Slayer a corroborare il generale mood d’antan.

Se il groove cavernoso e gli assoli in mid-tempo di “Boundless Domain”, “Vitrified Earth”, “Looming”, rimandano, indubbiamente, a Grave e Obituary e la presenza al microfono di George “Corpsegrinder” Fisher regala a “Intestinal Wrap” la giusta allure Cannibal Corpse, “Remnants Of The Old Gods”, nel mezzo di cotanto estremismo, pensa ad adornarsi di una classica livrea sabbathiana, prima di esplodere in una mattanza finale che non disdegna coloriture blackened. Un approccio grezzo e diretto caratterizza, invece, “The Parthian Shot”, “Creators Turned Into Prey”, “Cursed”, mentre “The Common Breed e “The Edge Of Existence”, poste in chiusura del lotto, cercano di canalizzare la carnosità diabolica dei Morbid Angel e le eruzioni dei Gorguts pre-“Obscura” entro le maglie di una forma canzone “progressiva”, senza, però, riuscire a convincere appieno, tanto che il combo, per ora, sembra cavarsela meglio negli episodi più semplici ed essenziali.

Nonostante il monicker ricordi il penultimo pezzo della tracklist di “Ride The Lightning”, i Creeping Death non hanno molto da spartire con i Metallica, inserendosi, piuttosto, in quella congerie di band statunitensi che stanno tentando di costruirsi un’identità attraverso il recupero e il rinnovamento della vecchia scuola degli anni ’80 e ‘90. In tal senso, “Boundless Domain” possiede spunti e commistioni stilistiche di buona fattura, e, malgrado non raggiunga dei grandi livelli di originalità, non serve attivare i corsi di recupero per promuoverlo.

Tracklist

01. Boundless Domain
02. Intestinal Wrap
03. Vitrified Earth
04. The Parthian Shot
05. Creators Turned Into Pray
06. Cursed
07. Remnants Of The Old Gods
08. Looming
09. The Common Breed
10. The Edge Of Existence

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